Tra i 33 soci fondatori del Consorzio Chianti Classico nel 1924, un’azienda da conoscere.
L'azienda
Si respira storia in ogni angolo di questo suggestivo scorcio di Toscana: Castello di Querceto è una tenuta di grande eleganza, la stessa che si ritrova nei suoi vini. Il castello di origine longobarda, con il suo lungo corpo a elle, il torrione coronato da merli guelfi e le splendide cantine di affinamento, fu un avamposto di controllo sulla via Cassia Imperiale.

L’attuale edificio risale al XVI secolo, ricostruito dopo che il complesso medievale originale era stato saccheggiato, bruciato e distrutto insieme alle case che lo circondavano alla fine del XV secolo, durante una delle tante guerre del tempo. Fu un membro della famiglia Canigiani ad avviare la ricostruzione; successivamente passò ai Pitti, che lo mantennero a lungo come residenza di campagna. Castello di Querceto dispone anche di dieci appartamenti, alcuni nella stessa struttura del castello, altri in una casa rurale circondata da vigneti e boschi di quercia.


Dal 1897 il Castello appartiene alla famiglia François, che l’ha trasformato nel cuore della propria attività vitivinicola e fu tra i 33 soci fondatori del Consorzio del Chianti Classico nel 1924, contribuendo in maniera determinante alla definizione dell’identità di questo territorio. La proprietà si estende oggi per circa 190 ettari: sessanta di vigneto, dieci di oliveto e il resto occupato da boschi di quercia e castagno, utilizzati anche come riserva di caccia. Questo mosaico di coltivazioni e ambienti naturali rappresenta quel patrimonio di biodiversità unico che si ritrova nella qualità della produzione. I filari salgono lungo i due versanti della valle, dal passo del Sugame verso Dudda fino a Lucolena e al monte San Michele, a un’altitudine compresa tra i 400 e i 530 metri sul livello del mare. Si tratta di una posizione che assicura escursioni termiche ideali e maturazioni lente e complete. La maggior parte dei vigneti è stata impiantata tra il 1979 e il 1982, con qualche parcella più datata e un rinnovamento costante di quelle giunte a fine ciclo.


Sotto il profilo geologico, una matrice di scisti policromi, ricchi di manganese, ferro e metalli alcalino-terrosi, risalenti al periodo cretaceo-eocenico, dona al Sangiovese e alle altre varietà coltivate un carattere unico, di finezza e mineralità. Tra le uve rosse il Sangiovese la fa da padrone, poi Canaiolo e Colorino e ancora Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot e Merlot, che permettono di creare cuvée dallo stile più internazionale. Tra i vitigni bianchi si trovano Malvasia del Chianti, Trebbiano Toscano, San Colombano e Chardonnay. Il lavoro in vigna segue principi di compatibilità ecologica e rispetto della natura: potature corte, diradamento dei grappoli quando serve, concimazioni esclusivamente organiche. La vendemmia, tra fine settembre e fine ottobre, è manuale. L’impegno verso la sostenibilità è certificato dal programma “ViVa”, che valuta ogni anno l’impatto aziendale in termini di aria, acqua, suolo e gestione del vigneto.

Sin dagli anni Settanta Alessandro François ha creduto nello studio dei suoli e nella valorizzazione dei cru, individuando parcelle particolarmente vocate, ponendosi come pioniere in questo ambito. Il concetto di cru, oggi diffuso nel Chianti Classico, era infatti allora tutt’altro che scontato. Oggi a fianco di Alessandro c’è il figlio Simone: «Vogliamo tradurre, con sempre maggior profondità e con minori interventi possibili in cantina, l’identità del nostro territorio attraverso il timbro inconfondibile delle nostre uve, a partire da quelle del nostro Sangiovese». Un approccio paziente, fatto di piccoli aggiustamenti, di ascolto della vigna e di rispetto per i tempi della natura.

I vini
I vini fermentano in serbatoi di acciaio inox termocondizionati, dotati di sistemi automatici di controllo che regolano parametri fondamentali come temperatura, rimontaggi e ossigenazione del mosto. Lo stoccaggio avviene in serbatoi di acciaio e cemento vetrificato, mentre l’affinamento ha luogo nelle magnifiche, storiche cantine sotterranee del Castello, tra botti e barriques di rovere francese e impressionanti verticali di annate storiche; a questo proposito ricorda Alessandro François: «Quando abbiamo celebrato i cento anni dell’azienda ventiquattro anni fa, organizzammo una verticale a partire da quell’annata di novantatré anni: il vino era integro e, su sedici vendemmie tra il 1904 e l’85, tredici bottiglie erano perfette e solo tre mostravano stanchezza». Qui trovano spazio anche i locali dedicati alla produzione e maturazione del Vin Santo e all’olio extra vergine di oliva.


Oggi Castello di Querceto produce circa 350.000 bottiglie, esportando in tutto il mondo, con una gamma che spazia dal Chianti Classico nelle sue diverse tipologie fino a vini da varietà internazionali. Emblematico della tradizione di famiglia è il Chianti Classico Riserva che noi abbiamo assaggiato nella versione 2021. Affinato per 24 mesi, di cui 12 in botti di secondo e terzo passaggio, è un vino che vale la pena bere sia in gioventù – con le sue note intense di frutti rossi, violetta e toni di spezie e in bocca dal calore morbido – sia dimenticare in cantina a lungo per apprezzarne un’evoluzione che sarà certamente emozionante.
Contatti
Castello di Querceto
Via Alessandro Francois, 2, 50022 Greve in Chianti FI
Telefono: 055 85921