Dal locale sui Navigli allo speakeasy pluripremiato più nascosto della città; dall’insegna amante dell’assenzio a quella rappresentante il Brutalismo. Ti diciamo dove si bevono alcuni dei miscelati migliori di Milano.
Scocca l’ora dell’aperitivo a Milano, o perché no, quella del dopo cena. L’atmosfera è frizzante, la città meneghina si accende e con lei chi ci vive. Dove bere un buon drink? Che sia un grande classico o una creazione d’autore, magari accompagnata ad assaggi selezionati dall’Italia e dal mondo. Ti facciamo fare un breve giro da Lambrate ai Navigli e ritorno per indicarti dove sorseggiare miscele inusuali più o meno misteriose. Ecco 5 nostri consigli.
Norah was drunk
Ci troviamo al civico 169 di via Porpora a Milano, nel vivace quartiere di Lambrate, in un localino caldo e internazionale dove aperitivo, cena e dopocena si susseguono senza soluzione di continuità. Il nome lo intuisci dall’insegna al neon che intravedi dalla vetrina: “Norah was drunk”, l’epicentro della mixology esuberante e ospitale meneghina capace di sorprendere con proposte sartoriali. A reinterpretare i grandi classici della miscelazione dietro il bancone in marmo c’è Niccolò Caramiello, massimo rappresentante e amante in città dell’assenzio, distillato che non solo inserisce in svariati drink della carta ma che invita a degustare in solitaria scegliendo tra le dieci etichette importate direttamente da Svizzera e Francia e proposte secondo lo scenografico rituale di degustazione alla francese.
Non solo cocktail, anche chicche gastronomiche animano le serate di Norah. Il loro acquisto è sotto il controllo di Stefano Rollo: formaggi di piccoli artigiani caseari lombardi, conserve di pesce portoghesi, salumi spagnoli e umbri, ostriche francesi e burro del caseificio Green Fantasy, questo è quanto puoi ordinare.
Consigliata è la scenografica l’esperienza al bancone.
Dirty
Non ci andare se non vuoi divertirti. Questo il motto di Dirty, il nuovo cocktail bar hardcore guidato da Mario Farulla, Carola Abrate, Gigi Tuzzi e Paolo Coppola. Contro le ipocrisie, l’ospitalità in giacca bianca e gli stereotipi, l’insegna di Viale Regina Giovanna 14 si impone con una drink list corta e semplice basata su cocktail della casa nudi e crudi e grandi classici, il tutto accompagnato a cibo goloso, per affamati di vita e di notte.
Da Dirty infatti bevi il Super Dirty, un Martini Cocktail mangia e bevi che viene versato direttamente in una coppa colma fino all’orlo di olive con farcitura diversa l’una dall’altra e nel frattempo addenti hot dog o perché no banane, mortadella e carne in scatola. Anche l’ambiente è unico nel suo genere: ispirato alla corrente Brutalista (movimento architettonico nato nell’Unione Sovietica del XX secolo fatto di strutture monumentali e simboliche) si caratterizza per la presenza di una tenda rossa da macellaio che divide la sala in due aree, da una parte il bar più pop, dall’altra il banco raccolto.
A lei si aggiungono elementi trasgressivi ritratti sulla griglia di lavoro e il banco. Sempre presente è la musica con una playlist che spazia dall’hip - hop al punk.
1930 Cocktail Bar
Il bar più segreto di Milano? 1930, senza ombra di dubbio. Questo speakeasy di Flavio Angiolillo e Marco Russo, gestito da Fabio Benjamin Cavagna, è tra le insegne meglio custodite della città, nonché al 35esimo posto nella guida World's 50 Best Bars 2022.
Qui, per entrare dovrai instaurare un rapporto d’amicizia con lo staff dei locali del Farmily Group. Giunto all’indirizzo ti troverai davanti un minuscolo locale pieno di spezie e cianfrusaglie: abbi pazienza, questo non è il 1930. Non appena sarai riconosciuto verrà aperta una porta e un cameriere ti accompagnerà al vero cocktail bar.
Qui si respira un’atmosfera vintage, animata dalle note di un bel pianoforte. Il bar offre creazioni sempre più all’avanguardia che cambiano semestralmente, un ottimo assortimento di whisky e una golosa proposta di burger: eccezionale è quello con la tartare di manzo.
The Spirit
Siamo in zona Porta Romana, da The Spirit, un salotto elegante e raffinato che propone cocktail classici e d’autore da gustare in più ambienti. C’è il grande bancone in mogano dove lavorano i barman, il salotto, un privè e ancora il dehor su Via Piacenza, un nuovo spazio limitrofo al locale ma assolutamente peculiare. Da qui la scelta del Manager Ivan Filippelli di sdoppiare l’identità del locale; privato e confidenziale all’interno, semplice e libero all’esterno.
Dunque all’interno, ai comodi divanetti in seta color verde smeraldo puoi provare il Lost in Mexico, con Del Maguey Vida Mezcal all’aglio nero, cordiale di peperone, vinaigrette messicana e habanero oppure il Roasted Gimlet a base di Ginarte Dry Gin, Talisker Skye Whisky e Cordiale di lime arrostito. La cocktail list, il menù food, i prezzi e l’intera proposta esterna nascono con l’idea di rendere pop(olare) lo storico club milanese.
Ideale per l’aperitivo il dehor ha un proprio menù dedicato, con semplici ed efficaci twist sui cocktail più venduti: c’è il Blue Paloma, una variante dell’orami immancabile cocktail base tequila con l’aggiunta di un tocco di blue curaçao, e il Ginger Americano, variazione del sempreverde aperitivo italiano preparato con ginger beer al posto della soda. A loro si aggiungono quattro club sandwich anche in formato mezza porzione. The Spirit è famoso in città per la selezione di pregiati distillati.
Gramm Cafe
Niccolò Mazzuchelli e Eda Akman sono il volto e le mani del Gramm Cafe di Milano, cocktail bar che fa della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente, tangibili e reali, i cardini dell’attività. Qui si sviluppano cocktail e portano avanti progetti incentrati sulla riduzione degli sprechi, sull’ottimizzazione delle risorse e su un sempre più consapevole uso delle tecnologie meno impattanti. Non a caso il nome della cocktail list è "GRAMM GLOBE. THERE IS NO PLAN’ET B”, un progetto che incarna la definizione stessa di sostenibilità ambientale, in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future.
Da assaggiare è il Wine bottom, cocktail a base di vodka, con Campari, Cocchi Americano, Cachi, Cannella e uno sciroppo di vino rosso che utilizza le rimanenze inutilizzabili delle bottiglie di vino. Il pensiero di Gramm Cafe non si riassume in una sola drink list. Per questa ragione, pur cambiando le ispirazioni e le tematiche, tutti i menù proposti dal bar Gramm avranno come punto di riferimento la sostenibilità.
E’ in quest’ottica che si muovono progetti come il Mediterranean Fizz, un drink fresco, ideale per l’aperitivo, realizzato sotto forma di ready to drink in lattina w sviluppato in collaborazione con Selvatiq, brand che realizza la sua limitatissima produzione attraverso il foraging di erbe spesso infestanti.