Bordiga festeggia 135 anni con un restyling del look del suo amaro di punta e un passo nel mondo della mixology con una cena ad hoc al Relais Fiocco di Neve.
Il prodotto
Il frusciare del vento fra i prati e il profumo dell’erba inumidita dalla rugiada sotto l’occhio vigile dei camosci che popolano le Alpi. I pendii scoscesi e lo scroscio dei torrenti che sgorgano dalle cime più impervie per poi correre sempre più velocemente verso valle. Queste sono le sensazioni che l’amaro St. Hubertus si propone di sollecitare ad ogni suo assaggio. Il mentolato che rinfresca il palato, la persistenza importante e potente come un camoscio - non a caso in primo piano sull’etichetta -, e delle componenti amare che richiamano gli oli essenziali delle erbe di montagna. Un prodotto che racconta i monti, il vento, la natura, ma anche la fatica e la vita dei montanari.
“Tutte le erbe presenti nella ricetta del St. Hubertus sono raccolte in alta montagna in modo attento e rispettoso dell’ambiente. Il montanaro sa come e quando raccoglierle, ed è in simbiosi con le sue terre grazie a conoscenze tramandate di generazione in generazione” spiega Manuela Mattalia, Head of Marketing di Bordiga. “Le zone di raccolta si raggiungono solo a piedi per cui la fatica è parte del processo di realizzazione del St Hubertus. Anche il Cavaliere Pietro Bordiga, il fondatore, aveva un forte legame con il territorio e, secondo l’ultimo erede della famiglia, la ricetta del St. Hubertus gliel’ha tramandata un amico cacciatore che era solito frequentare l’alta montagna. Una ricetta adatta a sviluppare un amaro potente come il camoscio” conclude Mattalia.
Per celebrare il St. Hubertus nel 2023, anno in cui decorrono i 135 dalla fondazione dell’azienda, si è deciso di rilanciare il look del prodotto. La nuova bottiglia nasce dalla voglia di valorizzare un amaro senza perdere di vista la sostenibilità che permea tutti gli spirits di Bordiga. La bottiglia, infatti, è realizzata con vetro 100% riciclato e certificato. Ne è testimonianza il colore azzurro non sempre uniforme dato dal vetro di recupero di colore più chiaro e più scuro fuso insieme.
E la sostenibilità del packaging si accompagna a quella del prodotto, i cui ingredienti principali sono ancora raccolti a mano dai montanari come più di 100 anni fa. Tra le botaniche utilizzate per la realizzazione del St. Hubertus ci sono la menta piperita, i licheni, l’achillea, mentre la componente amara è dettata da due tipi di genziane spontanee montane. Le altre botaniche sono segrete, ma ben salde nella tradizione montanara. “Le erbe di montagna sono notoriamente più profumate. È questione di genetica e sopravvivenza in quanto è l'unico modo per attrarre i pochi insetti che popolano l’ambiente montano. Un plus ulteriore è dato dalle Alpi Marittime. Nonostante le più alte vette siano nelle Alpi Occidentali, qui siano vicini al mare. Si alternano quindi due climi differenti: alpino e mediterraneo, entrambi favorevoli allo sviluppo degli oli essenziali” spiega Riccardo Molinero, Responsabile Commerciale di Bordiga.
I 135 anni di Bordiga sono anche il momento per lanciare sempre più il St. Hubertus nel mondo della ristorazione di qualità e del buon bere. E’ nata quindi una collaborazione con Slow Food, il movimento internazionale per la salvaguardia e la valorizzazione delle tradizioni alimentari, che premierà i vincitori delle Chiocciole con una bottiglia dell’amaro di Bordiga. St. Hubertus sarà inoltre sponsor de Il Golosario e dell’evento culinario Golosaria, e di "Cheese Hunter", format prodotto da Il Gambero Rosso. Oltre ai partner di prestigio, St. Hubertus si sta affacciando anche nel mondo della mixology, lanciando una sfida non semplice, ma decisamente interessante. “St. Hubertus è un prodotto ricco di oli essenziali e di alta gradazione alcolica, ma abbinato alla mixology funziona e si integra perfettamente” spiega Manuela Mattalia.
E dalle parole, si è passati ai fatti, proprio come si addice alla vita di montagna che vive di concretezza. Quale miglior modo per raccontare il St. Hubertus se non nella pratica? Al Relais Fiocco di Neve di Limone Piemonte, in provincia di Cuneo, lo chef Luca Aprea ha preparato un menu ad hoc al quale sono stati abbinati i cocktail realizzati da Lucia Lanza, barlady e cotitolare del 1786 di Cuneo. A dir la verità è stato lo chef a doversi adattare al percorso alcolico a base St. Hubertus studiato dall’abile e giovanissima barlady.
Una scelta inusuale che stravolge gli schemi, ma che ha pagato. La cucina pulita dello chef campano, perfettamente integrata con la sua nuova casa piemontese, funziona e permette di godere al massimo del minuzioso lavoro di ricerca di Lucia Lanza, alla quale diamo il merito di aver vinto una sfida non facile.
Degni di menzione l’Hubertus Mary, una riuscita rivisitazione del celebre Bloody Mary, abbinato ai Plin con aglio nero e burrata con interessanti richiami all’Oriente che vince a mani basse il titolo di miglior piatto della serata. Un plauso anche al St. Hubertus Sour, un cocktail dove l’amaro trova una dimensione perfettamente bilanciata.
A seguire i piatti e gli abbinamenti con l’amaro St. Hubertus realizzati durante la serata.
Pepper Joy
3/4 oz St. Hubertus
1/2 oz chutney peperone
1 oz vodka Bordiga
2 dash celery bitter
Tintura pepe
Abbinamento: Vitello con insalata piemontese, kiwi e cassia
Hubertus Mary
1 oz St. Hubertus
1/2 oz vodka Occitan
1/2 oz succo limone
1/4 oz soia
1 1/2 oz pomodoro succo
2 dash Worcester sauce
Abbinamento: Plin con aglio nero e burrata
St. Hubertus Sour
2 oz St. Hubertus
2 oz limone
1 oz sciroppo zucchero
Abbinamento: Maiale con osmosi di anguria, gambero, maionese di mare e bisque
Alexander
1 oz St. Hubertus
1 oz liquore cacao bianco
1 oz panna liquida
1 spoon ramasin Bordiga
Abbinamento: Bonet