Mixology Attualità enogastronomica

Secret bar, i locali “clandestini” di Roma per pochi eletti: dove trovarli, come prenotare e cosa vi aspetta all’interno

di:
Francesca Feresin
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Copertina secret bar Roma

La notizia

Il navigatore legge e traduce la Roma antica, i suoi marmi e rovine, portandovi turisti da ogni angolo del globo. Il navigatore legge e traduce piatti ricchi di guanciale e pecorino, invitando le persone a sedersi a tavola. Il navigatore, d’altra parte, è miope e poco sensibile nel carpire minime variazioni nell’assetto della città: non legge e traduce, né coglie minimamente, il fascino proibito dei seminterrati e delle retrobotteghe che in questi ultimi anni stanno trasformandosi in secret bar.

Crediti Wisdomless club


Chiamateli, speakeasy o semplicemente bar clandestini, ospiti abusivi delle strade notturne. Nati da una necessità, diventano vezzo e virtù. Tra il 1920 ed il 1933 la vendita, la produzione e il trasporto di bevande alcoliche erano illegali in tutti gli Stati Uniti d'America.
Durante questo periodo, non potendo servire alcol, gli affezionati del bere miscelato si rifugiavano negli scantinati delle panetterie, nei ristoranti, dai barbieri, davanti a volti e insegne pulite, dietro cui poter continuare a bere alcol e divertirsi in compagnia.

Crediti Club Derrière


E proprio da questi spazi criptici inizia a diffondersi il termine “Speakeasy”.
Letteralmente “parla piano”, il nuovo termine pare essersi originato in Pennsylvania nel 1888, quando la legge Brooks High sulle licenze commerciali aumentò la tassa statale per una licenza di saloon da 50 a 500 dollari. Il numero di bar legali allora crollò drasticamente, ma alcuni continuarono ad operare illegalmente e, per evitare di attirare l'attenzione delle autorità, quando i clienti erano troppo turbolenti, li si esortava a "speak easy”.

Crediti Club Derrière


Un parlare piano, sottovoce, quasi sussurrando che oggi, dopo un secolo, ha dato nuova spinta alla mixology. Che in sordina, nascosta, sta incantando il pubblico, in fermento nel carpire parole d’ordine e imboccare la strada giusta per raggiungere l’ingresso. Sarà il loro volere rompere gli schemi, l’andar controcorrente; sarà che Leopardi aveva ragione nel sottolineare come il piacere sia nell’attesa, nel cercar e ricercare un luogo ai più segreto piuttosto che nel provarlo nel concreto; sarà anche la pandemia che ci ha tolto la libertà di convivio e instillato un flacone di ribellione in vena. Sarà quel che sarà, ma è indubbio che gli speakeasy sono sulla cresta dell’onda.

Piccoli, al buio, non tracciati dai satelliti. Figli del passaparola e della casualità. Eccone alcuni, ma chissà quanti altri si nascondono tra le vie della Capitale.

Club Spirito al Pigneto


“Carni Scelte”. Cercate la porta che rappresenta quest’insegna all’interno di Premiata Panineria al Pigneto e sarete dentro Club Spirito Pigneto. Per entrare, recatevi al citofono nero in fondo alla Panineria, alzate la cornetta e premete il bottone alla destra del citofono. Una voce vi risponderà. Roulette e croupier, tanta New York nell’atmosfera e cocktail di livello sono gli elementi distintivi di questa realtà nascosta capitolina.

Crediti Spirito

Club Derrière


Per accedervi è necessario passare attraverso l’armadio di un ristorante. Un percorso laborioso che, una volta spalancate le ante del bel mobile dell’Osteria delle Coppelle, vi porterà dritto al Club Derrière. In questo salotto, tra Piazza Navona ed il Pantheon, si respira un’atmosfera surreale, anni ‘20, tra calma, gusto e ottimi cocktail. Spegnete i telefonini e fatevi guidare dai bartender nella scelta dei migliori cocktail da gustare.

Crediti Club Derrière

The Race Club


Nel 1870 vi sorge una delle prime carbonerie. Nel 1957 diventa studio di registrazione e poi bisca. Dal 2014 è invece uno speakeasy, unico nel suo genere. Sto parlando del The Race Club di Via Labicana in zona Colosseo dei fratelli Diego e Dario Ferracani. Intima, quasi fondente, l’atmosfera che scalda ancor prima del cocktail, sartoriale e d’autore.

