Incastonato tra le meraviglie naturali della costa nord-orientale della Sardegna, il 7Pines Resort Sardinia è molto più di un resort di lusso: è un luogo che ridefinisce l’ospitalità contemporanea attraverso una profonda attenzione alla sostenibilità, all’autenticità e al legame con il territorio. L’esperienza che il resort propone va oltre il comfort e l’estetica: è un vero e proprio incontro con la natura, con i sapori locali e con il pensiero di chi cura ogni dettaglio. In questa visione, la carta dei vini assume un ruolo fondamentale: non è solo un complemento alla proposta gastronomica, ma un vero e proprio strumento narrativo, capace di riflettere la filosofia del luogo grazie alla selezione del sommelier Sergio Pusceddu.
*Contenuto con finalità promozionali
Un approccio “gastronomico” alla selezione
Dietro la carta dei vini del 7Pines c’è un lavoro meticoloso e appassionato, un percorso di ricerca, scoperta e selezione che parte da un punto fermo: il desiderio di accompagnare i piatti dello chef Pasquale D’Ambrosio – executive chef del ristorante Capogiro – con etichette di altissimo profilo, scelte per valorizzare ogni singola nota della cucina.



La selezione, curata dal sommelier Sergio Pusceddu, nasce da un approccio gastronomico, prima ancora che enologico: ogni bottiglia è pensata in funzione dell’armonia con i piatti, per raccontare insieme l’anima del Mediterraneo, tra tecnica e istinto, radici e visione. Il vino non è mai solo un accompagnamento. È parte del viaggio sensoriale dell’ospite, un elemento che dialoga con il cibo, con la luce del luogo, con il paesaggio circostante.



La Sardegna come cuore pulsante
La Sardegna è il cuore pulsante della carta, che dedica ampio spazio alle sue differenze stilistiche, ai vitigni autoctoni, alle storie dei produttori che lavorano con passione e rispetto per la terra. “Vitigni come Vermentino, Cannonau, Carignano, Monica e Bovale -ci racconta Sergio Pusceddu- oltre ad essere protagonisti della carta, diventano strumenti per raccontare una Sardegna autentica, spesso poco conosciuta. Non mancano le cantine eroiche, quelle che operano in territori difficili, ma con una visione chiara e sostenibile”. Un’attenzione particolare è riservata alla biodiversità e alle produzioni naturali, in piena coerenza con l’etica green del resort. Vini biologici, biodinamici, a basso impatto ambientale vengono scelti oltre i trend, poiché incarnano valori condivisi e tangibili.

La Sardegna che non conosci
All’interno della selezione spicca una sezione fortemente voluta: “La Sardegna che non conosci”. È un viaggio tra etichette poco note, sorprendenti, provenienti da piccoli produttori che lavorano con artigianalità, fuori dai riflettori. Questa sezione della carta è pensata per chi ama scoprire, per chi cerca esperienze autentiche e desidera avvicinarsi alla Sardegna con occhi nuovi e curiosi. È un omaggio alla terra, alla sua complessità e alla sua bellezza nascosta.

Un viaggio mediterraneo, con spirito cosmopolita
“Accanto al patrimonio enologico sardo, la drink list si apre con naturalezza a tutto il bacino mediterraneo: dall’Italia continentale alla Francia, dalla Spagna alla Grecia, si compone un mosaico coerente, in cui i vini condividono una comune vocazione alla freschezza, alla mineralità, alla luminosità”, racconta il sommelier. Il focus è chiaro: eleganza, bevibilità, espressione del terroir. Non si cercano etichette “urlate”; piuttosto, bottiglie tali da parlare sottovoce, con profondità e identità. Le grandi maison internazionali trovano spazio, ma con misura, come riferimento stilistico più che come esibizione. Interessante anche la presenza di etichette rare o inusuali da territori meno battuti: una proposta colta ma accessibile, capace di incuriosire tanto il neofita quanto l’esperto.

Una selezione al bicchiere fuori dagli schemi
Uno degli aspetti più innovativi della carta è la selezione “al calice”. Qui il 7Pines osa, propone etichette difficilmente servite a calice, quasi a sfidare le convenzioni: un esempio su tutti, il Pétrus, grande vino francese di culto, normalmente presente solo in bottiglia intera. È una scelta volutamente provocatoria ma raffinata, che racconta l’ambizione del resort di offrire esperienze davvero esclusive, anche in forme nuove e sorprendenti. Un modo per democratizzare il lusso, rendendolo un assaggio, un momento, un’opportunità.

Un servizio sartoriale, umano, inclusivo
Il team dei sommelier del 7Pines interpreta il proprio ruolo in modo sartoriale: si ascolta il cliente, si coglie la sua sensibilità, si propone il vino più adatto al momento, alla compagnia, al paesaggio. Non il più costoso, ma il più giusto. La comunicazione è sempre inclusiva, chiara, spontanea, pensata per coinvolgere, non per intimidire. Chi desidera approfondire viene accompagnato in un racconto fatto di storie, persone, territori. Chi cerca semplicemente un buon vino, lo trova. Con leggerezza e cura. Il team investe molto nella formazione continua, proprio per garantire una consulenza autentica, appassionata, mai standardizzata.

La carta come racconto del territorio e del mondo
La carta dei vini del 7Pines è pensata come un racconto editoriale, organizzato per territori, stili, affinità. Più che un elenco, è una mappa emozionale, che accompagna l’ospite in un viaggio tra mare, vento, sole, ma anche tra mani che coltivano, vinificano, sperimentano. In un contesto dove tutto parla di equilibrio con la natura, il vino diventa un ponte tra il paesaggio e la cultura, tra l’identità locale e l’apertura al mondo. Un linguaggio silenzioso ma potente, che si traduce in emozione, scoperta, memoria.