A tutta birra

E’ arrivato il Birrabus: la straordinaria invenzione di Loris Marcheselli

di:
Alessandra Meldolesi
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birrabus copertina 970

La Notizia

Il Birrabus di Loris Marcheselli


È parcheggiata subito dietro l’Aula, birreria sulla circonvallazione di San Giovanni in Persiceto, la straordinaria intuizione di Loris Marcheselli: uno Scuolabus giallo immatricolato nel 1989, abbandonato in un parco giochi in attesa della rottamazione, riverniciato con la scritta “Birrabus” e traforato di finestrelle da cui vengono spillate una ventina di birre artigianali italiane. All’interno lavagne con l’offerta, sedie e banchi pronti a essere sparpagliati per qualche happening in giro per l’Europa, dove sedersi a sorseggiare una “birra di classe”, come è intitolato un progetto volto alla catechesi della galoppante cultura brassicola italiana.

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“All’estero c’è grande entusiasmo attorno al nostro fermento”, si infiamma Loris, i baffi già inzuppati in mille schiume. “Siamo appena rientrati dai concorsi europei con un bottino di 10 premi, è stato addirittura riconosciuto dal BJCP un nuovo stile, l’Italian Grape Ale, comprendente uva o mosto a vari livelli. Sarà per la creatività che storicamente ci contraddistingue, sarà per i nostri prodotti, dalla ciliegia di Garbagna alla fragolina di Tortona, che nessun altro può vantare”. Sarà anche per un ritardo storico che ci fa guardare in modo nuovo a bicchieri altrove sottoposti agli editti della purezza, in modo speculare rispetto a quanto è successo con la voga nordeuropea in cucina.

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“Prima di aprire questo locale avevo un magazzino di autoricambi, da cui ho recuperato i vecchi banconi degli anni ’60. Perché gli arredi sono tutti di recupero, compreso il tavolo per macellare i maiali. La passione era sorta assaggiando birre qua e là e frequentando qualche corso, avevo pensato anche di aprire un microbirrificio ma ho concluso che in Italia erano già troppi. Così per restare nel settore ho pensato di distribuire birra attraverso un sito di e-commerce e partecipare agli eventi con il birrabus, uno scuolabus riadattato con la cella frigo e tre pompe inglesi, per un carico massimo di 1200 litri.

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Inizialmente ci ho lavorato da solo, grazie alle cognizioni acquisite all’autoricambi, poi con una carrozzeria. La selezione è variabile: ci sono microbirrifici cui sono particolarmente affezionato, come Croce di malto di Novara, Crack di Padova, Birranova di Bari; poi quando mi sposto assaggio i prodotti della zona, quello che mi piace lo carico e lo porto all’evento, con il residuo che finisce al successivo. Cerco di avere un po’ di tutto, bionde classiche e scure tostate, alcoliche e non alcoliche, semplici o complesse. Anche qualcosa di emiliano, per esempio Bellazzi e Statale 9”.

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“Sebbene sia un veicolo ormai vecchio, con mille problemi, ci siamo spinti fino in Inghilterra e quattro volte in Belgio. Nel maggio di quest’anno in particolare l’associazione dei truck del Belgio ha organizzato il più grande evento mondiale di street food con 140 mezzi al Palais Royal; c’erano in palio vari premi, per la cucina, la somministrazione eccetera, ma noi non rientravamo in nessuna fattispecie. Nonostante questo abbiamo ottenuto tantissimi voti tecnici e popolari, cosicché la giuria ci ha assegnato un premio speciale, ‘Le coup de coeur’. Perché avevamo avuto l’ardire di presentarci a Bruxelles con le birre artigianali italiane, su ruote mobili laddove tutti hanno il bar sotto casa, portando i papillon confezionati da Marino, che lavora all’Aula con me, e parlando francese”.

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Quando il Birrabus resta fermo al semaforo del maltempo, le birre continuano a scorrere per i rubinetti dell’Aula, locale aperto dal mattino con il caffè Terzi, la croissanterie e le torte approntate da tre forni del paese, gli estratti di frutta e verdura e una ristorazione veloce senza cottura, fatta di taglieri di salumi, formaggi locali e panini, anche per vegani. Sulla lavagna al momento ci sono Movember, Why not check point, Triplexxx, vincitrice del mondiale 2009, Psycho Ipa, Bruin Extraomnes, Mala Parma, Carbon alla vaniglia.

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Ma a suonare il clacson è il nuovo arrivato: il Birracamper, arrangiato da un Ducato Arca America del 1988 con 20 rubinetti e una capienza di 2800 litri. A dicembre infine sarà pronta la roulotte, da attaccare allo scuolabus o a un’auto, per offrire il medesimo servizio dell’Aula sotto i denti.

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Tutte le fotografie sono di Niko Boi

Wine Reporter

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