Crediti The Race Club

Argot93


Un nome che è tutto un programma: Argot, il dialetto codificato parigino parlato nelle Corti dei Miracoli della Parigi del XVI secolo, il linguaggio criptico di una confraternita di mendicanti segreta. Così come segreto è l’omonimo speakeasy di via dei Cappellari, dietro Campo dei Fiori. Una porta ad angolo appena evidente è sufficiente, assieme alla tessera ARCI (l’ingresso è riservato ai soli soci associati), a farvi accedere nel salotto di casa di Francesco Bolla e Gianluca Melfa. Il bancone fatto su misura da un tecnico teatrale di Modena, la bottigliera ad hoc e tanti piccoli particolari vanno a definire le linee di questa Cour des Miracles dove la miscelazione è unica protagonista.

The Jerry Thomas Project Rome


Nato nel 2010, The Jerry Thomas Project è il primo secret bar italiano, nonché uno dei migliori cocktail bar del mondo. Niente e-mail, niente telefonate al numero fisso, niente piccioni viaggiatori, niente “sono amico del fratello del cugino”: solo chiamando ad uno specifico numero, in una determinata fascia oraria si guadagna l’ingresso al locale, sempre, e per sempre, ricordando la parola d’ordine. E ricordatevi che il Jerry Thomas Speakeasy è un circolo privato, per poter accedere è obbligatorio essere membri. Altrimenti siete fuori.

Crediti Alberto Blasetti

Ch 18 87


Ch 18 87, recita l’insegna che scardina, separa ma al contempo ricompone e attualizza colei che l’ha generata, la celebre Trattoria Checchino dal 1887, simbolo e tempio della romanità verace in quel di Testaccio. Si tratta di un cocktail bar al piano di sopra del ristorante gestito da Simone Mina alla sesta generazione della Trattoria. Non siamo in un vero e proprio speakeasy, ma risulta quasi un ossimoro la sua presenza, alta e dominante sulla storica realtà ristorativa di famiglia. Un luogo che si incontra per caso, dopo un abbondante piatto di coda alla vaccinara ed in cui ci si ritorna perché si è stati bene.

Crediti The Barber Shop

The Barber Shop Speakeasy


Una sala da barba vintage che diventa l'anticamera di un secret bar. Questo succede a The Barber Shop, speakeasy a due passi dal Colosseo, regno di Joy Napolitano. Strizzando l’occhio alla moda newyorkese, qui l’Head Bartender Roberto Maiuri miscela drink fuori dagli schemi all’interno di una cornice che richiama il Proibizionismo con arredi vintage e di recupero. Dunque, entrate nel salone da barbiere, sistematevi l’acconciatura e scendete al bar vero e proprio che si trova al piano interrato.

Crediti The Barber shop speakeasy

Int. 2


Siamo a Ponte Milvio. Un vecchio portone. Entrate. Salite le scale. Primo piano. Interno 2. Oltre il caos ed il traffico di Roma Nord, si staglia, nascosto da tutto e tutti, Int. 2, un cocktail bar che fa della qualità e della ricercatezza le sue parole d’ordine. L’ ingresso è riservato ai soli soci, per cui è necessario ogni anno rinnovare la tessera, da richiedere anche direttamente in loco.

Crediti Wisdomless club

Wisdomless Club


Art Gallery, tattoo parlour e cocktail club. Tre volti della stessa realtà: Wisdomless Club, una Wunderkammer sospesa nel tempo, un luogo incantevole all’interno della Foresteria del Palazzo Boncompagni - Duchi di Sora nel rione Parione di Roma. Un tattoo shop alternativo di giorno e un club elegante e sofisticato di notte, un luogo in cui perdersi tra statue in marmo, incisioni antiche, alligatori del Mississippi e pugnali del lontano Oriente che distraggono e rapiscono come il canto delle sirene di Ulisse. Sul fronte bar c’è stupore tra abbinamenti potenti e distillati unici.

Fonte: viaggiamo.it

Foto di copertina

Locale: Crediti Wisdomless Club

Cocktail: Crediti Spirito Pigneto

Wine Reporter

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