La verticale
1977. Non è l’anno di fondazione della storica azienda Ruffino (che ha visto luce un secolo addietro, nel 1877), ma l’annata del primo vino assaggiato durante la verticale dedicata al Chianti Classico Riserva Ducale Oro, Gran Selezione. Un privilegio.Una verticale che ripercorre cinque decadi, dagli anni’70 fino ai giorni nostri. È così che l’azienda Ruffino celebra la nuova etichetta, con su scritto “semper idem”.
Una dicitura che ha un significato di identità, sostenibilità e innovazione, ideali che rispecchiano la filosofia di Ruffino, ancorata alla tradizione ma con uno sguardo sempre al futuro. Ad oggi, infatti, il 51% dei vigneti è stato trasformato in biologico ed entro due anni completerà il processo estendendolo a tutta la superficie vitata.
Gabriele Tacconi, Sandro Sartor e Daniele Cernilli
La storica realtà toscana deve essere considerata uno dei punti cardini del vino in Italia, non solo per l’anno di fondazione e la qualità del prodotto, ma anche per quanto riguarda l’export. È stata una delle prime a esportare e far conoscere il sangiovese nel mondo. Ancora adesso, il 90% della loro produzione è venduta all’estero, consentendo la presenza del Chianti Classico in 85 paesi del mondo.
La verticale, narrata dal critico enologico Daniele Cernilli insieme all'enologo Gabriele Tacconi negli eleganti spazi del Leon's Palace Hotel di Roma, testimonia tutto questo -e, tornando all’incipit, il 1977 è stata senza dubbio l’annata più sorprendente della degustazione.
Un vino che nonostante i suoi 45 anni di età regge alla perfezione, risultando fresco al palato grazie ad un’acidità importante, che lo mantiene giovane gli dona un gusto unico. Le altre annate assaggiate riguardano il 1982, 1988, 1996, 2005, 2015 e 2018. Ognuna con le sue caratteristiche e le sue diversità, dal blend degli uvaggi cambiati nel corso del vento, alla modalità di affinamento in botte.
Sandro Sartor
“Stasera abbiamo avuto la fortuna di poter apprezzare, a distanza di molti anni dalla loro nascita, vini che sono stati realizzati dal lavoro di persone che erano in azienda prima di noi. Mi piace pensare che a distanza di 30 anni si possa ancora parlare di questi vini perché qualcuno è stato in grado di custodire i terreni e l’ambiente nei quali vengono prodotti", ha concluso Sandro Sartor, Amministratore Delegato e presidente di Ruffino. Un vino prestigioso e un’esperienza che ricorderemo nel tempo.