Mondo Vino

Austria, top chef vieta allo staff di bere vino in servizio: “Non è sano”

di:
Elisa Erriu
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copertina oliver hoffinger

Il settore della ristorazione è notoriamente esposto a rischi di dipendenze, con studi che confermano tassi elevati di abuso di sostanze tra i membri dello staff. Dopo aver sofferto di questi problemi ed esserne uscito, lo chef Oliver Hoffinger ha scelto di tutelare anche i suoi dipendenti.

L'opinione

Oliver Hoffinger, volto noto della televisione culinaria austriaca, ha recentemente rivelato un lato meno luminoso della sua vita da chef: la lotta contro la dipendenza dall’alcol. In un settore dove l’alcol è spesso parte integrante del lavoro quotidiano, Hoffinger ha deciso di raccontare apertamente la sua esperienza personale, con l’obiettivo di portare all'attenzione collettiva un problema che molti professionisti della gastronomia affrontano in silenzio. Lo chef, che ha lavorato con figure di spicco come Wolfgang Puck e Jean-Georges Vongerichten, ha vissuto momenti di grande successo, ma anche difficoltà legate alla scarsa lucidità.

oliver hoffinger
 

Per anni, Hoffinger ha condiviso con il pubblico le sue abilità culinarie attraverso programmi televisivi e il suo ristorante di successo a Vienna. Tuttavia, dietro il successo, si nascondeva una battaglia personale. Come molti nel suo settore, si è trovato in un circolo vizioso in cui il consumo di alcol era diventato parte della routine quotidiana: "Si inizia uscendo a bere qualcosa dopo il lavoro, poi diventa un’abitudine, un bicchiere al giorno e così via", racconta. Con il tempo, però, ha capito che la sua vita stava prendendo una piega preoccupante e ha deciso di affrontare il problema. Il settore della ristorazione è notoriamente esposto a rischi di dipendenze, con studi che confermano tassi elevati di abuso di sostanze tra i dipendenti. La costante esposizione all’alcol, disponibile ovunque, rende la tentazione difficile da arginare. Hoffinger descrive il suo lavoro come "essere un bambino chiuso in un negozio di dolci", dove è facile cadere nella trappola dell'alcolismo senza neanche rendersene conto. Questo tipo di dipendenza è subdolo, avanza lentamente e diventa evidente solo quando è già tardi. È a questo punto che Oliver ha deciso di cercare supporto esterno, frequentando gruppi di auto-aiuto come la Croce Blu.

vino e hamburger Stocksy
@stocksy

La forza di Hoffinger sta nel riconoscere che la dipendenza è una malattia e che, per superarla, è necessario un sostegno. "Sono molto fortunato ad avere avuto il supporto della mia compagna Jenny", racconta a Rolling Pin, sottolineando quanto sia importante avere qualcuno accanto in un percorso di riabilitazione. Il gruppo di supporto che ha frequentato gli ha permesso di trovare solidarietà e comprensione da parte di persone con esperienze simili. E qui si è reso conto di una realtà più ampia: la dipendenza non è qualcosa che riguarda solo una certa fascia sociale, ma colpisce chiunque, dall’operaio al dirigente, e spesso in maniera invisibile. Nonostante abbia scelto di smettere di bere, Hoffinger continua a lavorare nel settore e a partecipare a degustazioni di vino, senza però farne uso personale. La sua filosofia si basa su una maggiore consapevolezza: "Puoi farcela nella ristorazione senza alcol". Per lui, la chiave è stata stabilire dei limiti chiari e saperli rispettare, tanto da introdurre nel suo ristorante una regola interna secondo cui durante il servizio non è consentito consumare alcol. Questo, secondo Hoffinger, favorisce un ambiente di lavoro più equilibrato e giusto per tutti.

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"Dobbiamo creare un'atmosfera, nei ristoranti, in cui le persone si sentano a proprio agio - e dove anche le persone che non vogliono bere possano rilassarsi. Nella nostra azienda vige la convenzione 0 alcol, quindi non vengono consumati vini durante il servizio. Penso che questo crei un clima che, da un lato, è un po’ insolito per molte persone, ma dall’altro favorisce equità, essendo una regola valida per tutti". La riflessione di Hoffinger si estende anche a una più ampia visione del futuro della gastronomia. Secondo lui, la crescente offerta di vini e cocktail analcolici è un segnale positivo. "Molti creativi, come gli chef, credono che l'ebbrezza faccia parte del mondo bohémien. Ma io ho scoperto di essere molto più creativo, concentrato e resistente allo stress da sobrio", conclude Hoffinger.

Wine Reporter

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