L'azienda
Già a pronunciarne il nome il cuore si riempie di quella bellezza che connatura un luogo meraviglioso. Salina è proprio così, bellissima. In più questa piccola isola nell’arcipelago delle Eolie rappresenta un territorio d’elezione per la viticoltura e qui, da ormai più di quarant’anni, la famiglia Colosi coltiva i suoi vigneti.Ci racconta Piero Colosi, laureato in enologia a San Michele all’Adige: “Oggi siamo alla quarta generazione, tutti in famiglia e con pochi operai. L’azienda parte dall’attività commerciale del mio bisnonno che comprava vino a Trapani e Marsala e poi lo rivendeva".
"Il cambiamento è avvenuto con nonno e papà, i quali hanno investito a Salina acquistando i terreni e facendo nascere l’azienda. Siamo partiti con meno di un ettaro e la nostra prima vendemmia qui a Salina è stata quella del 1983.”
Adesso gli ettari sono diventati undici e mezzo, tutti certificati biologici: l’impianto dei vigneti è stato realizzato creando terrazze dal ripristino di vecchi muri a secco. Si pratica quella che a tutti gli effetti si può considerare viticoltura eroica, con la morfologia del terreno che vede i filari ordinati sui ripidi terreni di origine vulcanica.
I vitigni coltivati sono quelli più tipici, come Corinto Nero, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Inzolia, Catarratto e Malvasia e quest’ultima è ancora l’uva che meglio rappresenta l’azienda.
“Ricordo un giorno con papà, era una giornata bellissima e avevamo appena iniziato la vendemmia, vedevamo le persone a passeggio e quelle che si mangiavano una granita. Abbiamo la fortuna di lavorare dove la gente va in vacanza. Dalla cantina (immersa letteralmente tra le vigne e parzialmente interrata per rispettare al massimo l’ambiente, n.d.r) si vede il mare a 270 gradi, qui di notte non esiste inquinamento luminoso e la via lattea è perfettamente nitida".
"Come in tutte le cose c’è l’altro lato della medaglia: i terreni richiedono molta attenzione e una costante manodopera, ci sono pendenze esagerate e si fa praticamente tutto a mano. C’è da dire che a livello di qualità di tutto ciò che qui è coltivato risente di un suolo e di un’aria particolari, così frutta e verdura hanno un altro gusto. Non abbiamo mai avuto l’esigenza di usare pesticidi o fitofarmaci”.
Il vino
La Malvasia Secca del Capo è stato il primo vino che Pietro ha realizzato con il padre, ha visto nascere e crescere e dal 2011 rappresenta un progetto enologico di successo perché ha valorizzato in modo eccellente un vitigno che tradizionalmente viene dedicato a vini dolci.L’uva arriva dai migliori lotti dei terrazzamenti tra Capo Faro e Porri, dove le escursioni termiche tra giorno e notte sono importanti e garantiscono caratteristiche di freschezza uniche. Prodotto in circa sedicimila bottiglie, è un vino dalla marcata intensità aromatica in cui si ritrovano sentori di frutta esotica, note di agrumi e macchia mediterranea.
Gustandolo arriva un’elegantissima nota sapida che rende armonica la sua morbidezza e richiama subito al sorso successivo, magari intervallato da un succulento gambero crudo. E nient’altro.
Fonte: Crediti Colosi