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Eolia Bianco V: il vino di una grande coppia dell’ospitalità che punta sull’Isola di Salina

di:
Marco Colognese
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copertina vini eolia

La bellezza di Salina in un’elegantissima Malvasia: Natascia Santandrea e Luca Caruso ci raccontano il loro progetto, dalla ristorazione alla produzione di vini sull’isola.

Il progetto

Gli ingredienti per regalare una veste romantica a un progetto in cui passione, amore e professione si integrano alla perfezione ci sono tutti. Così come una divertente serie di coincidenze che fanno di Eolia un marchio enologico particolarmente felice, oltre che di alta qualità.

Eolia Valdichiesa
 

E poi c’è Salina, che da quando la vedi per la prima volta ti si insedia nel cuore e da lì non se ne va più, come quell’incanto del Signum, un luogo differente dal semplice concetto di hotel, con quella regina dei fornelli che è Martina Caruso.

MARTNA CARUSO 2
 
Terrazza fine dining
 
signum Tortelli in brodo di gallina gambero rosso e tartufo nero
 

La storia d’amore, quella tra Natascia Santandrea e Luca Caruso, albergatore e tanto altro, si snoda in giro per l’Italia, perché le tappe principali sono Firenze e Salina, ma anche Orvieto (e poi vedremo perché). Natascia letteralmente cresce alla Tenda Rossa a Cerbaia, paesino poco distante dal capoluogo toscano: il ristorante di famiglia, cinquanta gloriosi anni di vita interrotti, almeno per ora, dalla pandemia, è stato uno degli storici locali in cui si sono sviluppate l’alta cucina e la storia della gastronomia italiana; con essa anche la tradizione delle poche grandi cantine di vera profondità.

Eolia Natascia e Luca 2
 

Racconta Natascia: “Io e Luca stavamo insieme da tempo, facevamo i pendolari e poi il covid ci ha cambiato la vita, perché ora passiamo insieme l’inverno a Firenze e l’estate qui a Salina. Da anni aleggiava l’idea di fare vino. Io ero un po’ impaurita, perché ero sì nata e vissuta in mezzo al vino e ai grandi produttori, ma solo da consumatrice e donna di sala. Lui però a un certo punto è stato irremovibile, mi guarda convinto e mi dice: ‘Dobbiamo fare il nostro vino e sull’etichetta ci dev’essere l’anno 2020!’”.

Eolia vigneti
 

Così, a estate inoltrata, trovano un paio d’ettari in affitto a Valdichiesa a Leni, vendemmiano e nasce il primo Eolia V. Facendo un passo indietro fino a un anno prima, si capisce come il dado fosse già stato tratto dalle parole del giovanissimo enologo orvietano Bernardo Ciriciofolo:Luca lo conoscevo dal 2001 perché era da vent’anni che venivo in vacanza con i miei genitori al Signum. Natascia invece l’ho conosciuta sempre con i miei alla Tenda Rossa qualche settimana prima di laurearmi in enologia a Udine, senza però parlare di questo progetto che è venuto fuori la prima volta a dicembre 2019, quando Luca e Natascia sono venuti a Orvieto per Umbria Jazz, mi hanno detto che c’era questa idea per Salina e mi hanno messo la pulce nell’orecchio. Sono partito per la Nuova Zelanda e sono rientrato proprio quando si sono decisi a iniziare, prima che io tornassi all’estero. Il destino era segnato.”

Luca Caruso
 

Ad assistere i tre nell’avventura di Eolia come mentore ci sono stati un grande vignaiolo amico come Salvatore Geraci e Mario Marsile per la parte agronomica. Ed è affascinante percorrere l’isola e rendersi conto di come i quasi sei ettari attuali con piante tra i venti e i settant’anni siano parcellizzati tra Malfa e Valdichiesa tra terreni con esposizioni e caratteristiche differenti l’uno dall’altro, dove la maggior parte delle vigne coltivate a Malvasia si ritrovano al loro interno con il Corinto nero, perché fino al 2009 qui si produceva solo passito che ne prevedeva una percentuale, così il blend si realizzava direttamente in vigna.

Cantina eolia
 

A proposito di vendemmia, qui ci si muove con l’Ape e poi col camion frigo, in condizioni per nulla semplici, così come non è semplice a volte neppure fare i trattamenti minimi necessari.

Eolia auto
 

I vini

Al momento le bottiglie prodotte sono tra le dodici e le tredicimila con l’obiettivo di arrivare intorno alla ventina di migliaia; tre le etichette, due bianchi e un rosso, con un prossimo rosato IGT Terre Siciliane da un vigneto a Milazzo. Da sei differenti parcelle tra i 250 e i 480 metri sul livello del mare alle pendici dei monti ‘gemelli’, monte Fossa delle Felci e monte Porri, antichi vulcani spenti che toccano quasi i 1000 metri, arriva Eolia V 2020 Salina Bianco in duemilatrecento bottiglie. I vigneti sono esposti a est e a ovest, sparsi tra frutteti, campi, cespugli di capperi e beneficiano sia delle escursioni termiche dovute all’altitudine, sia delle importanti correnti d’aria dal mare.

Eolia V
 

Le uve di Malvasia delle Lipari qui in purezza, raccolte manualmente, vengono diraspate e subiscono una pressatura soffice. Il mosto, estratto a freddo, subisce una decantazione statica tra le 12 e le 24 ore. La fermentazione dura una dozzina di giorni e l’affinamento avviene in acciaio sulle fecce fini con batonnage un paio volte alla settimana. Il vino va in bottiglia a ridosso della vendemmia successiva e ci rimane un altro anno prima di essere messo un commercio. Un’aromaticità tenue, la sua, che si sviluppa pian piano che la temperatura sale, allargandosi in una piacevolissima sensazione tra note iodate ed elegantemente erbacee con leggerissimi sentori balsamici. In bocca è netto, pulito, energico con una sapidità non troppo spinta. Un gran bel vino, da un gran bel posto.

Malfa
 
Eolia
 

Sito web dell'azienda

Foto dei vigneti, delle bottiglie e dell'azienda: @Giò Martorana

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