Un’azienda molto attenta alla sostenibilità e autosufficiente sotto il profilo energetico, grazie a un impianto agro-fotovoltaico sospeso su un vigneto che dà energia per 200 kW. I vini di Muratori, dalla collaborazione con Riccardo Cotarella alla prova d’assaggio del Cisiolo.
L'azienda
La Franciacorta rappresenta una realtà enologica ricca di espressioni da conoscere. Tra queste, Muratori è una cantina di cui vale la pena approfondire la storia, che inizia nel 1999 con un altro nome, Villa Crespia, per poi trasformarsi nel brand nell’attuale. Un’impresa in movimento, in attesa di un’ulteriore evoluzione che porterà a realizzare un ambizioso progetto di accoglienza ancora in itinere. In azienda abbiamo incontrato Michela Muratori, terza generazione di una famiglia ancora impegnata nel settore tessile, parallelamente alla realtà enologica. Lei qui si occupa di marketing e comunicazione: “Siamo arrivati alla venticinquesima vendemmia, ma d’origine siamo e rimaniamo filatori tessili e commercializziamo filato di cotone. Questa è un’attività che pensavamo sarebbe andata a esaurirsi e invece il commercio del filo prosegue in modo fiorente.”

La metafora che Michela ricava, affiancando tessile e vino, è interessante: “Stiamo cercando di portare in cantina l’expertise che abbiamo acquisito nel tempo e speriamo di farcela a tradurre nel calice gli stessi concetti, come precisione, dettaglio, accortezza e pulizia.” In effetti si tratta di una visione confermata dall’avvio della collaborazione con Riccardo Cotarella per la gestione tecnica, a partire dalla vendemmia 2020: “Lui condivide con noi questi concetti, incluso il rigore nelle pratiche: è stata un’ulteriore conferma della bontà della strada intrapresa.”

Con il celebre enologo sono arrivate anche due nuove etichette di vino fermo a tiratura limitatissima tanto che non si arriva in tutto a 6000 bottiglie, il Mantorosso, un Pinot Nero in purezza e il Setticlavio, Chardonnay al 100%: “Dal 1999 facciamo solo Franciacorta Metodo classico e questo è un suo progetto. Eravamo un po’ timorosi perché si tratta di vini di struttura e di prezzo importanti, ma sul territorio sono stati molto apprezzati perché esprimono un potenziale inespresso e allo stesso tempo non snaturano il nostro core business.”

Che rimane il metodo classico Franciacortino, con una produzione di poco inferiore alle 400.000 bottiglie, ricavate dalle uve che si vendemmiano da circa 60 ettari, parte di proprietà e parte in affitto, distribuiti tra le sei Unità Vocazionali della Franciacorta su ventisei parcelle differenti.

L’azienda è molto attenta alla sostenibilità e sotto il profilo energetico è autosufficiente, grazie a un impianto agro-fotovoltaico sospeso su un vigneto che dà energia per 200 kW: “Siamo gli unici in Franciacorta ad averlo; è anche uno dei primi esempi in Italia di pannello solare nel vigneto. È stato installato nel 2011 e permette comunque alla vigna di essere soleggiata.” In campo è stata abbandonata la coltivazione biologica in favore della lotta integrata con interventi minimi perché le uve – ci racconta ancora Michela - non garantivano con essa la qualità necessaria.


Il contributo di Cotarella, che si affianca a Matteo, enologo di famiglia e cugino di Michela, si estende anche in vigna con un suo agronomo di fiducia: anche in questo caso, come in cantina, la ricerca della precisione è vitale, specie per quel che riguarda il momento ideale per la vendemmia. Per quel che concerne la cantina, si tratta di uno spazio davvero importante in termini dimensionali: un luogo tecnologicamente avanzato, in cui si mantiene una temperatura costante tutto l’anno, con una struttura che si sviluppa profonda sottoterra e sfrutta la gravità per la movimentazione dei mosti.
I vini

La gamma dei Franciacorta di Muratori sviluppa le sue caratteristiche lungo il minimo comun denominatore di una finezza che si esprime chiara in ogni bottiglia, incluso il Simbiotico, affascinante brut senza solfiti aggiunti prodotto in poche migliaia di bottiglie, fuori dal coro ma di notevole personalità.

Ci è piaciuto particolarmente anche il Cisiolo, blanc de noirs pas dosé da Pinot Nero. Cisiolo, qui in Franciacorta nel tardo medioevo era il nome di un vino effervescente da uve rosse. Il vino affina sui lieviti per almeno 18 mesi: se il naso rivela note di freschezza agrumata, in bocca è di bella sapidità, con un’acidità vivace che fa pensare a un’evoluzione felice in termini di complessità e ricchezza.

Contatti
Muratori Franciacorta
Telefono: 030 745 1051