Vini, Birre e Drink Week End Wine

Tal Lùc di Lis Neris: una perfetta emozione dolce in bottiglia

di:
Marco Colognese
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copertina lis neris

Tal Lùc di Lis Neris

L’azienda


Una grande cantina, un nome evocativo, un bel wine relais in un antico piccolo borgo rurale. Chiacchierando con Alvaro Pecorari a San Lorenzo, luogo dove la parte meridionale del Collio incontra la Valle dell’Isonzo e i suoi plateau glaciali, apprendiamo le origini del nome Lis Neris.



Troviamo questo termine, neris, per la prima volta sul catasto teresiano: è il nome di un piccolo appezzamento di terra nella parte sud del paese. Parlando con alcuni vecchi di qua mi hanno raccontato che proviene dalla cultura contadina di un tempo, quando lì andavano a lavorare le donne vestite di nero, con il grembiulone e la bandana, il vestito della fatica. Così abbiamo voluto unire il territorio al significato vero e abbiamo aggiunto anche l’articolo plurale femminile lis, le.” La storia di questa realtà, tra le più significative in termini di prestigio enologico, ora alla quinta generazione, inizia nel 1879.


Racconta Alvaro: “È una storia di famiglie contadine. Il mio bisnonno arriva da queste parti dalla pedemontana veneta; si stabilisce qui e iniziano le attività rurali: tutto ruota intorno a un uomo forte che detta legge e riesce a tenere insieme un gruppo familiare che cresce dal 1879 fino al 1954. In questo modo la famiglia diventa forte, acquisisce terreni, diventa un’entità che si fa valere sul territorio. Nel 1954 i nuclei che si erano uniti trovano ognuno la loro strada. Mio padre era con mia nonna; aveva perso il papà ancora molto giovane: riescono ad avere una delle case migliori della proprietà, quella più vicina alla chiesa e alla piazza del paese.


Ottengono anche 7 ettari di terreno e cominciano la loro esperienza. Lui era un uomo dinamico, pieno di entusiasmo, ma non aveva conoscenze, né tecniche né di studio, per cui ha lavorato soprattutto con la passione. Questo lo ha portato a seguire quello che era il modello friulano di allora, lavorando su un’ampia gamma di attività, dall’allevamento, ai seminativi, alla viticoltura, facendo un po’ di tutto, insomma, e al tempo stesso non riuscendo a concentrarsi su qualcosa di specifico. Così si è ritrovato catapultato in un contesto che negli anni ‘60 cominciava a prendere una certa fisionomia, in cui il vino in regione cominciava a farsi valere.



Lui che comunque era molto attento ha capito che doveva muoversi in quella direzione, per cui comincia a lavorare con più attenzione sulla viticoltura piantando Pinot bianco, Pinot grigio e Sauvignon che all’epoca era un vitigno sconosciuto ai più. Questi vini però non erano facili per il mercato locale, fatto di vino sfuso e in damigiana per le osterie dei paesi che avevano bisogno di vini molto semplici, immediati: Merlot e Tocai erano i due passe-partout in quel momento e lui si trovava in difficoltà.


È stato però lungimirante, perché quando anch’io ho cominciato a rendermi conto che questo poteva essere il mio campo d’azione, mi sono trovato in casa un percorso tracciato. Devo dire che con papà c’è stato sicuramente uno scontro generazionale: io gli contestavo il fatto che lui lavorasse per la quantità, mentre invece bisognava lavorare sulla qualità. C’è stato bisogno di qualche anno per mettere a punto tutto questo, ma alla fine ci siamo riusciti. Lui manca ormai da un po’ di anni però ha avuto tutto il tempo per capire che questa era la strada giusta.”


La svolta avviene nel 1981 e oggi Lis Neris ha oltre 70 ettari vitati tra il confine sloveno a nord e la riva destra dell’Isonzo a sud; dove un tempo c’era il mare le glaciazioni alpine hanno disegnato, scavandola, la valle dell’Isonzo. Un piccolo altopiano di ghiaie profonde, terreni dove i claps, ciottoli superficiali, garantiscono il drenaggio immagazzinano calore, trasmettendolo al terreno e favorendo la miglior maturazione delle uve. Da nord-est arrivano venti come la bora, con loro le escursioni termiche che aiutano tanto la concentrazione aromatica delle uve quanto il perfetto bilanciamento delle acidità.


Da queste interazioni arrivano vini che mettono insieme potenza ed eleganza, che abbinate in una sorta di felice competizione creano la giusta complessità. In vigna le operazioni sono tutte manuali, dalla potatura, alla selezione dei germogli, al diradamento dei grappoli fino alla vendemmia. I terreni vengono lasciati inerbiti, non c’è utilizzo di diserbi chimici e i trattamenti fitosanitari sono ridotti al minimo, garantendo l’integrità biologica del suolo.



Il vino


Questa è una terra che si esprime al meglio sui bianchi, sebbene non manchino i vini rossi di carattere. Lis Neris produce etichette di personalità e fascino spiccati, tra i quali una in particolare ci ha fatto innamorare. È dolce, di un’intensità fuori dal comune, frutto di un lavoro di cesello che parte nel 1995. Si chiama Tal Lùc e arriva da uve di Verduzzo e in minima parte di Riesling, residuale nel vigneto. Il processo di appassimento è molto delicato e il vino viene prodotto solo nelle annate giuste: decisamente tra i migliori dolci italiani, assaggiandolo si percepisce quanta cura gli sia dedicata.


L’appassimento arriva al limite, con concentrazioni di zucchero notevolissime, basti pensare che da un quintale d’uva si ottengono tra i 12 e i 13 litri di mosto contro i settanta abituali. L’appassimento sui graticci, lento e graduale, arriva tra i 120 e i 130 giorni. Fermentazione e maturazione si svolgono in barrique nuove e il vino non viene filtrato. Emoziona già alla vista, a guardarlo nel calice, con il suo colore giallo carico brillante, dalle sfumature ambrate. Al naso è una vera e propria esplosione di profumi che si muovono ed evolvono senza sosta, tra frutta candita, albicocca, dattero e agrumi, sfumature di zenzero e ancora note di miele e zafferano. In bocca è denso e allo stesso tempo scorre piacevolissimo con un’acidità che bilancia alla perfezione la dolcezza che non è mai stucchevole; regala sul finale piacevoli sensazioni di sapida mineralità. Definirlo stupendo non è un’esagerazione.


Indirizzo


Lis Neris

Via Gavinana, 5, 34070 San Lorenzo Isontino GO

Telefono: 0481 80105

Sito web

Wine Reporter

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