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Josh Mesnik, il top sommelier che non beve più vino: "Da ‘sobri’ si lavora meglio”

di:
Elisa Erriu
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copertina josh mesnik

“Credo che l'affaticamento del palato sia un problema reale per molti professionisti del vino, svantaggiati dal dover degustare troppi calici in una volta sola. Il mio metodo mi consente di mantenere un'obiettività diversa”. La svolta di Josh Mesnik.

Il sommelier

Nel panorama enogastronomico, la figura del sommelier evoca scene di degustazioni serrate, ma cosa accade quando questa figura sceglie “la via della sobrietà”? Josh Mesnik, sommelier e fondatore di Josie & Tony's nel Connecticut (premiato per la sua eccezionale carta dei vini ai Wine Spectator ’s 2024 Restaurant Awards), rappresenta proprio questa singolare combinazione: un esperto che, pur non mandando giù nemmeno un goccio durante i tasting quotidiani, guida i suoi ospiti attraverso esperienze indimenticabili.

Josie Tony s
 

Il viaggio di Mesnik nel mondo della ristorazione inizia nel 1999, quando, giovanissimo, muove i primi passi in alcuni dei ristoranti più iconici di New York. Spinto da una passione per il teatro, scopre presto che la scenografia più affascinante è quella che vede protagonisti i piatti e i calici. Lì, tra tavoli apparecchiati con eleganza, Mesnik affina la sua capacità di raccontare storie attraverso i vini, rendendosi conto che ogni bottiglia è un'opera d'arte che narra l'annata, la terra e l'anima di chi l'ha prodotta. Nel 2003, tuttavia, Mesnik decide di abbandonare l'alcol e la ristorazione, convinto che i due mondi siano incompatibili col suo benessere, come racconta in una bellissima intervista su Forbes la giornalista Rachel King. Ma, al pari di tutte le grandi passioni, anche quella per il vino lo riporta indietro. Dopo un anno di lontananza, torna alla carica con una nuova visione: diventare un sommelier “100% sobrio”.

josh mesnik hybridmediacomm
@hybridmediacomm

 Un'impresa non da poco, considerato che il settore è dominato da degustazioni e brindisi. Mesnik adotta però un approccio meticoloso, assaggiando i vini con attenzione e sputandoli subito dopo: espediente, a dire il vero, scelto da molti in modo occasionale (ma non da tutti in modo definitivo), che gli permette di proseguire il suo percorso senza assumere alcolici. Voglio chiarire che non è qualcosa che consiglio a chiunque: una piccola quantità di alcol viene comunque assorbita dalle gengive ma, non accusandone gli effetti, si abbassa il rischio di assuefazione. Credo anche che l'affaticamento del palato sia un problema reale per molti professionisti del vino, svantaggiati dal dover degustare troppi calici in una volta sola. Il mio metodo mi consente di mantenere un'obiettività diversa e di proporre opzioni variegate ai clienti”.

Josie Tony s deli
 

Dunque, la sua esperienza gli consente di sviluppare una sensibilità particolare nel valutare i vini. Senza la tentazione di un sorso in più, Mesnik si concentra su struttura, acidità, tannini e complessità aromatica, valutando ogni vino con un'attenzione che pochi possono vantare. Ma il suo talento non si ferma qui: Mesnik ha ideato un percorso incentrato sulle bevande analcoliche, creando un gamma di abbinamenti che non ha nulla da invidiare ai tradizionali pairing alcolici. Josie & Tony's, il suo club semi-privato, è il palco perfetto per mettere in scena questa visione innovativa. Ispirato ai leggendari ristoranti di New York, il locale combina un'atmosfera nostalgica con un'ospitalità moderna e inclusiva. Qui, gli ospiti possono gustare un pasto che riflette una filosofia di vita sana e appagante senza rinunciare alla qualità o alla creatività. L'attenzione ai dettagli è evidente in ogni aspetto del servizio, dall'acqua filtrata per esaltarne il sapore, ai caffè monorigine e ai mocktail elaborati con la stessa cura riservata ai cocktail tradizionali.

Josie Tony s bevanda pairing
 

Il successo di questo approccio non si limita alle sole bevande. Mesnik e il suo team, guidati dal talentuoso mixologist James Lucchesi, hanno creato un'intera esperienza di degustazione analcolica che affascina e sorprende gli ospiti. Un esempio? Un menu di cinque portate abbinato a succhi d'uva pregiati e sidro luppolato, culminante in creazioni uniche che riflettono la capacità del club di reinventare il concetto di lusso culinario. “Il trend analcolico non interessa solo gli astemi: a volte, le persone che amano bere vino desiderano provare qualcos’altro di interessante, oppure iniziare il degustazione con proposte analcoliche e poi passare ai calici. Fa parte dell'essere aperti mentalmente, vivendo un'esperienza altrettanto curata, indipendentemente dalle preferenze di partenza”.

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@hybridmediacomm

E come hanno reagito gli ospiti? Con entusiasmo. La crescente tendenza verso uno stile di vita più consapevole ha trovato in Mesnik un pioniere, capace di offrire un'esperienza che rispetta le scelte di ogni individuo. La sua proposta di abbinamenti analcolici non è solo per chi sceglie di non bere, ma anche per chi desidera sperimentare sapori nuovi senza l'influenza dell'alcol.

Wine Reporter

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