Ci sono bottiglie che non sono solo vino, ma frammenti di storia. È il caso della straordinaria collezione appartenuta a Jacqueline (de Rothschild) Piatigorsky, discendente diretta dei primi proprietari Rothschild dello Château Lafite. I suoi vini, rimasti custoditi per oltre un secolo nelle cantine di Pauillac, nel Médoc, sono stati battuti da Zachys in una vendita che la stessa casa d’aste ha definito “una pietra miliare”.
Foto di copertina: Château Lafite Rothschild (a scopo rappresentativo)
Ogni lotto, come riporta Decanter, ha trovato un acquirente, segno di un entusiasmo contagioso tra collezionisti e appassionati. Nonostante le recenti turbolenze del mercato dei vini pregiati, questa asta dimostra che il fascino del grande Bordeaux ottocentesco resta intramontabile.
Un’asta da 11 milioni di dollari
L’evento, tenutosi a New York, ha superato ogni previsione: 11,16 milioni di dollari di incasso complessivo, pari a circa 8,3 milioni di sterline, quattro volte oltre la stima iniziale. Dai 35 lotti iniziali, che in pochi minuti hanno infranto record mondiali, è stato subito chiaro che si trattava di un momento storico. Protagonista indiscusso, lo Château Lafite Rothschild 1870, considerato una delle migliori annate mai prodotte. Una magnum di quell’anno è stata venduta per 387.500 dollari, partendo da una stima di appena 75.000: un nuovo record per il formato. Una singola bottiglia da 75 cl, dello stesso vino, ha raggiunto 187.500 dollari. Entrambe erano state ricoricate e rabboccate con vino originale presso lo Château, a conferma della cura con cui sono state conservate.
Lafite e oltre: i tesori del XIX secolo
Nel catalogo figuravano 177 lotti di vini Lafite, per un totale di quasi 500 bottiglie e grandi formati, che da sole hanno totalizzato 6,49 milioni di dollari. Tra i pezzi più pregiati, una doppia magnum di Lafite Rothschild 1878 aggiudicata a 312.500 dollari, e diverse magnum dell’annata 1869, la più costosa delle quali ha toccato 231.250 dollari. Non solo Lafite, però: anche altri grandi nomi di Bordeaux hanno brillato. Un lotto di tre bottiglie di Château Haut-Brion 1899 (ricoricate nel 2025) ha raggiunto 106.250 dollari, mentre sei bottiglie di Château Giscours 1875 (ricoricate nel 2006) hanno ottenuto lo stesso prezzo, pur partendo da una stima di soli 6.000 dollari.
Un trionfo annunciato
Dietro le cifre da capogiro, c’è la passione di chi vive il vino come un’eredità culturale. «Questa asta è stata l’apice della mia carriera», ha dichiarato Charles Antin, responsabile globale delle aste di vini di Zachys. «Fin dal primo momento in cui abbiamo visionato l’inventario, sapevamo di stare scrivendo una pagina di storia». Anche Eileen Rizzo, CEO di Zachys, ha sottolineato il legame profondo con Château Lafite Rothschild, ricordando come già nel 2019 la casa d’aste avesse proposto vini provenienti direttamente dalle cantine della tenuta. Per Zachys, questa vendita rappresenta la conferma della forza del mercato del vino da collezione, capace di unire valore economico e valore simbolico.
Quando il vino diventa memoria
Il successo dell’asta di Zachys non è solo un trionfo commerciale: è un tributo al tempo, alla memoria e alla capacità del vino di attraversare le generazioni. Bottiglie come il Lafite 1870 sono capsule del passato, testimonianze liquide di un’epoca in cui la viticoltura era già arte e famiglia. Non stupisce, allora, che un vino definito “perfezione” dal leggendario Michael Broadbent più di cinquant’anni fa continui oggi a emozionare collezionisti e intenditori. E, mentre nuovi record vengono infranti, resta una certezza: alcuni vini non si limitano a essere bevuti — si tramandano come eredità.
