Weekend Wine

Dall’ingegneria ai vini: quando un hobby diventa impresa, la svolta di Wolfgang Reitzle e il Loto IGT Toscana di Villa Santo Stefano

di:
Marco Colognese
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Copertina Villa Santo Stefano

Loto IGT Toscana di Villa Santo Stefano

L'azienda


Arrivando da Lucca a Villa Santo Stefano si sale attraverso un paesaggio che si fa sempre più affascinante: ancora un’altra Toscana e un orizzonte unico, tra luoghi di rara pace e un territorio forse meno noto di altri in questa regione, ma certamente vocato per la coltivazione tanto della vite quanto dell’ulivo (in effetti qui si produce un olio dalle caratteristiche eccellenti).



Del resto, questo angolo di Lucchesia si trova a una ventina di chilometri dalla costa della Versilia ed è protetto dalle cime delle Apuane e dall’Appennino; posizione che garantisce un clima perfetto. È di questo posto, con la sua magnifica vista a perdita d’occhio, che Wolfgang Reitzle si è innamorato: la sua passione per l’Italia nasce fin da piccolo, quando ci passava le vacanze estive con la famiglia.



La Toscana, in particolare, è nel suo cuore ed è qui che è iniziata quasi per caso un’avventura imprenditoriale cresciuta poi felicemente nel tempo. Ingegnere, nato in Germania, manager di altissimo livello nell’ambito del mondo automotive, Reitzle acquista nel 2001 quella che fu Villa Bertolli per farne una residenza per le sue vacanze estive in famiglia con la moglie Nina Ruge e cambiando il nome e dedicandolo alla splendida pieve del IX secolo che si incontra poco prima di arrivare alla tenuta.



Il profondo interesse per il vino e per le cose buone, insieme ai risultati lusinghieri ottenuti dal primo ettaro coltivato, trasforma un hobby in impresa, tanto che oggi Villa Santo Stefano è un’azienda prevalentemente viticola che lavora su 12 ettari di terreno destinati ad ampliarsi anche in altre aree e produce circa 50.000 bottiglie e un quantitativo limitato di olio di altissima qualità, oltre ad avere otto eleganti stanze riservate all’accoglienza. La cantina, costruita nel 2006 e ultimata otto anni dopo, come è facile intuire dati i trascorsi di Herr Reitzle, è ad alta tecnologia, con attrezzature di ultima generazione, dalla selezione delle uve, ai recipienti troncoconici in acciaio con controllo delle temperature, ai processi di macro/micro ossigenazione per il miglior svolgimento della fermentazione.



Se il proprietario è attento al coordinamento di tutte le fasi produttive e la moglie con il suo spirito creativo è l’ideatrice dei nomi di ciascun vino, Alessandro Garzi, agronomo e amministratore di Villa Santo Stefano, lucchese, è colui il quale sovrintende i lavori in campo e ha portato l’azienda alla conversione in biologico, certificata dall’ultima vendemmia del 2021. Chi invece agisce in cantina è l’enologo Alessio Farnesi: pisano, con esperienze piemontesi (La Spinetta) e toscane, è in azienda dal 2013. Altra persona chiave qui è Petra Pforr, tedesca anche lei, che si prende cura del marketing, degli eventi e di tutti gli aspetti legati all’accoglienza.



Il vino


Cinque le etichette attualmente in produzione: di queste Loto IGT Toscana è quella di punta: Cabernet Sauvignon al 50%, un 35% di Merlot e la restante percentuale tra Petit Verdot e Alicante, prende il suo nome dalle foglie insolitamente grandi delle ninfee che crescono nel laghetto all’interno della proprietà. Dalle quindici alle ventimila bottiglie, è il primo vino prodotto a partire dal 2006. Per ciascuna vite non si selezionano più di quattro grappoli, vendemmiati a mano. La fermentazione dura 12 giorni e l’affinamento in barrique va dai 12 ai 18 mesi nella barricaia a temperatura e umidità controllate.


A partire dall’ultima annata in commercio che è la 2018, ci ha raccontato Farnesi, il vino fa un passaggio in cemento di sei mesi che dona fin da subito una maggiore morbidezza e una finezza che altrimenti richiederebbero più tempo per esprimersi compiutamente. Alla fine della sosta in cemento viene composta la cuvée e il vino viene imbottigliato: passeranno altri sei mesi prima di andare in commercio.


Loto è uno di quei vini di carattere che dà il suo meglio dopo qualche anno. Subito elegante, si nota un’austerità che prelude a una vita longeva, con un carattere deciso e un’acidità importante. Frutti di bosco, una leggera nota affumicata e di tostatura, il sorso pieno e già articolato. Se, come sostiene Reitzle “per la produzione del proprio vino solo i primi cento anni sono difficili”, qui siamo però molto a buon punto.

Foto: Crediti Massimo Tessandori Bernini

Indirizzo


Villa Santo Stefano

Via della Chiesa di, Via della Pieve Santo Stefano, 504/B, 55100 LU

Telefono: 0583 395349

Sito Web

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