Il Vino e le Birre
Terzo appuntamento con gli assaggi più meritevoli del mese, ormai è assodato, riaperture o no, ciò che non si è mai arrestato e mai si fermerà è l’acquisto e il consumo di vino. Per districarci tra le migliaia di bottiglie sul mercato, però, qualche consiglio può essere utile. Ecco, dunque, che tra le etichette tricolore di vino si inseriscono due recenti ingressi brassicoli sul mercato italiano e una bollicina da capogiro direttamente dalla regione delle bollicine, la Champagne! Prendete appunti e come sempre… #beveteconsentimento.Tasca Almerita - Sicilia
Tempo di restyling in casa Tasca d’Almerita, a partire dal rinnovato design dell’immagine delle sue iconiche etichette. Da quasi due secoli (il 200° anniversario sarà il 22 maggio 2030) questo nome incarna una delle più antiche e prestigiose aziende vitivinicole a conduzione familiare d’Italia, con una evidente marcia in più, data dalle persone che la compongono. Una realtà enoica sensazionale, fatta di persone che lavorano come si deve e che hanno diversi avamposti enoculturali sull’isola. Questa volta ci immergiamo nel mezzo di una grandissima zona centrale, la Contea di Sclafani, caratterizzata dalla sua altitudine e biodiversità, che rende unica la Tenuta Regaleali. Tre le espressioni diverse di questo territorio unico: i varietali con il Buonsenso Catarratto Antisa e il Guarnaccio Perricone, gli internazionali con un sublime Chardonnay Vigna San Francesco e il Cabernet Sauvignon Vigna San Francesco, il Nozze D’Oro 2018 e il Rosso del Conte 2016 che incarnano la tradizione senza tempo. Ad entusiasmare è il rotondo Perricone, con il suo naso di fiori secchi e confettura di frutti rossi alternati a note confortanti di cuoio e foglie di tabacco. A rendere la beva coinvolgente ci pensa una linea sapida che accompagna dall’inizio alla fine. Avete l’imbarazzo della scelta, basta scegliere cosa stappare in abbinamento al momento più giusto.
Tenuta Cerulli Spinozzi - Abruzzo
Uno dei vitigni da sempre considerato minore che oggi però ha un grande successo e riscuote parecchio interesse tra gli estimatori. È il Pecorino, che nell’azienda abruzzese Cerulli-Spinozzi compare nella linea Cortalto. Una realtà che nasce a Canzano, in provincia di Teramo, a metà tra l’Appennino e il mare Adriatico, posizione invidiata da molti produttori. L’origine è stata innescata dalla fusione di due antiche proprietà agricole, quella della famiglia Spinozzi presente sul territorio già dal 1600 e quella dei Cerulli-Irelli di tradizione mercantile. Un’azienda esaltatrice del più genuino territorio abruzzese dove il vino è cosa seria: nel caso del Pecorino Colli Aprutini Igt, le uve provengono da vigne coltivate tra i 150 e i 200 metri d’altitudine e il risultato è un vino dalla bocca bilanciata, morbida e dalla spiccata salinità. Quando si parla di Pecorino non si può non parlare di longevità, e a dimostrazione del vero, nella mini verticale degustata il 2015 si è presentato ancora vivo e vibrante. Ma il più “in forma" è stato il Pecorino 2018, sapidissimo con note evolute come avesse dieci anni, leggero e profondo, accattivante con le sue note di frutta a polpa gialla matura ma sempre pimpante con acidità presente e in equilibrio con un profilo del vino pronto oggi, e grande anche domani.
Gradis’ciutta - Friuli Venezia Giulia
I suadenti vini bianchi del Collio, terra di confine da cui provengono produzioni di grande lustro. A Giasbana, località di San Floriano del Collio, la famiglia Princic, nome molto conosciuto in questo territorio, produce numerosi vini tra cui gli interessantissimi bianchi, come la tradizione bianchista vuole nella zona. La mano odierna è di Robert Princic, che ha ormai da tempo preso il timone con spirito di iniziativa e grandi capacità, e che dimostra il potenziale del territorio e il suo know how con un Pinot Grigio secco e ardito, fratello di altre sei etichette provenienti da uve a bacca bianca. È il bianco italiano più conosciuto nel mondo ma c’è Pinot Grigio e Pinot Grigio, in questo caso è potente e concentrato, degno di nota. Molto agrumato all’ingresso e poi in viaggio verso una leggera nota speziata che prende forma in cenni chiari di tè verde. Si continua con frutta leggermente matura, la mela gialla, la pera, e ancora una nota di melone bianco. È piacevolissimo da bere senza limitarsi di certo ad una bottiglia.
