Orma, a Roma, ha fatto da palcoscenico all’anteprima mondiale de La Grande Dame Rosé 2015 di Veuve Clicquot. Per l’occasione, il padrone di casa – lo Chef Roy Caceres- ha pensato ad un percorso degustazione unico, dove diverse bottiglie della maison sono state abbinate ai suoi piatti d’alta cucina.
Si è tenuta a Roma, da Orma, l’anteprima mondiale de La Grande Dame Rosé 2015. Un’occasione per omaggiare la forza innovatrice di Madame Clicquot - “La Grande Dame de la Champagne” - famosa per il suo spirito pionieristico e l’influenza determinante che ebbe sulla regione della Champagne.
Rimasta vedova a soli 27 anni, decise di riporre tutte le sue forze ed energie nella sua passione. Madame Clicquot scoprì infatti le capacità del Pinot Noir in Borgogna e per tutta la vita volle ottenere anche in Champagne la stessa verticalità. Si deve a lei una sorta di moto rivoluzionario che ebbe il primo slancio nel 1818 quando decise di unire il vino della parcella Clos Colin al vino bianco. Il risultato? Il primo Champagne Rosé d’assemblaggio della storia.
La Grande Dame Rosé eredita dal Pinot Nero la decisa verticalità, al contempo l’annata 2015 ne garantisce un millesimato “caloroso e colorato, grazie alla sua estate calda e tanto soleggiata” ricorda Didier Mariotti, Chef de Caves Veuve Clicquot. “La Grande Dame Rosé 2015 rappresenta l’essenza di Madame Clicquot: la perfetta espressione della sua forza d’animo, della sua energia, creatività e, soprattutto, del suo amore per il Pinot Noir” conclude.
LA GRANDE DAME ROSÉ 2015 X PAOLA PARONETTO
La Grande Dame Rosé 2015 è un assemblaggio al 90% di Pinot Nero e 10% Chardonnay, a cui si unisce poi il 13% di Pinot Noir di Clos Colin (storico apprezzamento a Bouzy). Sono nitide le note floreali ma anche quelle di menta piperita e liquirizia. Al palato risulta setoso, elegante e di lungo piacere. Agli occhi arriva subito una tinta di “pesca chiara” che richiama la maestria dall’artista italiana Paola Paronetto. Sì, perché è la prima volta nella storia che Veuve Clicquot affida ad un’artista il design del coffret e dell’etichetta de La Grande Dame Rosé.
Paola Paronetto ha voluto far confluire la freschezza e la profondità della Cuvée in un vivace rosa chiaro, con una punta di giallo al centro. Per Paola Paronetto, la creazione del colore è come un viaggio. Assorbe dalla natura per poi amalgamare con eleganza i pigmenti colorati, pur sempre nel giusto equilibrio estetico. Con grande determinazione, l’artista accoglie il tempo e lo vive a passo lento. Solo così il suo istinto può trovare la combinazione perfetta, proprio come è successo con il primissimo champagne Rosé per assemblaggio.
ORMA E I PIATTI DI ROY CACERES
Il palcoscenico di questo grande spettacolo è stato Orma, casa ultima di Roy Caceres (noto chef di origini colombiane che sta trovando, in una Roma sempre più in fermento, grandi soddisfazioni – insignito, a nemmeno un anno dalla sua apertura, della prima stella Michelin per il suo ristorante romano “Orma”).
Chef Caceres si è dilettato in una esecuzione magistrale di piatti capaci di abbracciare il millesimato 2015 de La Grande Dame Rosé, e non solo. Tanti vegetali, quelli coltivati nell’orto sperimentale di 1000 mq di Campagnano di Roma, che ritrovano un nuovo vigore negli abbinamenti e nei numerosi contrasti.
La Grande Dame Rosé 2015 x Paola Paronetto accompagna un’indivia con olive taggiasche, mandorle e olivello spinoso; a seguire, grande aromaticità con il cardoncello arrostito alla brace, miso di lenticchie, una base di latte di arachidi e olio di broccoletti (coltivati nell’orto di agricoltura sinergica e rigenerativa vicino Roma che fornisce il 40% delle erbe vegetali utilizzate).
Arriva poi La Grande Dame 2012 nella sua sfarzosa bottiglia Magnum che presta il fianco alla texture del raviolo di solo acqua e farina con il suo cremoso ripieno di anguilla di Comacchio, laccato con anguilla kabayaki giapponese, pepe sansho, caviale beluga e brodo di farro tostato.
Un piatto complesso ma con una perfetta rotondità. C’è poi La Grande Dame Rosé 2008 in formato Jéroboam per accompagnare una pecora abruzzese di Avezzano cotta alla brace, servita con fondo di pecora, ‘nduja, radicchio di Castelfranco e senape.
Si termina con un dolce che omaggia le origini dello chef: platano croccante, gelato kefir di bufala, pepe rosa, rucola, mirtilli e il rientro in scena de La Grande Dame Rosé 2015.