Vermentino e Ansonica per raccontare una bellissima storia di riscatto sociale.
Il progetto
Gorgona, con i suoi 220 ettari di superficie, esattamente un centesimo dell’Elba, è l’isola più piccola dell’arcipelago toscano. Al di là della bellezza del luogo, che abbiamo avuto la fortunata opportunità di visitare in occasione della presentazione della nuova annata di Gorgona Bianco, la sua peculiarità è che si tratta di un’isola carcere, ultima colonia penale ancora attiva in Europa. È qui che Lamberto Frescobaldi arriva a seguito di un’idea che lui stesso definisce ‘all’incontrario’, quando l’allora direttrice del carcere, la dottoressa Giampiccolo, in cerca di qualcuno che potesse aiutare a produrre un vino fatto come si deve sull’isola, dove c’era un ettaro di vigna, fa arrivare un’email a diversi produttori. L’unico a rispondere sarà proprio il presidente della Marchesi Frescobaldi, il quale inizia un percorso che porterà alla realizzazione di un progetto che va ben oltre la bottiglia.



Lo stimolo è importante, al di là della dimensione ridottissima dell’appezzamento su cui lavorare, perché Frescobaldi si rende conto di come sarebbe stato possibile mettere in atto un reale processo di reinserimento dei detenuti nella vita sociale. Tutto inizia la mattina del 3 agosto del 2012, quando si imbarca e raggiunge l’isola, conosce l’educatore Stefano Turbati che lo porta in vigna e gli fa conoscere i detenuti (oggi si chiamano ospiti) che se ne occupano. Il progetto prende vita e nel maggio successivo la prima vendemmia di Gorgona viene presentata al DAP a Roma; a settembre Lamberto Frescobaldi consegna all’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la magnum ‘numero 0’. L’anno dopo viene firmato un contratto di collaborazione con l’amministrazione penitenziaria della durata di 15 anni, con l’assunzione di due detenuti dedicati alla vigna, stipendiati direttamente da Marchesi Frescobaldi.

All’ettaro di Vermentino esistente se ne aggiunge un altro a febbraio 2015, coinvolgendo altri detenuti nel lavoro in vigna; oggi gli ettari sono in tutto 2,3 e sempre nel 2015 nasce anche Gorgona Rosso da alcuni filari di Sangiovese e Vermentino Nero da agricoltura biologica. Racconta Lamberto Frescobaldi: “Una bottiglia gira il mondo e porta con sé la storia di tutti coloro che si sono impegnati per produrla. Appassionarsi a quello che si fa con la vigna e il vino è probabilmente più semplice che con altri prodotti. E quando dietro la produzione di un vino c’è un progetto come questo, nato tredici anni fa, non possiamo che esserne orgogliosi. Il punto di forza di Gorgona sono i detenuti, che sull’isola possono sviluppare competenze legate al lavoro vitivinicolo.

Un progetto come Gorgona ha un impatto positivo sulla comunità. Nel senso che, una volta scontata la pena, i detenuti possono essere facilmente reintegrati nella società, poiché hanno acquisito competenze che li aiutano a tornare alla vita”. Chiacchierando ancora con Frescobaldi, emerge un pensiero ancora più profondo, una questione chiave, perché oltre a imparare un lavoro, il detenuto, che in generale arriva da un vissuto molto complicato, “trova una ragione per alzarsi al mattino”. “C’è la speranza da cercare in fondo al bicchiere – afferma ancora Frescobaldi – per questi ragazzi che hanno avuto una fase di smarrimento, ma che vogliono riprendersi la vita. È un onore essere qua, ricordo tutto, dal primo giorno ad oggi”.

Il vino
I vigneti sono impiantati su suoli ferrosi, sono protetti dai venti più violenti ma allo stesso tempo beneficiano della brezza che arriva dal mare, sul quale si affaccia il meraviglioso anfiteatro naturale che li contiene. L’etichetta cambia di anno in anno: quella di Gorgona 2024, prodotto come di consueto in 9.000 bottiglie, è dedicata alle cinquanta specie di farfalle che popolano l’arcipelago toscano, le “ali leggere” dell’isola.

Il vino, al quale gioverà certamente un ulteriore periodo di riposo in bottiglia, si compone di Vermentino, raccolto nella seconda settimana di settembre, e di Ansonica vendemmiato nella seconda settimana di ottobre: al naso presenta un’austera eleganza, con note di fiori mediterranei, sentori agrumati e di frutta esotica e infine piante officinali. Di notevole freschezza in bocca, ha una bella sapidità e una notevole lunghezza.
