Bolgheri, Etna, Langhe e Gallura sono solo alcune delle zone vocate in cui opera Falsini, uno degli enologi più celebri d’Italia che da vent’anni è parte del Gruppo Matura
La storia
E se vi dicessimo che per essere un fuoriclasse dell’enologia si dovesse rispettare la natura e il suo corso, e lasciare che le uve esprimessero se stesse senza piegarle al nostro volere? Consapevolezza del territorio, della materia prima e delle sue caratteristiche, limitazione delle tecniche invasive in cantina e libertà all’uva di dare il meglio di sé.
Sembra semplice, forse quasi un po’ deludente, il segreto di Emiliano Falsini, ma visti i risultati raggiunti, banale non lo è affatto, anzi. Fenocchio nelle Langhe, Chiappini a Bolgheri, Girolamo Russo sull’Etna, sono alcune delle aziende con cui è impegnato, così come la giovane realtà Cantina Canu nella rustica Gallura. I vini nati e accuditi dal suo tocco parlano di territorio, esprimono la propria personale identità, sono eleganti e bilanciati.
Falsini è infatti uno dei grandi nomi dell’enologia italiana e lo dimostrano i premi prestigiosi ottenuti, nonché la partecipazione in qualità di giudice ad importanti concorsi enologici internazionali come il Japan Wine Challenge, Vinoandino, Michelangelo Wine Competition, Finger Lakes Wine Competition e London International Wine Challenge. Inoltre Emiliano vanta una qualità non da poco: conosce bene il territorio italiano. La sua versatilità e la profonda conoscenza di aree e condizioni morfologiche che svariano dalla Sicilia al Piemonte lo rende unico nel panorama dell’enologia italiana.
Emiliano Falsini enologo nasce da una passione sviluppatasi a cavallo degli anni ‘90, periodo in cui il mondo enologico italiano ha compiuto passi da gigante in termini di tecnica e qualità. Da un interesse è cresciuto un sentimento travolgente che ancora oggi accompagna Emiliano. Nel mezzo, una laurea in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Firenze e una serie di esperienze in Nuova Zelanda, Argentina e California. Contestualmente Falsini inizia anche a collaborare con il Gruppo Matura e i due fondatori, Attilio Pagli e Alberto Antonini.
Oggi Gruppo Matura conta 12 professionisti fra enologi e agronomi che sono coinvolti in diversi progetti di consulenza. “Il nostro punto di forza è la diversità di visione di ognuno di noi e allo stesso tempo la capacità di integrare le nostre idee gli uni con gli altri. Ognuno ha la propria identità e approccio al lavoro, ma siamo accomunati dagli stessi valori fondamentali” spiega Falsini. Matura è quindi un gruppo composto da professionisti indipendenti che assolutamente non tendono ad omologare i vini sui quali lavorano. “Questo accade anche all’interno delle aziende che seguo io. L’omologazione dei vini è assolutamente da evitare e l’identità di ogni produttore va mantenuta e non snaturata. Ogni cantina ha delle caratteristiche che val la pena valorizzare” aggiunge Falsini.
I progetti
Tante le aziende che negli anni hanno deciso di affidarsi a lui. In Toscana, Piaggio a Carmignano, Chiappini a Bolgheri, Terenzuola fra Toscana e Liguria; poi Cantine Catabbo in Molise, Fontanavecchia nel Sannio, in Piemonte Fenocchio - con cui lavora da più di dieci anni -, Tabarrini a Montefalco; in Sicilia invece Cantina Grasso, Girolamo Russo, Paolo Calì sono aziende che rispecchiano la sua idea di vino e di legame con il territorio.
Recentemente invece si sta dedicando anche a nuovi progetti come Maugeri sul versante est dell’Etna e, in Sardegna, Cantina Canu, un'azienda che ha delle grandi potenzialità in un territorio molto interessante. “Tutte cantine con cui mi auguro di scrivere delle pagine importanti nel mondo del vino” spiega Falsini.
Oltre all’esistente, Falsini è sempre proiettato al futuro dei fine wines, perchè, sebbene molti canoni e etichette siano affermati da tempo, una delle sfide più importanti è quella di comprendere costantemente il mercato e i palati dei consumatori. “Stiamo assistendo ad un cambio stilistico. Si cercano sempre più vini giocati sulla freschezza, sull’eleganza e sulla bevibilità, alcolicità più contenute ed estrazioni ridotte” spiega Falsini. È una trasformazione che sta avvenendo a livello globale, per lo meno per quanto riguarda i paesi con consumatori educati al vino.
Ultima, ma non ultima, sfida da affrontare è il cambiamento climatico. “Tra i vini degli anni ‘90 e quelli odierni è evidente un aumento del grado alcolico causato da temperature più alte. Si cerca quindi di intervenire, ma i risultati non sono immediati e, in alcuni casi, ci potrebbero volere anni per capire se sia stata imboccata la strada giusta” spiega Falsini. Si sperimenta l’utilizzo di vitigni che si adattano meglio alle temperature, pratiche agronomiche diverse, interventi sulla sfogliatura, ricerca di zone geografiche meno soggette a stress idrico. Sono tuttavia soluzioni che non risolveranno il problema alla radice e dove i risultati spesso sono minimi.
Il sito web di Emiliano Falsini
Tel. +39 348.3965697