Oasi di viticoltura e bellezza in Alta Maremma, Tenuta Casadei è una delle aziende di punta della famiglia toscana, alla guida anche di Castello del Trebbio, Olianas e Terre di Romena. Ecco la sua storia e il racconto del nostro assaggio migliore: Filare 23 Toscana IGT, un Viognier in purezza dal grande carattere.
La storia
La storia di Stefano Casadei è quella di un imprenditore nato e cresciuto in campagna: “Ero ancora un bambino e, nel periodo delle battiture, quando si divideva il grano, andavo dietro ai contadini mentre dopo pranzo tornavano al lavoro. Un paio di volte mi hanno trovato quasi ubriaco (ride) perché avevo bevuto di nascosto. È un mondo che ho sempre amato e sono vissuto tra vigne e cantine.” Si diploma in agraria -“non sono stato uno studente modello, ma tra i 26 e i 29 anni ho recuperato frequentando diversi corsi intensivi a Bordeaux con professori importanti”-e poi inizia a lavorare con il padre, “ma non mi piaceva. E anche adesso che i miei figli lavorano con me ho adottato delle tattiche diverse”.
Tutto questo finché, ci racconta, “era il 1989 e feci un viaggio con quella che ora è mia moglie e allora era la mia fidanzata (Anna Baj Macario). Andammo a Napa in California e lì conobbi una realtà che mi piacque.” Così torna in Italia e apre un’azienda tutta sua.
Nel frattempo, i genitori di Anna, a fine anni ‘60, avevano rilevato la tenuta di Castello del Trebbio a Pontassieve nel Chianti Rùfina, 350 ettari di cui 60 vitati, luogo noto anche perché lì avvenne la congiura de’ Pazzi.
L'azienda
La realtà di famiglia è ora piuttosto articolata e comprende, oltre alle proprietà chiantigiane, aziende in Alta Maremma, Casentino e nel Sarcidano in Sardegna, tra Campidano, Marmilla e Barbagia: Tenuta Casadei (16 ettari di cui 13 vitati), Terre di Romena (20 ettari di cui 7 vitati, 3,5 dei quali a Pinot Nero) e Olianas (23 ettari di cui 19 vitati), i loro nomi. Il dato che accomuna queste realtà, eterogenee da un punto di vista produttivo, è una filosofia agronomica il cui nome, a marchio registrato, è Biointegrale.
Si tratta di un concetto che richiama a un’agricoltura dall’approccio etico che mette al centro la tutela dell’ambiente come requisito essenziale per un futuro sostenibile. In buona sostanza il Biointegrale, facendo proprie tecniche di coltura e vinificazione tipiche dell’agricoltura sia biologica sia biodinamica, le integra e le supera. Tutto questo sulla base di un decalogo e di un piano programmatico stilati nel 2013 con un comitato scientifico e l’Università di Firenze. Come si può leggere, il requisito essenziale “è quello di restituire l’agricoltura alla natura, tutelando la biodiversità delle forme di vita e facendo del benessere della natura il fulcro di ogni scelta agricola e vitivinicola.”
Nel decalogo si trovano diverse indicazioni, tra le quali il rispetto dei principi della biodiversità e la riduzione al minimo della manipolazione della materia prima, oltre all’integrazione tra pratiche agronomiche antiche con la moderna tecnologia. L’alimentazione del suolo e non delle piante, riducendo i passaggi meccanici e privilegiando la trazione animale, l’eliminazione della chimica di sintesi. Ancora, la concezione di spazi architettonici ecosostenibili e alimentati il più possibile da fonti energetiche rinnovabili. Sul fronte sociale, l’impiego di manodopera e prodotti del luogo per distribuire la ricchezza sul territorio e mantenerla nel tempo. Delle aziende abbiamo visitato Tenuta Casadei, terza in ordine di creazione: la compagine societaria è mista.
Con la famiglia Casadei sono infatti impegnati i Cline, imprenditori del vino della Sonoma Valley. Si trova a Suvereto, in Alta Maremma, a 13 chilometri dal mare, su terreni di prima collina. Qui si producono vini di stampo internazionale, su terreni scelti proprio per caratteristiche geologiche e climatiche favorevoli del luogo. Le varietà coltivate sono Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot, Merlot, Grenache, Mourvèdre, Syrah, Viognier e Moscato.
Molto suggestivo il contesto in cui si trova la sede, in cui ci sono alberi da frutto, l’orto simbolo di autonomia alimentare e un giardino dedicato alle farfalle, con fiori coloratissimi. C’è inoltre un piccolo lago ricco di piante acquatiche e ninfee. Qui sono in vendita i prodotti che la famiglia Casadei produce oltre al vino, con una linea di alimentari e cosmetici, tutti in linea con i principi del Biointegrale®. Si organizzano anche visite a cantina e vigneti con diverse modalità, compresa la carrozza con i cavalli.
I vini
Tra i vini che abbiamo assaggiato nella suggestiva, grande barricaia, ci è piaciuto in particolare Filare 23, un Toscana IGT, vendemmia 2021. Le uve sono di Viognier in purezza; vendemmiate manualmente, arrivano da viti di 14 anni impiantate su terreni scistosi ricchi di minerali. Dopo diraspatura e pressatura, vengono prima chiarificate in modo naturale e poi subiscono la fermentazione in tonneaux nuove. In ciascuna botte vengono aggiunti dai 30 ai 50 chilogrammi di acini interi, sia per mantenere la nota fruttata sia per dare stimolo alla partenza della fermentazione spontanea.
Dal bel colore dorato, al naso è un vino di interessante complessità che parte ricco di sfumature con pesca e albicocca mature in evidenza; una volta aperto si muove su note floreali ed erbacee più evidenti. È ricco e allo stesso tempo presenta una notevole freschezza, con una bella sapidità di fondo. Da assaggiare ancora tra un paio d’anni, con la garanzia di gradevolissime sorprese.
Contatti
Tenuta Casadei
Località S. Rocco, 57028 Suvereto LI
Telefono: 0565 193 3605