Tenuta Luce - Toscana
Ventiseiesima vendemmia per un vino simbolo dell’enologia italiana. Luce è il primo vino a essere prodotto da un blend di Sangiovese e Merlot a Montalcino. “Una bottiglia come Gesù, dopo questo non ce n’è più”, afferma sornione il Marchese Frescobaldi. Come dargli torto, d’altronde dalla tenuta nel cuore del Parco Naturale della Val d’Orcia, dichiarato nel 2004 Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’Unesco, arriva uno dei vini orgoglio del nostro paese. Il suo terroir parla di biodiversità, esposizioni fresche e ventilate, altitudini e suoli diversi, vale a dire un luogo d’elezione da cui provengono unicità. Valorizzazione e lavoro certosino fanno poi il resto, Luce oggi esprime in chiave personale e sorprendente la zona di Montalcino: potenza ed eleganza, ricchezza ed armonia. L’annata 2018 assaggiata è chiaramente ancora troppo giovane per esprimersi in tutto il potenziale ma già è parecchio amabile. Da quella che è stata una vendemmia abbastanza classica fatta di mezze stagioni e quindi con l’alternarsi dei vari momenti metereologici dell’anno, si ritrova nel calice un vino armonico, gradevole e molto in salute. Ammaliante con i suoi aromi di frutti neri, soprattutto more, chiare le spezie di pepe nero e tanta morbidezza al palato con struttura tannica solida e lunghissimo finale fresco.
Valle Reale - Abruzzo
La tappa imperdibile, ma anche il motivo del viaggio, è un’azienda dal carattere enoico più unico che raro, a Popoli (Pe). Sarete nella cantina Valle Reale dove conoscere un personaggio del vino di assoluto valore: Leonardo Pizzolo. Vignaiolo e creatore della virtuosa realtà immersa in un territorio ricco di biodiversità, colui che partendo da un vecchio vigneto di Montepulciano d’Abruzzo nel mezzo di una vallata circondata da montagne, decise di mettere in piedi una delle produzioni più importanti della regione. Vini peculiari, territoriali, identitari che esaltano i vitigni autoctoni e raccontano l’Abruzzo più vero, oltre a dimostrare il polso di un grande produttore. Troverete alcune delle migliori versioni di Montepulciano e Trebbiano in circolazione, tutte segnate dallo sbalzo termico tra il giorno e la notte in questa zona particolarmente accentuato che, tra i pregi, apporta profumi fini ed eleganti ai vini. Per capire di cosa si è capaci da queste parti bisogna assaggiare il Trebbiano d’Abruzzo Vigna del Convento di Capestrano, incredibile espressione del varietale, un trionfo di appagante complessità, ricco di agrumi, miele, erbe officinali, con note minerali e dal sorso succoso ed elitario. Ve lo ricorderete.
Planeta - Sicilia
Viene spontaneo chiedersi come riuscire a rinnovarsi sempre e continuare a stupire il proprio pubblico, Planeta ha esperienza da vendere in tal senso. Oggi lo fa con il suo White Album, una raccolta di vini bianchi con cui andare oltre il calice e quindi raccontare e valorizzare gli inestimabili paesaggi della Sicilia, continente vinicolo a sé. Tre territori, sei varietà principali, ben nove vini in totale, una raccolta di espressioni bianche ottenute dai capisaldi Grecanico, Grillo, Fiano, Chardonnay, Moscato Bianco, Carricante. Cangiante e diversificata la famiglia Planeta, assolutamente da assaggiare l’Allemanda Noto doc di uve 100% Moscato Bianco dall’intrigante e golosa bipolarità, tenue e penetrante insieme, secco e con intensi sentori floreali e agrumati della varietà aromatica che qui cresce ricca. White Album è anche una delle Winery Experiences proposte da Planeta nelle proprie tenute e nella Foresteria. Il tour prevede una visita dei vigneti e della cantina, una degustazione guidata di quattro vini bianchi accompagnata da piatti e specialità locali “in white”. Cosa aspettate?
Tenuta di Tavignano - Marche
Quando si compie un giro di assaggi degno di nota, le Marche non dovrebbero mai mancare. Forse ancora troppo poco conosciute, regalano sprazzi di altissima godibilità, dentro e fuori il bicchiere. È il caso della tenuta di Tavignano e del suo maestoso Misco Riserva, figlio della zona classica del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Un fenomenale lavoro quello svolto sul Verdicchio da parte di Ondine de la Feld Aymerich e Stefano Aymerich di Laconi, qui espresso dal Riserva: un vino maturo per costanza qualitativa, dall’espressione aromatica cangiante, figlio di un singolo cru esteso su un ettaro. Rappresenta l'espressione più elegante del concetto aziendale di terroir, capace di evolversi grandiosamente tramite affinamenti il più neutri possibile tra acciaio e bottiglia, così da preservare (ed esaltare) il varietale. Evidenti il profilo gusto-olfattivo sapido e minerale, la vivacità aromatica gioca tra la frutta gialla matura, mango in primis, ricordi mielati, frutta secca e mandorla dolce, la bocca è piena, carnosa e dalla lunghissima persistenza.
Podere Torre Terza - Toscana
La Vernaccia di San Gimignano DOCG Brunora, è il vino simbolo di Podere Torre Terza, la cantina di famiglia di Bruna Baroncini che oggi rientra nel gruppo di Tenute Toscane. Tutti avranno sentito almeno una volta parlare di Vernaccia, meno si saranno dedicati a degustarne i tratti distintivi di un vino particolarmente interessante. La Vernaccia di San Gimignano compare addirittura nella Divina Commedia ed è stata la prima DOCG in Italia.
