Un vigneto di famiglia rimasto abbandonato torna a dare i suoi frutti grazie alla perseveranza dei Maugeri: niente rossi, un progetto orientato ai vitigni autoctoni e lavoro rigorosamente manuale per questa bellissima realtà alle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa.
La storia
È sempre emozionante trovarsi al cospetto di quell’enorme, affascinante montagna inquieta che è l’Etna, zona sempre più in crescita in ambito vinicolo, con produzioni di notevole valore e preziosi territori vocati. Abbiamo incontrato Carla Maugeri, che insieme al padre Renato e alle sorelle Michela e Paola appartiene a una famiglia impegnata su questi terreni e tornata a produrre vino con un progetto di alta qualità orientato alle bacche bianche e ai vitigni autoctoni, senza rossi e con un solo elegante rosato a base di Nerello Mascalese.
Racconta Carla, camminando lungo i filari, tutti ad alberello: “Questo era un vigneto della mia famiglia, rimasto abbandonato: abbiamo ripreso tutti i muretti e reimpiantato la vigna. All’inizio mio padre era riluttante; qui abbiamo sempre avuto agrumi, però poi si è appassionato tantissimo anche lui. Io volevo dare un valore a questa proprietà, ridandole vita. Inoltre, una volta che ci metto le mani, mi piace fare le cose per bene. Anche mio padre e le mie sorelle sono così, ci impegniamo tutti al massimo delle nostre capacità per esprimendo qualcosa di davvero nostro”.
E a proposito di lavorare come si deve, è emblematico il caso di Zash a Riposto, una splendida struttura in mezzo al verde tra l’Etna e il mare, recuperata da una casa padronale con il suo palmento che ora è un elegante hotel di design e ha al suo interno l’ottimo ristorante che vede ai fornelli Giuseppe Raciti.
L’azienda
Per quel che concerne la tenuta ai piedi dell’Etna, sono ottantatré i terrazzamenti con oltre due chilometri e ottocento metri di muretti a secco in pietra lavica che delimitano i sette ettari della proprietà, snodandosi tra Contrada Praino e Contrada Volpare nei sentieri del bosco di Milo, fino ai 700 metri sul livello del mare sul versante est del vulcano.
Se le viti che guardano l’Etna sono quelle più in quota, il vigneto rivolto al mare beneficia della ventilazione che arriva dallo Ionio e mantiene sane e asciutte le uve, dando vita anche a un’importante biodiversità. “I vigneti hanno ormai una decina d’anni e la 2020 è stata la prima annata che abbiamo imbottigliato nella nostra piccola cantina: lavoriamo tutto manualmente, la conduzione è biologica. Produciamo circa ventiquattromila bottiglie ma non arriveremo a superare le trentamila, perché non ci interessa fare quantità. Io voglio assecondare veramente Milo, voglio che il nostro vino sia una passeggiata tra i vigneti e che si sentano tutte queste erbe spontanee e i loro profumi. Meno cose facciamo in cantina meglio è affinché queste fragranze vengano fuori, ma ci dev’essere un lavoro perfetto in vigna e dobbiamo avere una tempistica e una precisione assolute.”
Il vino
Ci è piaciuto particolarmente il Catarratto Terre Siciliane Igt 2022, volutamente in purezza perché secondo Carla l’unione con il Carricante in questo caso ne avrebbe coperto finezza ed eleganza, che in effetti sono notevoli. Duemilacinquecento bottiglie le cui uve arrivano da Contrada Volpare a Milo, da un terreno sabbioso e ricco di minerali: raccolte alla fine di settembre, hanno subito una criomacerazione di tre ore a cui ha fatto seguito la pressatura soffice. Il mosto, illimpidito a freddo, ha fermentato in acciaio ed è stato affinato per otto mesi sulle fecce fini.
Al naso arrivano leggiadre note floreali, sentori di frutta a polpa bianca insieme cenni di menta e timo. In bocca si trovano perfettamente combinate freschezza e sapidità, con un’acidità molto ben bilanciata. Da riassaggiare ancora tra qualche tempo per lasciarsi sorprendere un’altra volta.
Indirizzo
Cantina Maugeri
via Mazzini 50 MILO | 95010 CT
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