La nuova drink list di Matteo Zed
Il cocktail bar
Lo spazio occupa il piano terra di Palazzo Manfredi, struttura ricercata di via Labicana che ospita anche il ristorante stellato Aroma, dal quale si gode del medesimo panorama che si ammira dal bar. Per The Court il termine terrazza forse è un po’ improprio; parliamo più di un giardino aereo, una corte appunto, come si evince anche dal nome, che non è sopraelevata ma sorge allo stesso livello dell’Anfiteatro Flavio.
@Alberto Blasetti
Il colpo d’occhio è immediato e diretto, ma anche duraturo, e distogliere lo sguardo dalla grande bellezza romana diventa un gioco complicato, anche se la compagnia scelta per l’aperitivo o il dopo cena è ottima.
The Court
Matteo Zed
Ma il focus, quando ci si addentra nel cocktail bar, non è tutto incentrato sul monumento più fotografato della Città Eterna; al The Court la mixology prende una forma artistica. Ne sa qualcosa il Bar manager Matteo Zed, nome altisonante nel mondo internazionale del bere di qualità e autore de il Grande libro dell’amaro italiano, una sorta di enciclopedia degli amari: 224 pagine per le 300 etichette alcoliche nostrane più coinvolgenti. Il volume è entrato nell’Olimpo del settore come uno dei migliori libri secondo The Tales of the Cocktail Foundation.
Matteo Zed è un precursore, l’uomo dei cocktail ormai noto a tutti che di gavetta ed esperienze ne ha fatte tante, soprattutto oltreoceano. Dopo il Giappone è stato il momento degli Stati Uniti; parentesi durata diversi anni, durante i quali Zed ha cominciato a identificare New York come un luogo familiare, simile a casa. Nella città americana, dove la vita è folle e frenetica, il bartender romano lavora, shaker alla mano, tra il Dead Rabbit, conosciuto per aver guadagnato il titolo di miglior bar al mondo, passando per Il Posto, stellato di Joe Bastianich, fino a concludere il capitolo made in Usa dietro allo sfavillante bancone di Zuma.
@Alberto Blasetti
All’inizio del 2020 torna a Roma per quella che doveva essere una breve sosta di piacere, ma niente va secondo i piani. L’avvento della pandemia lo blocca lontano dal luogo in cui il successo scorreva ormai in un flusso veloce; la casualità sfortunata si trasforma però in un’occasione ghiotta, che il bartender sempre sul pezzo coglie al volo. “Ho aperto porte che pensavo mi avrebbero condotto nel baratro, e invece…”
E invece il 7 agosto del 2020 ha preso vita The Court che nel giro di pochissimo è diventato un punto di riferimento irrinunciabile, una leggenda nel panorama capitolino e oltre i confini nazionali per chi ama bere bene e con stile.
La drink list
Proprio al numero 7, che ricorre come data di inizio del progetto e che racchiude un forte valore simbolico per la città di Roma, è dedicata la nuova drink list dell’ormai affermatissimo cocktail bar vista Colosseo. Tre volte sette per un totale di 21 cocktail divisi tra gli evergreen irrinunciabili e sempre presenti del bar, le proposte ispirate alla romanità che inneggiano ai sapori e alle emozioni della Città eterna e, infine, 7 drink alcool free, creati per chi è astemio o semplicemente preferisce trascorrere una serata analcolica.
“The Court durante il Covid è stato l’unico locale fotografato al mondo grazie agli eventi pomeridiani e le guest che abbiamo avuto l’idea di ospitare. Ora l’obiettivo è mantenere il livello altissimo: siamo i primi in Italia che puntano sugli analcolici con uno studio serio dietro e dentro i drink”.
The court
Tra le opzioni senza alcol, il Pornostar Martini realizzato con Tanqueray 00, frutto della passione, orzata e Champagne soda risulta corposo, fruttato e dolce senza esserlo in maniera stucchevole. La presentazione in una coppa classica da bollicina francese con all’interno il frutto della passione acceso a fuoco vivo rende il sorso movimentato.
Per quanto riguarda i Roman Kings, il Vesper cacio e pepe a base di vodka Ketel One al pecorino, gin Roku e essenza di pepe nero è speziato, secco e molto equilibrato e se si beve a occhi chiusi si ha la netta percezione di gustare l’iconica pasta romana in versione alcolica al bicchiere.
Poi il Truffle Fashioned, dal sapore intenso, che oltre al tartufo bianco e all’amaro, realizzato sempre con questo fungo pregiato, contiene bourbon, cognac e bitter al cioccolato. Il cocktail viene completato con un pizzico di assenzio nebulizzato direttamente sul bicchiere, conferendo al drink quel quid in più di carattere che lo rende unico e inconfondibile.
La mente che ha pensato e messo in pratica le nuove 21 opere liquide è, ovviamente, quella del bar manager Matteo Zed, che ha scelto di dedicare il neonato menu, disegnato da un artista e fotografo futurista, a un numero caro e propiziatorio per la città di Roma.
“Anche la nostra drink list è arte; l’ha realizzata completamente Jean-Philippe Vaquier, noto come Folzer, che significa fulmine. Nulla è lasciato al caso, e la scelta è stata di non concentrarsi sulla monumentalità romana ma sui singoli dettagli perché sono i particolari che rendono speciale e ineguagliabile questa città”, racconta Matteo, che nel suo completo impeccabile e lo sguardo rivolto a una delle viste più invidiate e ammirate di sempre, dà l’impressione di sentirsi un po’ il padrone di questa bellezza.
Indirizzo
The Court
Via Labicana 125 – Roma
Tel: 06 69354581
Sito Web