Insomma, un nonno dei vini italiani non per età ma per saggezza ed esperienza dimostrata nell’evoluzione e percorso compiuto, diventando oggi un grande vino. Nella Brunora, con uvaggio 90% Vernaccia più 5% Chardonnay e 5% Sauvignon, è la caratteristica mandorla, tipica del varietale, a firmare l’assaggio. Un naso progressivo ed espressivo che richiama chiaramente le note di frutti non a piena maturazione, mela golden, pesca gialla alternata a punte di ananas ma anche nuance di mimosa e miele che l’affinamento in legno può trasmettere. Se una volta la Vernaccia era considerato il facile vinello da bere sfuso, oggi è decisamente interessante, e la Brunora di Torre Terza ne è un valente esempio.
Santa Tresa - Sicilia
Leggerezza e agilità di beva. Avete voglia di bere qualcosa di non troppo impegnativo e che scorra facilmente, semmai in aperitivo con i pomodori secchi e le fave siciliane di Cottoia? Il frappato autoctono isolano di Santa Tresa è ciò che fa per voi. Oltre ad essere il protagonista indiscusso del Cerasuolo di Vittoria, contribuendo insieme al Nero d’Avola a mantenere alto e identitario il carattere di questa Docg, il Frappato ha saputo imporsi, con merito, anche nella versione in purezza che dichiara assoluta versatilità, soprattutto a tavola. Diverse le sue declinazioni, anche spumantizzato, il rosso fermo Rina Russa lo riconoscerete per l’inconfondibile presenza di fragoline selvatiche al naso e la costante freschezza durante l’intera bevuta.
Billecart-Salmon - Champagne
La “Cuvée Elisabeth Salmon” di Billecart-Salmon 2008 è uno champagne fuori classe, di quelli che ogni appassionato dovrebbe bere almeno una volta nella vita. Si, perchè non è così semplice riuscire ad accaparrarsi una bottiglia di questo meraviglioso frutto di una gestazione durata anni. Nacque nel 1988 per onorare il nome dalla co-fondatrice della maison, Elisabeth Salmon, ed è un brut rosé di rara eleganza e complessità, prodotto solo nelle annate considerate migliori da uve Pinot Nero e di Chardonnay. La 2008 è stata una vendemmia tardiva terminata ad ottobre, a cui vanno sommati i dieci anni trascorsi sui lieviti, da cui deriva una bomba di meraviglia e una assoluta carezza ad ogni sorso. La prestigiosa cuvée possiede la freschezza del ‘96, la potenza del 2002 e la finezza del 2007; la vinificazione in piccole botti di legno, la fermentazione a bassa temperatura a favore dell’eleganza e la disponibilità delle migliori uve della regione, sono i fattori che permettono a Mathieu Roland-Billecart di produrre un vino irresistibile. Il carattere fresco e pimpante lo rende diamentralmente opposto ai rosè carichi di frutti rossi e sostanza, qui si esalta la linfa agrumata, il fiore della fragola, le scorza candita di arancia, il legno di cedro. Uno champagne concentrato ma non per eccessi di materia se non per eleganza ed energia, meraviglioso già al debutto, invecchierà magistralmente.
Oltre il vino, anche due birre appena presentate sul mercato.
Birra Chimay
Sapevate che il birrificio trappista Chimay è tenuto in vita (e in fermento) dalla comunità monastica da oltre 150 anni? Il nome Chimay lo avrete visto spesso in giro, ma una grande novità brassicola riguarda la recente presentazione in Italia della nuova birra Chimay 150 dal tappo verde che affianca la Rouge in produzione dal 1862, l’iconica Grande Rèserve nata nel 1956, la Triple del 1966 e la Chimay Dorée. Con i suoi 10% vol color oro pallido, la spiccata speziatura e la bevuta piena, questa Chimay era già stata prodotta nel 2012 per celebrare i primi 150 anni di storia di Chimay, ma solo per quell’occasione. Oggi sarà disponibile in maniera permanente con tutta la sua ricchezza e potenza: il naso è balsamico e agrumato, spezie (utilizzata una specifica e segreta) ed erbe aromatiche si alternano al sorso che continua con cenni lievi di affumicato. Disponibile a partire dal 1 giugno!
Birra Kozel
Kozel, la lager ceca più venduta al mondo, è arrivata anche nel nostro paese nelle versioni Lager e Dark. La birra che prende il nome da un caprone, nasce nel 1874 a Velké Popovice in Repubblica Ceca, e da quest’anno entra nel portfolio di brand Birra Peroni che la produrrà nello stabilimento di Padova. Se la Kozel Lager è leggera, morbida e gradevolmente luppolata, la Dark, sempre lager, ha il colore di una porter con i suoi quattro diversi malti, i tipici sentori di caramello e cioccolato, il sorso corposo pur mantenendo un’elevata facilità di beva anche grazie ai 3,5 gradi alcolici.