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Belles Grappes: come una coppia ha sfondato a Bordeaux vendendo "vini analcolici"

di:
Elisa Erriu
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copertina belles grappes

L’idea di vendere vini senza alcol sta trovando terreno fertile in tutta la Francia, tanto che Belles Grappes ha già ricevuto richieste da imprenditori interessati a replicare il format in altre città. Non si tratta solo di una moda passeggera.

La notizia

Nel cuore di Bordeaux, culla della viticoltura mondiale, una piccola rivoluzione sta prendendo piede. Ha aperto le porte Belles Grappes, una boutique interamente dedicata ai vini dealcolati (a ridotto o basso contenuto alcolico, per legge non superiore a 0,5% vol., dunque molto vicini a una bevanda analcolica)un concetto, questo, che fino a poco tempo fa sarebbe sembrato quasi un'eresia in una città simbolo del vino tradizionale. Eppure, l'interesse verso alternative dalla percentuale alcolica contenuta sta crescendo, e la Francia non vuole restare indietro rispetto a questa tendenza globale.

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Anne Kettaneh, co-proprietaria di Belles Grappes insieme al marito, racconta a Decanter di un flusso costante di curiosi e produttori che varcano la soglia del negozio per scoprire di più su questo nuovo mercato. "Ogni settimana ricevo viticoltori che vogliono provare un nuovo vino dealcolato", spiega. La selezione del negozio spazia tra bianchi, rossi, rosati e anche qualche bollicina, provenienti da Bordeaux, Provenza, Germania e Austria. L’idea di vendere vini "senza alcol" sta trovando terreno fertile in tutta la Francia, tanto che Kettaneh ha già ricevuto richieste da imprenditori interessati a replicare il format in altre città. Non si tratta solo di una moda passeggera: le statistiche indicano un cambiamento nelle abitudini dei consumatori. Secondo un sondaggio di YouGov e Portman Group, il 38% degli adulti nel Regno Unito consuma regolarmente alternative analcoliche o a basso tenore alcolico, segno di un mercato in costante espansione.

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 L’interesse dell’industria vinicola non si limita alla sola distribuzione. Un gigante del settore come Familia Torres ha annunciato un investimento di 6 milioni di euro in una nuova cantina dedicata esclusivamente alla produzione di vini senza alcol. Nel frattempo, l’Unione Europea sta monitorando con attenzione questa evoluzione, soprattutto alla luce della progressiva diminuzione dei consumi di vino. Per affrontare l’eccedenza di produzione, il governo francese ha recentemente stanziato oltre 100 milioni di euro per estirpare vigneti in surplus. A livello normativo, la Commissione Europea ha già introdotto nel 2021 le diciture "vino dealcolizzato" (con tenore alcolico fino allo 0,5%) e "parzialmente dealcolizzato", fornendo un primo quadro di regolamentazione.

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A dicembre 2024, un gruppo di esperti ha raccomandato ulteriori misure per adattare il settore alle nuove richieste del mercato, incentivando la produzione di vini meno alcolici senza compromettere la qualità e l’identità dei prodotti tradizionali. Uno degli aspetti più interessanti della rivoluzione del vino senza alcol è che i viticoltori stessi iniziano a vederlo non come un pericolo, ma come un’opportunità. In Francia, la possibilità di etichettare le bottiglie con la dicitura "Vin de France Désalcoolisé" sta contribuendo a legittimare la categoria. Per Anne Kettaneh, il successo di questi prodotti dipenderà dalla capacità di dimostrare che esiste una domanda reale. "Se puoi provare che c'è un mercato, i viticoltori diventano i primi fan dell’innovazione", afferma. E, considerando i numeri in crescita, sembra che il mercato abbia già dato la sua risposta.

Wine Reporter

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