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La prima azienda del mondo che vende il vino pregiato in scatole di cartone: “Così abbassiamo i prezzi”. La scelta di Tablas Creek

di:
Massimiliano Bianconcini
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Copertina 2 tablas creek

La notizia

Si può presentare un vino pregiato in bag-in-box? Quanti consumatori comprerebbero un Amarone, un Barolo o un Franciacorta millesimato in scatola? La sfida alle abitudini ormai è aperta; e se finora il vino in box è stato sinonimo di vino economico, a buon mercato e di scarsa qualità, adesso un’azienda americana per prima sta scommettendo sulla possibilità di cambiare le abitudini e i gusti dei consumatori in nome della sostenibilità ambientale. L’azienda è la Tablas Creek Vineyard in California, che produce blend nello stile della valle del Rodano e vini varietali. La cantina si trova nel quartiere di Adelaida, a ovest di Paso Robles, nelle montagne di Santa Lucia.


La scorsa settimana Tablas Creek ha presentato una parte del nuovo Patelin de Tablas Rosé 2021, che si ispira ai vini della Provenza, in una confezione bag-in-box. L'equivalente di quattro bottiglie standard da 0.75 litri è stato lanciato sul mercato al prezzo di 95 dollari. Non proprio economico, verrebbe da dire. In realtà si tratta di un vero affare: il vino è venduto a 28 dollari a bottiglia, che moltiplicato per quattro fa 112 dollari. Il risparmio che Tablas Creek ha ottenuto dal cambio dei materiali di imballaggio e dai costi di spedizione, in parte è ricaduto anche sul consumatore. Il difficile adesso è far percepire che, nonostante l’imballaggio da grande distribuzione, la qualità del prodotto resta comunque alta.


La vera scommessa, però, è un’altra ancora: non certo risparmiare qualche dollaro su confezione e trasporto. Ciò che ha spinto Jason Haas, direttore generale di Tablas Creek, a lanciarsi in un’impresa che potrebbe costare molto all’immagine dell’azienda è il desiderio di impattare meno a livello ecologico. Non è un segreto che le bottiglie di vetro abbiano un'impronta carbonica evidente per l'industria del vino, che in altri settori è stata pronta ad adottare pratiche sostenibili per fronteggiare il cambiamento climatico: dai metodi di coltivazione all'uso di energia e acqua. Anche se il vetro potrebbe sembrare un prodotto ecocompatibile e riciclabile, il calore elevato per creare le bottiglie porta a un grande dispendio di energia. Inoltre, la forma stessa delle bottiglie è poco consona per l'imballaggio e il peso aggiunge un notevole impiego di energia per il trasporto. Infine, è anche vero che non sono poi molte le bottiglie che vengono riciclate nell’industria del vino.


Per anni, Tablas Creek ha fatto parte di quella piccola falange di innovatori dell'industria del vino per proteggere la terra sia in agricoltura che nel corso della vinificazione. Dal 2003 i loro vigneti sono certificati biologici; dal 2010 hanno incorporato elementi biodinamici nei loro processi; e nel 2020 hanno ottenuto il certificato di primo vigneto bio-rigenerato degli Stati Uniti, un riconoscimento che richiede la salute del suolo, il benessere degli animali e l’equo trattamento dei lavoratori agricoli. Jason Haas, quindi, non è stato affatto ingenuo nell’affrontare il dilemma se conservare o meno la bottiglia di vetro. «Nel lontano 2009, l'azienda ha deciso di alleggerire le sue bottiglie, un modo abbastanza semplice per ridurre l'impronta di carbonio del 10%. Anche se eravamo consapevoli del fatto che la tecnologia bag-in-box era molto più sostenibile a livello ambientale. Semplicemente all’epoca non sembrava fattibile vendere vino da 100 dollari in una scatola, quando la maggior parte degli altri prodotti vinicoli in box costavano e costano meno di 30 dollari».


L'anno scorso però Haas ha intrapreso una rigorosa e brutale valutazione dell'impronta ambientale dell'azienda, basandosi sulle tabelle di uno studio condotto per oltre 10 anni dalla California Sustainable Winegrowing Alliance, che ha rivelato quanto ogni elemento della viticoltura, la fabbricazione, l'imballaggio e la spedizione contribuiscono alla creazione dell’impronta. Il risultato è stato sorprendente: l'imballaggio da solo rappresenta oltre il 50 percento dell’impronta carbonica della sua azienda, in altre parole, «vale tanto quanto tutto il resto messo insieme», sottolinea Haas. Un argomento in favore “dell'imbottigliamento” del vino in scatole, che si aggiunge ad altre considerazioni di buon senso. Intanto il vino è destinato a essere bevuto entro pochi mesi, quindi non si tratta solo di emissioni di carbonio, ma di come conservarlo al meglio. Una volta aperta la bag-in-box il vino non inizia a degradare, come quando si tira un tappo di sughero. La sacca interna si sgonfia durante l'erogazione, impedendo all’ossigeno di entrare e conservando il vino per settimane.


Il Patelin de Tablas Paso Robles Rosé 2021 sarà in assoluto il primo vino di fascia alta ad essere presentato in una box, cosa che potrebbe dare un vantaggio competitivo all’azienda in un momento in cui la necessità di abbassare l’impatto ambientale a livello mondiale è sentito anche dai consumatori; pronti a cambiare abitudini pur di proteggere il pianeta. Il team di Tablas Creek Vineyard nei prossimi mesi testerà altre produzioni, mettendo a confronto i vini conservati in scatola e quelli conservati in bottiglia. Se la qualità sarà la stessa, quelle tipologie saranno disponibili anche in formato bag-in-box sul sito web dell'azienda.

Fonte: robbreport.com

Foto: Crediti Tablas Creek

Wine Reporter

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