La Notizia
Inutile dire che il 2020 si fisserà nella nostra memoria e sui libri di storia per la pandemia mondiale da coronavirus, ma per alcuni è stato un anno favorevole, specie perché proprio mentre noi ce ne stavamo rinchiusi in casa costretti dal lock down, è sembrato che la natura si sia ripresa i propri spazi. È stato proprio il clima straordinario – quasi una beffa, si potrebbe dire – a tenere i produttori di vino col fiato sospeso fino alla vendemmia, ma per qualcuno in particolare l’annata 2020 sarà eccezionale.È quello che pensa Axel Heinz, uno dei nomi più importanti a livello mondiale, uno degli Enologi, con la e maiuscola, che dalla nativa Germania si è spostato in Francia per poi approdare in Italia e legare il proprio nome a doppio filo con una delle aziende più famose del mondo, ossia Ornellaia.
Vera e propria star del vino, amatissimo negli Stati Uniti, Heinz è oggi uno dei grandi fautori dei Super Tuscan che tengono alto il nome di questa parte di costa toscana, sulla scia del grande predecessore Michel Rolland. Bordeaux e il suo metodo restano il mito e il modello a cui la zona di Bolgheri si ispira ininterrottamente dai primi anni 80, un’area il cui terroir è particolarmente favorevole per realizzare vini dal linguaggio francofono e che quindi non cessa di attirare i più grandi esperti di enologia e quindi i bevitori più appassionati. "Penso che sia una questione di terroir e il clima particolare e peculiare della costa, combinato con i suoi suoli che sono marcatamente diversi dalla Toscana centrale", ha detto Heinz. "Le cose sono abbastanza diverse sulla costa in quanto il clima è molto più mite e crea condizioni perfette per tutte le varietà bordolesi, che trovano un'espressione particolare, più mediterranea, matura e un po’ più opulenta", ha raccontato recentemente Heinz a Wine Spectator.
Direttore ed enologo di Ornellaia dal 2005, pluripremiato con riconoscimenti alla sua professione, ha saputo mantenere e incentivare il profilo dell’azienda, puntando il massimo della ricerca sulla qualità costante del Masseto, l’etichetta principe che negli ultimi 20 anni si è spesso aggiudicata il riconoscimento di 100/100 dai più importanti critici del mondo, da Parker a Wine Spectator, ma valorizzando di pari passo anche i figli minori quali Le Volte e i bianchi: "Stiamo provando ed esplorando quanto sia grande un vino bianco che possiamo produrre in questo bel territorio", ha detto. "Fare un grande vino è un lavoro che dura tutta la vita, quindi sappiamo che possiamo ancora fare molto meglio di quanto stiamo facendo, ma nel frattempo siamo contenti del feedback che riceviamo per questo vino".
Heinz vanta anche il record di gestione più longeva dell’azienda, e può ben registrare tutte le evoluzioni che nel corso di 15 anni hanno subito i vini di Ornellaia, non solo per assecondare il gusto del mercato, ma anche per l’evoluzione dei vigneti e delle tecniche in cantina. Nuovi vigneti hanno aggiunto sfumature ai vini e la forza del terroir della tenuta è stata una chiara linea guida per lo stile e per i suoi produttori di vino.
"Penso che ogni produttore di Bolgheri condivida una filosofia comune, che è legata al fatto che tutti noi abbiamo il privilegio di contribuire in qualche modo alla nascita di un grande terroir che per decenni è passato inosservato", ha detto.
La pandemia non è stata facile per Ornellaia. Il rosso Le Volte è stata indubbiamente l’etichetta più venduta nel mondo, complice il lock down che ha tenuto i ristoranti chiusi ma che ha favorito la vendita al dettaglio. Ma con ottimismo Heinz conclude i mercati a livello mondiale, specie negli USA, hanno risposto molto bene, a dimostrazione del fascino incrollabile di quest’azienda.