Il Gruppo Valenza regala nuova luce al Caffè Giacosa, insegna storica dell’ospitalità italiana strettamente legata al Negroni. La novità? Non se ne berrà un solo tipo. Ecco com’è cambiata la drink list.
Il locale
Torna a nuova vita una delle insegne che ha fatto la storia dell’ospitalità italiana e del bartending a livello internazionale. All’angolo tra via Tornabuoni e via della Spada riapre infatti lo storico caffè fiorentino Giacosa. “La sua rinascita è frutto di una serie di segnali che ho deciso di accogliere. È stato un po' come se questo marchio, che ho acquistato nel 2019, volesse tornare in vita e mi avesse scelto come mezzo. Credo che con la chiusura di Giacosa si fosse persa una parte importante della storia, non solo di Firenze, ma anche dell’Italia intera”, spiega Marco Valenza, proprietario del locale.
La storia
La storia di Giacosa risale agli anni ‘30 dell’800 ed è strettamente legata alla nascita del cocktail più venduto al mondo: il Negroni. La bottega dei Giacosa, inaugurata dai fratelli di cui porta il nome a Torino nel 1815 e replicata a Firenze nel 1860, nel 1934 venne infatti trasferita all’83 di Via Tornabuoni nei locali dell’ Ex Drogheria e Profumeria Casoni, dove si narra che in un indefinito giorno del 1919 il conte Camillo Luigi Manfredo Maria Negroni, grande viaggiatore che visse a lungo negli Stati Uniti, invece del solito miscelato a base di Vermouth (Vermutte come lo chiamavano allora) avesse chiesto al giovane barista Fosco Scarselli una modifica sostanziale: “Diminuisci il seltz e mettici del Gin, senza farti vedere”. Nacque così “un Americano come il conte Negroni”.
Ai tempi, come oggi, Firenze attirava i viaggiatori cosmopoliti del Grand Tour e il Giacosa in breve tempo diventò uno dei salotti d'Europa dove nobili e dandy si incontravano e trascorrevano il loro tempo. Punto di riferimento per l'aristocrazia e gli intellettuali di tutto il mondo, nel corso degli anni il Caffè perse però progressivamente lustro e fu messo in vendita più volte, finché la famiglia Bardelli non lo acquistò nel 1974, riportandolo alle antiche glorie. Nel 2001, poi, l’attività venne inglobata dalla boutique Cavalli, trasformandosi in Caffè Giacosa by Roberto Cavalli, fino a giungere alla chiusura definitiva dopo l’acquisizione del locale da parte di Armani nel 2017. Oggi, grazie al Gruppo Valenza, forte del rilancio di atri due bar tra i più antichi d’Italia quali il Caffè Gilli e il Caffè Paszkowski (risalenti rispettivamente al 1733 ed al 1903), anche questo pezzo di storia dell’ospitalità mondiale tornerà a brillare di nuova luce.
La ristrutturazione, che ha preservato l’immagine storica del locale, è stata curata dagli architetti di interior design Paolo Becagli e Alessandro Interlando, che hanno donato agli ambienti una sobria eleganza e restituito al Caffè quell’allure dandy sbiadita con il passare degli anni.“Lavorando da sempre in locali storici, è entrata a far parte del mio DNA la passione per la storia che certi marchi si portano dietro e questa mia passione è stata determinante per sposare il progetto Giacosa. I locali storici hanno la stessa funzione dei monumenti: cosa sarebbe Venezia senza il Florian o il Quadri, Padova senza il Pedrocchi o Roma senza il Caffè Greco. Entrare in un locale storico ti fa respirare l’appartenenza di quel luogo alla città, a patto che chi lo guidi ne abbia una gestione attenta. Gestire un locale storico è un mestiere che necessita molta sensibilità, perché non si tratta solo di conservare ma di rinnovare nel rispetto della storia e autenticità”, racconta Marco Valenza.
Le novità
Il primo menu di Giacosa, studiato da Luca Manni, bar supervisor del gruppo Valenza, ha quindi come protagonista l’aperitivo italiano declinato in tre sezioni principali che rappresentano il passato, il presente e il futuro di questo rito così amato nel Belpaese. L’omaggio alla tradizione è inevitabilmente lasciato al “classico” Negroni, dove la ricetta rimane invariata, ma cambiano le modalità di servizio o le tecniche di preparazione, come nel caso del Negroni shakerato.
La seconda sezione, invece, è dedicata alle rivisitazioni in chiave moderna della tradizionale ricetta come Gibson Negroni o il Cham-on!, personale rivisitazione di un Negroni Bianco. La Giacosa Creations, invece, è il nome dell’ultima parte, che propone le rivisitazioni di alcuni grandi classici dell’aperitivo italiano come il Garibaldi con Savoia Americano, Chinotto, arancia e cacao, o il Cardinale, arricchito da penetranti note d’incenso. Ad accompagnare i cocktail Giacosa propone anche una carta di dolci e salati come La Duchessina con patè di foie gras al cognac, composta di mele cotogne e nocciole, il Toast con pancarrè artigianale prosciutto e formaggio, il babà al Negroni…solo per citarne alcuni. “E’ un onore per me poter ridare vita ad un nome tanto importante per la mia città, ed un onere, che porto con grande orgoglio e piacere, quello di aver contribuito ad ideare i menù di realtà come Caffè Paszkowski, Caffè Gilli ed ora Giacosa” ha dichiarato lo stesso Luca Manni.