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“Vite e Vite”: ecco il primo e unico evento del Nord Sardegna sulla viticoltura artigianale e green

di:
La Redazione
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copertina Vite e Vite

Non solo degustazioni e masterclass ma anche approfondimenti sul mondo del vino naturale con i produttori, con i ricercatori, con chi racconta cosa c’è dentro una bottiglia e con chi la vende all’estero.

*Contenuto con finalità promzionali

L'evento

Sono state intense e partecipate, nella paradisiaca cornice dell’isola di La Maddalena, le giornate della terza edizione di “Vite e Vite. Incontri con i vignaioli”, primo e unico evento nel nord Sardegna dedicato alle produzioni vitivinicole artigianali e sostenibili. L’iniziativa, anche quest’anno in apertura della manifestazione Giugno Slow, ha confermato e rafforzato la vocazione di Vite e Vite come spazio di incontro autentico tra vignaioli, pubblico e operatori del settore. “L’edizione 2025 ha segnato una crescita significativa in termini di presenze e di attenzione mediatica, con un’atmosfera di straordinaria piacevolezza, fatta di confronto sincero, dialogo e curiosità condivisa”, riferisce l’ideatrice Paola Placido, che dei naturali si occupa anche per lavoro come consulente di wine export.

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I partecipanti hanno apprezzato il programma variegato e poter conoscere da vicino oltre 150 vini delle 32 cantine presenti (in gran parte della Sardegna, ma anche dalle altre regioni e da altri Paesi). Grande attenzione per le due masterclass di approfondimento – andate subito sold out – dedicate ai vini, ai vitigni e a i produttori presenti in degustazione tenute da Giampaolo Giacobbo. Il contitolare Arkè, storico Distributore Nazionale Vini Naturali ha coinvolto diverse cantine italiane e francesi. E la presenza di produttori oltre i confini isolani ha arricchito il confronto con i vignaioli sardi e reso ancora più fertile il dialogo tra territori e visioni diverse del vino naturale.

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Seguitissimi i tour tematici in italiano e in inglese tra i banchi dei vignaioli, tenuti da Vasco Ciuti, assaggiatore Onav e da Alessandra Corda, sommelier Ais. Ma non era l’unica novità del 2025. Avvicinare la scienza ai wine lover può funzionare: ecco il grande successo del laboratorio/dimostrazione “Osservare l'infinitamente piccolo: il vino al microscopio”, tenuto da Marilena Budroni, professoressa ordinaria di Microbiologia agraria dell’Università di Sassari e dalla dottoressa Angela Bianco. Un altro momento di straordinaria partecipazione si è realizzato nel convegno “Artigiano ed etico, il vino delle piccole produzioni è aperto al mondo: la ricerca, le storie aziendali, l’internazionalizzazione”, che ha riunito figure diverse del mondo vitivinicolo per proporre contenuti trasversali. 

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Moderato dalla sommelier e comunicatrice di vino, Alessandra Corda, ha visto innanzi tutto l’intervento di Giacomo Zara, ricercatore di Microbiologia agraria dell’Università di Sassari con uno studio dedicato alla Malvasia. Alla coordinatrice di Slow Wine Coalition, Maddalena Schiavone, il compito di introdurre Dino Babic dell’associazione croata Istrian de Dignan, che ha portato la testimonianza del Presidio Vin de Rosa per la valorizzazione della malvasia istriana. Toccante e dal forte impatto emotivo il racconto di vita di Cristiano Saletti della cantina Terra di Pietra che ha dialogato con Giampaolo Giacobbo. In collegamento da Casa Maria Luigia di Massimo Bottura, Pietro Pitzalis, fondatore e direttore di Reporter Gourmet, insieme a Valentina Bardini, sommelier del ristorante Al Gatto Verdeper una testimonianza di una sempre maggiore attenzione della ristorazione contemporanea verso i vini naturali. Jonathan Gebser, vice curatore della guida Slow Wine ha presentato la call to action “Alleggeriamo le nostre bottiglie: il futuro del vino sostenibile”. Infine, Giuseppe Pinna, responsabile commerciale estero Cantine Argiolas, ha motivato i produttori isolani ad approcciare il mercato internazionale raccontandone le opportunità e divulgando la sua lunga esperienza sul campo.

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Accanto al vino anche il cibo buono, pulito e giusto grazie alla proposta gastronomica curata dalla Condotta Slow Food Gallura in collaborazione con il ristorante La Perla Blu, con un menù di piatti e taglieri realizzati con sole materie prime selezionate da produzioni locali e la possibilità di provare anche una birra artigianale. Ad accompagnare le chiacchiere e le degustazioni due concerti emozionanti: la musica del Matteo Leone Quartet, con Raixe e Scattered House Place, ha animato le serate in collaborazione con l’associazione Sarditudine - Festival Isole che parlano. Vite e vite, supportata da Comune di La Maddalena, Fondazione di Sardegna e Camera di Commercio di Sassari attraverso la rete Salude e Trigu, è tornata a essere vetrina della straordinaria ricchezza del territorio sardo. I vignaioli hanno infatti raccontato con passione e autenticità la varietà dei paesaggi, delle pratiche agricole e delle espressioni enologiche che fanno della Sardegna una terra unica nel panorama vitivinicolo.

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09 soci slowfood squadra cibo
 

Ancora più in forte, rispetto agli anni precedenti, la risposta da parte degli operatori del settore Horeca. Dopo l’incontro con i vignaioli alla manifestazione, molti ristoratori hanno scelto di dedicare un’intera sezione della propria carta vini alle produzioni naturali. Un segnale importante, confermato anche dall’adesione al Network Vite e Vite, la nuova iniziativa presentata in questa edizione e pensata per creare una rete stabile tra produttori, ristoratori e appassionati. Vite e Vite si conferma, quindi, un appuntamento atteso e sostenuto anche da sponsor privati, a partire da Grimaldi Lines e Euroglass, per la sua natura di progetto culturale in evoluzione. Un progetto capace di stimolare riflessioni sul consumo responsabile, sull’agricoltura sostenibile e sul valore delle relazioni umane costruite attorno a un calice di vino. “Tutto questo nella cornice di Giugno Slow e dell'opportunità concreta di vivere La Maddalena fuori dai consueti circuiti del turismo estivo, in un periodo in cui l’isola può essere apprezzata con calma, autenticità e consapevolezza”, afferma per la Slow Food Gallura la responsabile Simona Gay.

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L’intento culturale della manifestazione si posiziona ad alto livello per la capacità di promuovere un modello di turismo più rispettoso e consapevole, di attrarre un pubblico attento, sensibile ai temi della sostenibilità e di generare così un impatto positivo sull’economia locale.

Wine Reporter

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