Il Costa di Rose di Umberto Cesari
L’azienda
Tra due anni si celebrerà il sessantesimo compleanno di quella che è una grande azienda. Fondata da Umberto Cesari nel 1964 sui colli di Castel San Pietro Terme, provincia di Bologna ma cuore enologico romagnolo, è ora gestita dal figlio Gianmaria. Fortemente orientata alla sostenibilità, prima in Emilia-Romagna ad essere certificata SQNPI - "Sistema integrato di qualità della produzione nazionale", che garantisce ai prodotti tracciabilità e sicurezza, ha investito da sempre nella valorizzazione di vitigni autoctoni come Sangiovese, Albana, Pignoletto e Trebbiano, oltre a un vitigno quasi perduto come il Longanesi.
Gianmaria Cesari- Crediti Gabriele Zanon
In collina, tra i 75 e i 250 metri sul livello del mare, la Umberto Cesari vanta 355 ettari di vigneti distribuiti su 8 poderi, moderne cantine e una bottaia di invecchiamento nella quale riposano più di 600 tra grandi botti, tonneau e barrique. L’area in cui si trovano i vigneti è protetta da rocce note come i ‘Calanchi Azzurri’ e i terreni sono caratterizzati da terreni argillosi a media consistenza e ricchi in biodiversità, con una quantità differente di calcare da podere a podere: da qui uve con caratteristiche peculiari che vedono le quote più alte contribuire a vini di struttura e balsamicità maggiori e quelli da uve a quota inferiore, più ricchi d’argilla, con un frutto più spiccato.
Azienda vinicola Umberto Cesari
Oltre ai vitigni tipicamente autoctoni qui si producono anche varietà internazionali quali Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Si pratica l’agricoltura di precisione con la realizzazione di mappe di vigore e parte dei vigneti è in conversione biologica. Una frase del padre che Gianmaria Cesari ama ricordare è “La terra non ti renderà mai ricco, ma ti continuerà a garantire una goccia ogni anno”, particolarmente significativa dopo anni difficili come quelli caratterizzati dalla pandemia. La 2020 è stata una grande vendemmia, nel 2022 è tornato il Vinitaly che Cesari ha definito ‘la fiera della consapevolezza’, con i cambiamenti che sono avvenuti nel mondo che hanno portato ancora di più a vedere il vino che come habitat naturale ha la convivialità.
Un cruccio di Gianmaria Cesari è la riconoscibilità regionale ancora distante dall’essere commisurata all’altissima qualità dei prodotti di questa terra, in particolare della Romagna, che secondo lui “ha dei terreni strepitosi, delle uve fantastiche e vini dal profilo unico”, soprattutto per quel che riguarda la parte a sud della via Emilia, collinare e con la possibilità di produrre vini “di grande longevità e struttura, con un grande corpo, di carattere ed eleganza estremi.” Recentissima è l’uscita di ‘Solo’, cento per cento Merlese in purezza: si tratta di un vitigno, frutto dell’unione di Sangiovese e Merlot in una nuova varietà e nato da uno studio condotto con la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna.
Il vino
Particolarmente adatto all’estate è Costa di Rose, il primo rosé 100% da uve Sangiovese, fermo, caratterizzato da una bellissima acidità che ne rende il sorso fresco e teso. Un vino, come racconta Gianmaria Cesari, che ha avuto una lunga ‘gestazione’: “Lo definirei una delle più grandi sorprese in positivo degli ultimi anni. Ci sono voluti sette anni, è un progetto che prima di uscire ha visto sommarsi tanti errori da quando abbiamo deciso di approcciare il Sangiovese in forma e formula diverse. Meno austero, meno tradizionale insomma, ma altrettanto interessante. Così, dopo risultati che non ci soddisfacevano, abbiamo finalmente raggiunto il vino che volevamo - la nostra espressione di rosato - e gli abbiamo dato una veste grafica molto estiva, elegante e conviviale, perché per noi Costa di Rose rappresenta allegria e spensieratezza, piacevolezza e facilità di beva”.
Del resto, come sottolinea ancora Cesari, si tratta di un vino che trova il suo habitat naturale nei beach club e nei ristoranti all’aperto. Le uve arrivano da vigneti con un’età media di dieci anni; la vinificazione avviene a pressatura diretta con pressa soffice; la decantazione è statica rigorosa e la fermentazione avviene a bassa temperatura. l’affinamento avviene per sei mesi in vasche d’acciaio. Ha un bel colore rosa antico brillante, profuma di frutti rossi e regala un finale di leggerissima balsamicità. Anche in bocca ha un bel carattere, acidità da vendere e una spiccata sapidità che lo rende perfetto in abbinamento a salumi e pesci alla griglia, ma è perfetto anche per un aperitivo a bordo piscina.
Ricorda Gianmaria Cesari: “La categoria rosato non ha avuto, in passato, un’identità qualitativa forte in Emilia-Romagna. Il rosato era visto come un vino senza un’identità precisa. Abbiamo puntato a un pubblico di bevitori di rosato estremamente esigente che ricerca in questo vino tanto la bevibilità quanto la consistenza”. Sul tema del mercato, continua Cesari, “dominato dai provenzali, quello che percepisco è tanta voglia di rosati italiani nostro settore. Nelle carte dei vini ormai l’Italia si impone in ogni ambito, l’unica vera categoria in cui non siamo ancora protagonisti è quella dei rosati. Ne ho provati tanti e credo non ci siano preclusioni a far sì che questo gap possa essere superato, anche perché stiamo investendo tantissimo pur pagando un ritardo nei confronti di vini rosati presenti sul mercato da più tempo”.
Crediti Gabriele Zanon
Indirizzo
Umberto Cesari
Via Stanzano, 2160, 40024 Castel San Pietro Terme BO
Tel: 051 694 7811
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