Sebastián Zuccardi è un pioniere nel far emergere l’identità delle piccole sottozone, tanto da spingere per il riconoscimento ufficiale di San Pablo come indicazione geografica. “La sfida non è nella vinificazione, ma in come guardiamo al territorio”.
L'opinione
Non cerca la perfezione Sebastián Zuccardi, il visionario produttore argentino che trasforma il terroir in una narrazione liquida. “Non voglio creare un vino ‘perfetto’, ma uno che racconti la mia visione della zona”, spiega a The Drinks Business. E questa visione nasce dall’unicità delle montagne della Valle dell’Uco, un microcosmo geologico che ha reso i suoi vini ambasciatori del carattere andino. La storia della famiglia Zuccardi ha radici inaspettate: il nonno di Sebastián fondò l’azienda vinicola nel 1963 come progetto secondario legato a un sistema di irrigazione innovativo per l’agricoltura. Ma quell’ossessione per l’efficienza idrica si trasformò presto in una passione travolgente per la coltivazione della vite. Suo padre scelse di abbandonare il settore edile per dedicarsi completamente alla viticoltura, portando una crescita significativa all’azienda.
Oggi, Sebastián rappresenta la terza generazione, ed è lui ad aver spostato l’attenzione verso le altitudini della Valle dell’Uco, concentrandosi su luoghi come Paraje Altamira, Gualtallary e San Pablo, dove i terreni alluvionali ricchi di calcare e quarzo danno vita a vini che parlano di tensione, freschezza e mineralità. Zuccardi è un pioniere nel far emergere l’identità delle piccole sottozone, tanto da spingere per il riconoscimento ufficiale di San Pablo come indicazione geografica. “La sfida non è nella vinificazione, ma in come guardiamo alla Valle dell’Uco”, osserva. La sua filosofia si basa su una piramide: alla base, i vini che raccontano l’intera valle; salendo, si arriva a quelli dei villaggi, delle parcelle, e infine dei singoli vigneti, con una precisione sempre maggiore.
Un elemento cruciale della visione di Zuccardi è l’uso delle vasche in cemento grezzo per la vinificazione. “Me ne sono innamorato – è puro e preciso”, racconta, sottolineando come questo approccio rappresenti un ritorno ai metodi tradizionali argentini, prima che le barrique bordolesi trasformassero lo stile dei vini negli anni ‘90. “Abbiamo perso il senso del luogo. Vogliamo vini che siano trasparenti e autentici, senza aromi che non vengano dalla vigna”. L’altitudine, che nella Valle dell’Uco varia da 900 a 1800 metri sul livello del mare, gioca un ruolo fondamentale nella complessità dei vini. L’esposizione al sole e le temperature fresche favoriscono una maturazione lenta, preservando freschezza e struttura. Sebbene il Malbec rimanga il protagonista, Zuccardi sta aprendo le porte a una nuova rivoluzione: quella dei vini bianchi.
Chardonnay fermentati e affinati in cemento, come il Fossil di San Pablo o il Botanico di Gualtallary, esprimono al meglio il carattere di queste zone, con sapidità e note minerali che raccontano le Ande in ogni sorso. La visione di Sebastián Zuccardi non si limita a una bottiglia, ma si estende al dialogo tra uomo e territorio. “Vivere sul campo è la nostra passione”, dice, e ogni vino diventa una pagina di un racconto in continua evoluzione, dove la tradizione e l’innovazione si incontrano per celebrare la bellezza del luogo.