Dodici sono i vini memorabili del 2023 secondo Eric Asimov, il noto critico enogastronomico del New York Times. In selezione due bianchi italiani.
La selezione
Il critico enogastronomico del New York Times, Eric Asimov, ha pubblicato una lista dei dodici vini che lo hanno colpito di più tra quelli assaggiati nel corso del 2023. Il criterio di selezione? Per Asimov il vino non è solo una questione tecnica, ma un’esperienza a 360 gradi. Ciò che rende memorabile un calice, oltre alla bontà intrinseca di ciò che assaggiamo, è anche un connubio misterioso di fattori esterni, sopratutto personali. Tra loro sono presenti bottiglie provenienti da tutto il mondo, tra Francia, Spagna, Germania, California e ovviamente Italia.
Si tratta di due etichette, entrambe in bianco. La prima è il Valdobbiadene Mariarosa 2022 di Cà dei Zago, un vino bianco frizzante che “proviene dall’area del Prosecco ma non ha alcuna somiglianza con il normale Prosecco”. Prodotto biologicamente dai vigneti Glera e altre varietà indigene del Trevigiano come Bianchetta, Verdiso e Perera, secondo il critico del New York Times al palato è “vivace, sapido e delizioso”. L’altro inserito in lista è il Tiberio Trebbiano d’Abruzzo Fonte Canale 2022, definito da Asimov come uno dei migliori bianchi d’Italia, con grandi potenzialità di invecchiamento e un gusto piacevole con note salate.
Per il critico americano, in ogni caso, si tratta di una vecchia conoscenza: il vintage 2015 di questo stesso vino era stato incluso nella lista dei vini memorabili del 2019. Dalla Francia arrivano il Jacky Truchot Clos de la Roche Vielles Vignes 2005 e lo Château Palmer Margaux 1989. Tre sono spagnoli: Enric Soler Improvisació Xarello 2020, Comando G Sierra de Credos El Tamboril 2018 e il Do Ferreiro Rías Baixas Albariño Cepas Vellas 2016. E ancora sempre tre arrivano dalla California: A. Rafanelli Dry Creek Valley Cabernet Sauvignon 2018, Sandlands Vineyards Sonoma County Trousseau 2014 e il Renaissance Sierra Foothills North Yuba Cabernet Sauvignon Première Cuvée 1996. Non manca un vino tedesco, l’Emrich-Schönleber Nahe Monziger Riesling Kabinett 2021.
A concludere la lista c’è una menzione di due sherry olorosi, vini liquorosi tipici della Spagna, assaggiati da Asimov durante un viaggio in Andalusia. Le bottiglie, che risalivano agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, avevano l’etichetta rovinata e oramai illeggibile. Una era prodotta con grappoli provenienti da vigneti costieri, l’altra con vigneti dell’entroterra. “Le differenze erano lampanti – racconta il critico del New York Times -. La forza dei terroir dello sherry è stata però ampiamente dimostrata da questi due vecchi vini straordinariamente complessi”.