Mondo Vino

Bill Koch, il collezionista top negli USA: “Vendo i miei vini a 15 milioni, impossibile berli tutti”

di:
Elisa Erriu
|
copertina bill koch

Avreste fatto lo stesso oppure no? “Dico addio ai miei vini per 15 milioni, impossibile berli tutti”. È la scelta di un collezionista dei record negli USA. Vediamo di quante bottiglie si tratta e tutti i retroscena della scelta.

La notizia

C’è chi colleziona francobolli, chi auto d’epoca, chi diamanti. E poi c’è Bill Koch, miliardario statunitense dal palato fine e dallo spirito enciclopedico, che ha preferito accumulare bottiglie di vino come fossero versi poetici in un canzoniere d’autore. Il risultato? Una collezione monumentale, che Christie’s si appresta a spacchettare in una tre giorni d’asta a New York, dal 12 al 14 giugno prossimi. In catalogo ci sono quasi 8.000 bottiglie, per un valore stimato non inferiore ai 15 milioni di dollari. Ma non è solo una questione di numeri: quella di Koch è una cantina che ha fatto la storia dell’enologia contemporanea, tanto da essere definita da Adam Bilbey, global head of wine & spirits di Christie’s, come “una delle più grandi collezioni di vino del nostro tempo”.

bill koch
 

Chi si aggira tra le scaffalature della residenza di Koch a Palm Beach, in Florida, si trova di fronte a un vero santuario vinicolo: un tempio climatizzato dove l’arte del collezionismo enologico si è fusa, per decenni, con la passione di un uomo che ha vissuto il vino come parte integrante della propria esistenza. “Costruire – e poi bere – questa cantina è stata una delle gioie più grandi della mia vita”, ha raccontato Koch, che non ha perso l’occasione per aggiungere una punta d’ironia, a Decanter: “Non serve un genio per capire che qui sotto c’è più vino di quanto potrei mai consumare, anche organizzando una festa ogni sera”. E così, via libera all’asta. Tra i lotti più preziosi spiccano vere e proprie icone dell’enologia mondiale: una cassa da sei magnum di Petrus 1990 e un lotto da quattro bottiglie del leggendario Mouton Rothschild 1945 – il cosiddetto “vintage della vittoria”, prodotto proprio nell’anno della fine della Seconda guerra mondiale – con stime che oscillano tra i 38.000 e i 50.000 dollari ciascuno.

bill koch sell 15m collection auction 3
 

Ma è il formato a colpire l’immaginazione: più di 750 bottiglie in versione maxi, tra jeroboam e methuselah, con oltre 45 etichette provenienti dal mitico Domaine de la Romanée-Conti. In particolare, un jeroboam da tre litri di Montrachet Grand Cru 1986 potrebbe raggiungere i 30.000 dollari, mentre un magnum di Henri Jayer, Vosne-Romanée Cros Parantoux 1990, potrebbe sfiorare i 38.000. Quella di Koch, però, non è solo una storia di acquisti a sei zeri. È anche un racconto di militanza attiva contro il lato oscuro del mercato vinicolo. Negli anni, infatti, il miliardario è stato uno dei più noti crociati contro le contraffazioni nel settore dei vini di pregio. Il suo nome è emerso più volte in battaglie legali di alto profilo, come quella che nel 2013 portò alla condanna di Rudy Kurniawan, uno dei falsificatori di vino più celebri della storia. Koch testimoniò in aula come parte lesa, contribuendo in maniera decisiva alla sentenza. Non è nemmeno la prima volta che decide di alleggerire la propria collezione: già nel 2016 aveva affidato a Christie’s una parte dei suoi tesori enologici. Ma questa nuova tornata rappresenta un evento di portata eccezionale per il mercato globale.

bill koch Boat International
@Boat International

L’asta newyorkese segna anche un momento importante per Christie’s, che torna sotto i riflettori della scena vinicola internazionale dopo una fase di rallentamento del mercato. Dalla fine del 2022, infatti, i prezzi dei vini da collezione hanno registrato un calo, con acquirenti sempre più cauti e selettivi. Eppure, il fascino delle bottiglie rare, soprattutto se legate a una storia personale affascinante come quella di Koch, continua a esercitare un’attrazione irresistibile. “Quando si raggiunge un certo livello di rarità, accompagnato da un nome e da una narrazione, c’è ancora chi è disposto a investire per aggiudicarsi quei lotti”, ha spiegato Edwin Vos, responsabile internazionale del dipartimento vino di Christie’s, recentemente volato a New York per supervisionare l’organizzazione dell’evento. “A un certo punto ci siamo trovati davanti a un’intera parete di bottiglie della Romanée-Conti. È una delle collezioni più straordinarie che abbia mai visto”. Il fascino non è solo romantico. A testimoniarlo è anche il mercato secondario: l’indice Liv-ex 100, che monitora i vini più collezionati, ha più che triplicato il proprio valore dal 2005 a oggi, dimostrando che l’investimento enologico – quando ben mirato – può essere non solo un piacere del palato, ma anche una saggia decisione finanziaria.

bill koch cellar
 

C’è qualcosa di profondamente umano e visionario nell’idea di costruire una cantina non solo per berla, ma per sognarla. La collezione di Bill Koch è un atlante liquido di decenni di ricerca, passione e ostinata bellezza: un’opera d’arte composta da bottiglie che raccontano epoche, territori e mani sapienti. Ora quelle bottiglie lasceranno la “cattedrale climatizzata” di Palm Beach per incontrare nuovi palati, nuovi collezionisti, nuove vite. E come ogni opera d’arte che cambia padrone, porteranno con sé l’impronta del loro creatore, un miliardario che ha saputo vivere il vino come un’avventura, e che oggi, con eleganza, cede il testimone.

Wine Reporter

mostra tutto

Rispettiamo la tua Privacy.
Utilizziamo cookie per assicurarti un’esperienza accurata ed in linea con le tue preferenze.
Con il tuo consenso, utilizziamo cookie tecnici e di terze parti che ci permettono di poter elaborare alcuni dati, come quali pagine vengono visitate sul nostro sito.
Per scoprire in modo approfondito come utilizziamo questi dati, leggi l’informativa completa.
Cliccando sul pulsante ‘Accetta’ acconsenti all’utilizzo dei cookie, oppure configura le diverse tipologie.

Configura cookies Rifiuta
Accetta