La piccola cantina che si comporta da grande grazie ad un investimento importante in termini di design, architettura, comunicazione e soprattutto sul piano produttivo. I Colli Orientali nella loro essenzialità, eleganza e identità.
Cantina Canus: l’elegante essenzialità dei Colli Orientali
Tra Udine e Gorizia si snoda una delle fasce collinari più celebri al mondo in fatto di vini. I Colli Orientali sono sinonimo di viticoltura di valore, nonché area geografica balzata agli onori della cronaca anche per la vicenda del Tocai friulano - ora solo Friulano -, una diatriba conclusasi con la cessione della denominazione in favore del Tokaji ungherese.
In quel di Corno di Rosazzo (UD) sorge Cantina Canus, con tanto di aree vitate che si affacciano su L’Argine a Vencò, il celebre ristorante di Antonia Klugmann. Decisamente delle colline dove il talento non manca e, se da un versante viene espresso dalla cucina vivace e diretta della chef, dall’altro i vini di Cantina Canus esprimono con armonia il terroir e i pendii friulani.
Essenzialità, eleganza e identità sono i tre capisaldi della cantina. Non solo i vini, ma anche le etichette e la sede stessa si rispecchiano in questi valori. Un progetto che ha visto susseguirsi tre diverse proprietà prima di Otto Casonato che, avendo respirato la bellezza e il valore del territorio, decise di investire e di prendere le redini di Canus nel 2015. “Otto Casonato è un osso duro, coriaceo, radicatissimo nelle sue sicurezze. Comprese la potenzialità e la bellezza di questo territorio, di Gramogliano e poi di Prepotto, ed iniziò ad investire con l'appoggio della moglie e delle figlie” spiega il direttore commerciale Edi Tapacino.
L’area vitata rimane inalterata - 10 ettari a Gramogliano e 5 a Prepotto -, ma si interviene sulla riqualifica del brand, della cantina in termini di design e architettura, e sulla valorizzazione delle risorse umane presenti. La ristrutturazione della sede aziendale è stata radicale: non solo la zona di vinificazione, ma anche la valorizzazione dell’area accoglienza.
La proprietà ha deciso di puntare su di un’immagine pulita, fine e studiata al dettaglio. Un cantina che con il suo design raffinato racconta la filosofia in bottiglia ancora prima di assaggiare i vini.
“Siamo una realtà di piccole dimensioni, quasi contadina in termini di produzione, ma allo stesso tempo facciamo qualità e siamo proiettati al futuro. Vogliamo tracciare una linea di accoglienza definita, non lasciata al caso, che possa magari influenzare altre realtà come la nostra” racconta Tapacino.
I vini
Assolutamente degne di nota le etichette: tutte apparentemente simili - tranne due, poi ne parliamo - quanto estremamente potenti nel veicolare il loro messaggio. “Martina Casonato, figlia di Otto, ha realizzato le etichette osservando il panorama delle colline del Collio friulano e sloveno. Ha quindi intinto la carta dell’etichetta nel vino rosso per differenti durate di tempo per creare un’effetto acquerello” racconta Tapacino. Un’intuizione efficace che rende unica, elegante ed essenziale la comunicazione dei vini di Canus.
Proprio come è essenziale il messaggio che i vini della cantina vogliono trasmettere. Si differenzia il Pignolo, con la stessa etichetta, ma con le colline in versione notturna agghindate con dei bagliori luminosi. E’ la perla, la chicca da pochissime bottiglie prodotta da Canus che l’azienda ha voluto celebrare dedicandole un look che risaltasse sugli altri. Oltre al Pignolo, la produzione di rossi di Cantina Canus annovera anche il Refosco dal Peduncolo Rosso, il Merlot e fra qualche anno sarà in arrivo lo Schioppettino, le cui piante sono state piantumate a Prepotto. A farla da padrona, è però la varietà di bianchi che trovano nel territorio dei Colli Orientali una delle migliori espressioni. Pinot Grigio e Chardonnay gli internazionali, Friulano - ex Tocai - e Ribolla Gialla gli autoctoni. Quest’ultima definita da Tapacino “la Superstar” in quanto ormai regina del mercato che la vede adatta a categorie di consumatori molto differenti.
“Uomini, donne, giovani, meno giovani, per accompagnare un aperitivo o abbinata a primi o secondi. Un vino bianco a tutto tondo che si sta ritagliando una fetta di mercato importante” spiega Tapacino. “Stiamo inoltre producendo una Ribolla Gialla Brut - ecco la seconda etichetta diversa in termini grafici - spumantizzata con un lungo metodo Charmat. Al momento la realizziamo in quantità ridotte, ma è un esperimento che ci piace portare avanti”. Ultimo, ma non ultimo, il Gramogliano, il grande blend di Cantina Canus, nato dalle uve cresciute all’interno del cru dell’omonima collina. E’ il vino che rappresenta maggiormente i valori dell’azienda e le potenzialità del territorio.
Se i vini hanno raggiunto una certa maturità e qualità, il merito è anche delle persone, delle competenze e delle scelte che, aiutate dal territorio, portano al successo di un progetto. Sotto la guida di Otto Casonato, opera Simone De Sabbata - responsabile della conduzione agronomica - che insieme al suo team si prende cura ogni giorno della terra e dei vigneti. “C’è anche Gianni Bignucolo, la nostra eminenza grigia. Esperienza e visione con 55 vendemmie e forse più da enologo. Tenutario dei segreti, di storie e dello sviluppo enoico della nostra regione” aggiunge Tapacino.
E non manca l'entusiasmo di Edi che crede profondamente nel progetto, per lui non solo un lavoro. Sempre appassionato nel raccontare le peculiarità di Cantina Canus, desideroso di far conoscere il suo Friuli e le sue eccellenze enoiche.
Contatti
Cantina Canus
Canus Srl Società Agricola
Via Gramogliano 21,
33040 Corno di Rosazzo Udine, Italia
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T.+39 0432 759427