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Grande traguardo in Sicilia, la DOC Menfi compie 30 anni: il futuro fra identità e visione

di:
Emanuele Gobbi
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copertina DOC Menfi

La Denominazione di Origine Controllata Menfi compie trent’anni. Un anniversario che non segna soltanto una data, ma racconta una traiettoria: quella di un territorio che ha saputo trasformare la propria vocazione agricola in un laboratorio di qualità e visione.

Istituita nel 1995, la DOC abbraccia Menfi e parte dei comuni di Sciacca, Sambuca di Sicilia e Castelvetrano, estendendosi tra mare e colline in un paesaggio che unisce vigore mediterraneo e armonia agricola. Oggi è una delle denominazioni più vivaci e riconosciute dell’isola, capace di tenere insieme tradizione e contemporaneità con una forza identitaria rara. “Festeggiare i 30 anni della nostra DOC – racconta Marilena Barbera, Segretaria di Sistema Vino, nonché instancabile produttrice e promotrice locale – significa celebrare una comunità intera, che ha scelto di puntare sulla qualità, sulla sostenibilità e su un’identità chiara. È un traguardo costruito giorno dopo giorno, grazie alla visione di aziende che hanno creduto nel potenziale di Menfi, oggi quarta tra le piccole DOC siciliane per volumi di produzione. Questo anniversario è l’occasione per guardare avanti, per immaginare insieme la prossima fase del nostro percorso.”

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Marilena Barbera Ritratto BN
 
mappa doc della sicilia
 

Il mare dentro il vino

La forza di Menfi sta nella riconoscibilità dei suoi vini. Hanno il respiro del mare, che dona freschezza e sapidità, e la profondità di una terra lavorata con acume e rispetto da generazioni di viticoltori. Oggi però, quest’area chiede un salto di qualità: una nuova zonazione, un disciplinare più aderente al terroir, una valorizzazione più decisa delle contrade. Serve, soprattutto, una comunicazione collettiva che superi i confini delle singole aziende. Perché, come ricorda Barbera, “un territorio esiste solo se ogni produttore si riconosce in un progetto comune”. Il Consorzio di Tutela diventa così il naturale punto d’incontro: uno spazio di confronto e cooperazione, capace di rappresentare il sistema Menfi con autorevolezza e coerenza.

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La sua forza non risiede soltanto nella qualità dei suoi vini, ma nella solidità delle realtà che li producono. Planeta, Mandrarossa e Barbera non sono semplici nomi: sono i pilastri di un areale che ha saputo crescere grazie a una visione condivisa e a un impegno costante nella tutela del paesaggio e della comunità agricola. Ognuna di queste cantine ha contribuito, con la propria identità e il proprio linguaggio enologico, a costruire l’immagine di Menfi nel mondo. Planeta ha portato la denominazione sulle tavole internazionali con una visione moderna e colta del vino siciliano; Mandrarossa ha saputo raccontare l’anima mediterranea e vitale del suo ambiente, intrecciando mare e collina in uno stile concreto e coerente; Barbera, infine, ne custodisce la memoria contadina e la coscienza identitaria, guidando la comunità verso un futuro condiviso.

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Un terroir in evoluzione

Menfi è un terroir in movimento. Qui le varietà autoctone – Nero d’Avola, Grillo, Inzolia – convivono con internazionali come Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Syrah, che trovano espressioni sorprendenti grazie ai suoli variabili e alla luce del mare. Un terroir, però. non è solo un insieme di condizioni naturali: è la somma di ambiente e cultura. Il vino di territorio racconta un luogo; il vino di terroir racconta una comunità che quel luogo lo abita, lo coltiva e lo interpreta.

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“Menfi è un terroir, non la Sicilia” – afferma infatti il divulgatore enoico Armando Castagno, nonché profondo conoscitore dell’estensione siciliana in questione – “perché qui si produce un vino fedele e attendibile al territorio, ma anche capace di stare nel mondo.” Le sue parole racchiudono un concetto chiaro: questa non è la sintesi dell’isola intera, bensì una sua voce autonoma, dotata di personalità definita e riconoscibile. I vini che nascono in quest’angolo di costa parlano la lingua siciliana, ma con un accento proprio, modellato dal mare, dai venti, dai suoli e – soprattutto – da chi li crea. È un terroir che, conquistandosi uno spazio autentico in cui l’identità locale non esclude l’apertura ma la rafforza, è passato dall’essere una promessa a diventare una realtà viva, in crescita costante e consapevole.

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L’anima del territorio menfitano

Affacciata sulla Valle del Belice e sul blu “freddo” del Canale di Sicilia, Menfi è dunque un mosaico naturale di dune, canneti, palme nane, uliveti e vigneti che si arrampicano fino ai 400 metri d’altitudine. Circa 4.000 ettari di vigna, di cui 1.000 a regime biologico, testimoniano una vocazione agricola autentica, radicata e lungimirante. Qui, vino, iodio e salsedine, quasi si appartengono: si riflettono l’uno nell’altro, condividono ritmo, respiro e silenzio. La DOC Menfi guarda allora avanti con la consapevolezza di chi ha messo radici forti e la curiosità di chi non smette di mettersi in gioco. Il territorio cresce infatti solo se la sua comunità ne custodisce il valore e ne sostiene l’evoluzione. Ed è proprio lì, tra il mare e le vigne, che Menfi vuole fortemente rinnovare ogni giorno la propria storia.

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