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Heinz Kaiser: da farmacista a bartender, ecco chi è il re dei cocktail viennese

di:
Claudia Bartoli
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copertina heinz kaiser ok

La notizia

Bar manager e farmacista sono due professioni molto diverse tra di loro, ma se vi raccontassimo che ad esercitare entrambi è una sola persona, come la prendereste? Il “genio” in questione si chiama Heinz Kaiser, è austriaco e ha uno stile di vita decisamente impegnativo. Di giorno, infatti, consiglia i clienti sull’acquisto di medicinali, mentre la sera -shaker alla mano- prepara gustosi drink per i nottambuli di Vienna.


Il tutto avviene in un unico locale, il Dino’s Apothecary Bar, uno spazio noto alla movida cittadina per le sue “doppie attività”. Heinz ha studiato farmacia per la famiglia, così da non abbandonare l’attività che i suoi parenti portavano avanti dalla fine dell’800, ma la sua vera passione è la mixology. "La nostra farmacia a Drosendorf an der Thaya esiste dal 1895 e, poiché i miei fratelli non volevano seguire le orme dei genitori, sono stato costretto a farmene carico in un momento di difficoltà economica”. Poi la medicina e l’arte del beverage si sono unite e Heinz ha unito l’utile al dilettevole, anche se lo stress non è poco: inizialmente lavorava almeno 40 ore di giorno e altrettante di notte ogni settimana.



Il suo dottorato in farmacia e la tesi in erbe e piante officinali gli hanno consentito di partire avvantaggiato: nonostante abbia quasi 60 anni, Heinz sperimenta tutt’ora le tecniche della “miscelazione molecolare” con evaporatori rotanti, centrifughe e altri dispositivi high-tech. Attualmente produce anche distillati direttamente nel suo laboratorio, che poi fa provare alla clientela del bar. Qualche esempio di cocktail? Con il suo know-how di biologia avanzata, Kaiser riunisce nel bicchiere formaggio Roquefort e vodka, o interpreta il classico filetto bollito viennese sotto forma di bevanda con salsa all'erba cipollina e rafano di mele a base di rum.

skinny colada


Non gli manca, poi, l’animo imprenditoriale: il Dino’s durante il covid, infatti, è stato trasformato in un luogo in cui fare i test in modo da portare guadagno all’attività farmaceutica, mentre la parte beverage doveva rimanere chiusa. “Vedo il bar come in rifugio da cui le preoccupazioni dovrebbero restare fuori. Un’oasi di benessere, un soggiorno senza finestre dove rilassarsi almeno per un breve periodo”. E tra un cocktail e quello successivo, c’è pure il tempo di comprare la tachipirina.


Fonte: Rollingpin.at

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