Lo Champagne è donna, lo Champagne è afro. La quarantacinquenne Marvina Robinson ha fondato il marchio B. Stuyvesant dopo una brillante carriera a Wall Street. “Il mio ultimo impiego era straordinario, ma ero più innamorata del mio hobby, delle puntate in Francia nel fine settimana e sapevo con certezza che era ciò che volevo fare”.
La storia
Un master in statistica alla Columbia University e vent’anni a Wall Street, spesi a valutare la salute economica di innumerevoli aziende, anche per conto di Morgan Stanley e J. P. Morgan: è quello che Marvina Robinson ha infilato nel cassetto, quando ha deciso di trasformare una passione in occupazione principale, come racconta a Robb Report.
Il suo calice ha iniziato a riempirsi di Champagne nelle feste al College e poi ha continuato a Wall Street, mentre sviluppava un debole per vintage, grand e premier cru, prediligendo Roederer e Billecart-Salmon. Ha così iniziato a trascorrere i fine settimana in Francia, con puntate frenetiche in Champagne fra un venerdì sera e un lunedì mattina impegnativi. L’esigenza era quella di immergersi in un mondo che l’attraeva irresistibilmente.
All’inizio pensava di importare qualche piccolo produttore e aprire un locale consacrato allo Champagne a Brooklyn, ma la congiuntura pandemica non si prestava. Eccola quindi creare un marchio tutto suo nel 2020. Il nome “B. Stuyvesant” allude all’omonimo quartiere di Brooklyn dove Marvina è cresciuta e tuttora risiede. Nei piani iniziali doveva mancare l’iniziale, ma il Comité Champagne ravvisava un’insormontabile omonimia con una marca di sigarette.
Lo Champagne B. Stuyvesant viene elaborato a Épernay da uve locali proprie: in tutto sono 20mila bottiglie fra brut, réserve, rosé e demi-sec, in formati che vanno dai 187 millilitri ai 15 litri del nabucodonosor. Né mancano edizioni limitate di varia ispirazione, compresa qualche citazione dei graffiti di Brooklyn, per tenere sempre in movimento la cantina e far girare il denaro. Se di primo acchito il referente sembrava essere la ristorazione, le vendite si sono poi orientate sui privati e sul segmento dei gift aziendali. “All’inizio volevo essere ovunque, poi ho capito che non ho bisogno di essere ovunque”, sintetizza Marvina.
Ci sono poi la linea di bicchieri soffiati a mano Anivram (come recita il nome al contrario), il distributore di mezze bottiglie che punta di collocare negli aeroporti e negli hotel, lo Champagne Bar in via di apertura entro l’anno in zona Navy Yard, con una scelta allargata a piccoli produttori selezionati. “Il mio ultimo impiego era straordinario, ma ero più innamorata del mio lavoro part-time, oppure hobby, delle puntate in Francia nel fine settimana e sapevo con certezza che era ciò che volevo fare”.