"Potrei imbottigliare il vino avanzato per l'happy hour, sostituire un Bardolino con un Chianti o persino spacciare il Beaujolais, che alcuni titolari tendono ad acquistare in eccesso, per Côtes-du-Rhône." La confessione di un’addetta ai lavori sulla “truffa del vino”.
Scandalo a Parigi: Il "Trucco del vino" ai danni dei turisti
Un'inchiesta de Le Parisien ha svelato una pratica a dir poco “torbida” che sembra spesso affliggere la ristorazione parigina (e non solo): numerosi esercizi, specialmente nelle aree ad alta affluenza turistica, ingannerebbero infatti i clienti servendo vini di qualità inferiore rispetto a quelli ordinati. L'obiettivo? Massimizzare i profitti a discapito della fiducia dei consumatori. La rivelazione emerge dal primo episodio della serie video "The Tourist", basata sulle testimonianze dirette di numerosi camerieri parigini.
La Pratica del "rinvaso": vini sostituiti per maggiori guadagni
"Rinvasare" è il termine utilizzato da Sarah (nome di fantasia), una veterana del settore ristorativo parigino con trent'anni di esperienza, per descrivere questa tecnica fraudolenta: la sostituzione del vino richiesto dal cliente con un'alternativa più economica. "Potrei imbottigliare il vino avanzato per l'happy hour, o sostituire un Bardolino con un Chianti, che è molto più economico," racconta Sarah. "O persino spacciare il Beaujolais, che alcuni titolari tendono ad acquistare in eccesso, per Côtes-du-Rhône."


Questa pratica è stata ampiamente confermata da altri professionisti del settore, come Tristan (nome di fantasia), ex dipendente di una brasserie nel 18° arrondissement. "A parte i clienti abituali, tutti gli altri clienti venivano truffati," afferma Tristan, che ha lavorato nel vivace quartiere di Montmartre. "Quando vedevo arrivare i turisti americani sulle terrazze, sapevo che sarebbero stati ingannati."
Le richieste dei titolari
In molti di questi locali, a Tristan veniva regolarmente richiesto di servire un vino differente per evitare di aprire una nuova bottiglia più costosa, che avrebbe potuto deteriorarsi se non consumata rapidamente. "Il proprietario ci rimproverava se la bottiglia più pregiata finiva troppo in fretta," spiega. Solo in un'occasione un cliente ha scoperto l'inganno: si trattava di un sommelier esperto.


Per verificare la portata di questa pratica, la redazione de Le Parisien si è recata in una di queste strutture, accompagnata da due esperti sommelier: Gwilherm de Cerval, giornalista ed ex sommelier in diversi hotel di lusso, e Marina Giuberti, rappresentante dei commercianti di vino indipendenti dell'Île-de-France.
La prova sul campo: Il Sauvignon al Posto dello Chablis
In più occasioni, i professionisti si sono finti turisti ordinando vini specifici e hanno subìto la frode: sistematicamente è stato servito un Sauvignon, il vino più economico del menu a 5,60 €, al posto di vini decisamente diversi e più costosi come lo Chablis (8,50 €) o il Sancerre (7,60 €). E così via, con un divario spesso maggiore. Qui anche il video delle prove sul campo. Le rivelazioni raccolte dall'inchiesta non sono solo un affronto al portafoglio dei turisti, ma minano la fiducia che i clienti ripongono nei locali, un elemento fondamentale per un'industria basata sull'ospitalità e la qualità.