Da bere sia subito che tra una decina d’anni, è un rosso elegante capace di vincere la sfida con il tempo. Il Lu Patri di Baglio del Cristo di Campobello omaggia il padre dei vitigni siciliani e racchiude tutta la potenza del territorio in cui è prodotto.
Il Lu Patri di Baglio del Cristo di Campobello
L’azienda
È un’area fortemente vocata alla viticoltura quella dove si trova Cristo di Campobello: trentacinque ettari di vigna della Sicilia agrigentina, organismo unico di dieci microaree, proprietà accorpata di cinquanta ettari a Campobello di Licata. Terreno profondo, misto calcareo e gessoso, di giacitura collinare tra i 230 e i 350 metri sul mare e a soli otto chilometri in linea d’aria dalla costa.
Il 3 maggio di ogni anno si svolge il “Pilligrinaggiu a lu Cristu”, una tradizione religiosa che nasce da una bella storia di fede popolare: si racconta che più di duecento anni fa, un contadino che lavorava in queste terre ricevette una grazia a seguito di una sua invocazione al Cristo. Come segno di devozione, commissionò ad un artigiano del luogo un Cristo ligneo che fece erige in mezzo ai vigneti. Questo luogo, negli anni, divenne un punto di riferimento spirituale per la gente delle altre contrade. Ancora oggi, a distanza di più di due secoli, ci sono fedeli che ogni giorno raggiungono il Cristo per portare un fiore o per dire una preghiera. Ed ogni anno, come dicevamo, il pellegrinaggio: i fedeli, che arrivano dai paesi limitrofi, attraversando le campagne ed i vigneti, tra canti e preghiere, arrivano ai piedi del Cristo.
Il nome dell’azienda nasce, quindi, dal nome della contrada Cristo e dal nome del paese Campobello. L’ azienda, come racconta Carmelo Bonetta, “trae origine dalla consapevolezza delle potenzialità del nostro territorio. Dopo più di decenni trascorsi a produrre uve di grande qualità, che venivano acquistate da molte aziende siciliane e del resto d’Italia, in seguito ad una crisi economica del settore, arrivammo alla decisione di chiudere la filiera della produzione vinificando e imbottigliando in proprio con la costruzione della nuova cantina. Sapevamo di avere un territorio fortemente vocato, dalle peculiarità uniche: il terreno gessoso, capace di assorbire e trattenere l’acqua durante il periodo delle piogge per diventare poi, in estate, una sorta di serbatoio idrico naturale per le piante che vi attingono quando ne hanno bisogno, donando alle uve una spiccata acidità e un pH basso; un microclima ideale per i vigneti, grazie alle brezze marine che accarezzano le colline e consentono escursioni termiche anche di 20 gradi tra la notte e il giorno; infine, l’evidenza della qualità dei vini prodotti con le uve che vendevamo. Tutto questo ci convinse che sarebbe stato il caso di percorrere quella strada, nonostante i tanti sacrifici che ciò avrebbe comportato”.
Qui nascono vini dal grande carattere, con una produzione limitata all’andamento dell’annata e vinificata individualmente per ciascun vigneto, tutti con una grande longevità potenziale ma ottimi da bere anche subito.
Quest’anno, infatti - racconta Carmelo Bonetta - in occasione di Sicilia En Primeur, abbiamo voluto far assaggiare vini dall’annata 2011 alla 2022: è sorprendente che dopo svariati anni vini bianchi come il nostro Adènzia o il Grillo Lalùci siano ancora di colore vivo e acidità vibrante, con note terziarie di grandi complessità e sfumature.”
Il vino
Il Nero d’Avola Lu Patri è un vino che i fratelli Bonetta, Carmelo e Domenico (scomparso nel 2015), hanno voluto dedicare al loro padre: “Oltre a questa dedica a mio padre e, in senso più ampio, a tutti i padri, il Nero d’Avola è anche in assoluto il vitigno che rappresenta la Sicilia nel mondo, il padre dei vitigni siciliani, per cui non poteva che chiamarsi così.” Le uve per Lu Patri nascono da un impianto di sei ettari messo a dimora nel marzo del 2000 da una selezione di piante preesistenti da più di ottant’anni, con cinquemila piante per ettaro e una resa di 80 quintali. Vengono raccolte a mano in piccole cassette tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre.
A seguito di una pigiatura molto soffice vengono effettuati continui rimontaggi per estrarre le sostanze contenute nelle bucce: la macerazione dura circa diciotto giorni a temperatura controllata, mentre l’affinamento prevede quattordici mesi in barrique di rovere francese delle quali un terzo sono nuove. Passano almeno altri quattordici mesi in bottiglia prima che sia immesso sul mercato. Al naso questo Nero d’Avola in purezza presenta una bella balsamicità, note di erbe aromatiche e frutti rossi. In bocca è morbido, persistente e di un’intrigante complessità che avvolge con l’eleganza dei suoi tannini. Molto buono da giovane, sarà una grande sorpresa anche tra dieci anni.
Indirizzo
Baglio del Cristo di Campobello