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La Croazia imita il Prosecco, il nuovo vino Prosek fa discutere: viola le leggi europee di tutela?

di:
Luca Sessa
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Copertina Prosek

La Notizia

Dopo la guerra dello Champagne fra Russia e Francia, è la volta dell'Italia, impegnata in uno scontro enologico dell'ultim'ora con la Croazia. “Non possiamo tollerare che la denominazione protetta ’Prosecco’, una delle più emblematiche a livello Ue, diventi oggetto di imitazioni e abusi, in particolare nell’Unione europea”. Con queste parole Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D, si è rivolto alla Commissione Agricoltura del Parlamento Ue attraverso una lettera inviata al commissario all’Agricoltura Ue, Janusz Wojciechowski, dopo la notizia dell’avvio della procedura di riconoscimento della menzione tradizionale ’Prosěk’ da parte delle autorità croate.



Di fronte alla richiesta di tutela di una menzione, Prosěk (che è semplicemente la traduzione in lingua slovena del nome Prosecco), bisogna ricordare che il regolamento Ue sull’Organizzazione comune dei mercati agricoli stabilisce che le denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette devono essere tutelate da ogni abuso, imitazione o evocazione, anche quando il nome protetto viene tradotto in un’altra lingua” ha aggiunto De Castro.


Si profila all’orizzonte un nuovo caso Tocai per il comparto vitivinicolo italiano? Appassionati ed addetti ai lavori ricorderanno la questione legata al Tokaij ungherese che qualche anno fa vide l'Italia soccombere: il nostro paese dovette cedere infatti il nome all’Ungheria perché Tokaij è un luogo geografico, e quindi protetto dalle norme Ue, mentre in italiano era solo il nome di un vitigno e il famoso Tocai Friuliano da allora è denominato solo Friulano. Questa volta però la situazione è ben diversa per il Prosecco italiano perché con la revisione dei disciplinari del 2009 fu introdotto nell'area Doc anche il paesino di Prosecco in provincia di Trieste e quindi la denominazione è anche un nome geografico.


Immediata la reazioni anche da parte del mondo politico: “Non si tratta soltanto di scongiurare la confusione sui mercati ma di salvaguardare un diritto identitario. Stiamo parlando di prodotto che riconosciuto con la massima denominazione, la DOCG, con precise zonazioni” ha dichiarato il governatore del Veneto Luca Zaia, seguito dalle parole del sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio: “È irricevibile la richiesta presentata dalla Croazia di dare avvio alla procedura di riconoscimento della menzione tradizionale ‘Prosek’. La commissione europea blocchi subito questo tentativo e non proceda con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.


Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco docg ha condiviso la posizione del governatore Zaia e quella dell’europarlamentare De Castro, ritenendo fondamentale la protezione delle Dop rispetto ai regolamenti nei confronti dei produttori di qualità. “Si ritiene pertanto che la Commissione Europea debba essere garante dell’applicazione del regolamento dell’Unione Europea delle denominazioni assicurando che non si verifichino abusi, imitazioni, evocazioni del termine Prosecco, che definisce un prodotto legato esclusivamente a un territorio, ed è il risultato di una storia e un’identità uniche” ha affermato con una nota il Consorzio della docg.


Un vero attacco al Made in Italy e al prosecco nazionale che è il vino più esportato nel mondo ma anche il più imitato”: questa la dichiarazione ufficiale di Coldiretti. L’aspirante denominazione croata potrebbe creare confusione con il marchio italiano e danneggiare le esportazioni. “Una decisione che rischia di indebolire la stessa UE nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi come in Argentina e Australia” aggiunge Coldiretti.


Cosa spinge la Croazia a muoversi in questa direzione? Sicuramente il florido mercato del Prosecco: “L’aumento delle bottiglie esportate nel mondo dell’8% nel primo trimestre del 2021 ingolosisce i falsari con imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata dalla Coldiretti la vendita anche del Whitesecco e del Crisecco” chiude l’associazione di categoria.

Fonte e crediti foto copertina: Il sole 24 Ore

Foto articolo: Unsplash

Wine Reporter

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