Mondo Vino

I 7 libri sul vino più importanti di sempre che ogni appassionato dovrebbe leggere

di:
Alessandra Meldolesi
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La Notizia

Paolo Monelli, Il Ghiottone Errante (1935)



A cavallo fra cibo e vino, questo volumetto agile rappresenta l’atto di fondazione della critica enogastronomica italiana, con la sua rassegna decontratta di osterie, fiaschi e copiose leccornie. È il frutto della raccolta degli articoli pubblicati da Monelli sulla “Gazzetta del Popolo”, che aveva sguinzagliato il suo brillante inviato in giro per l’Italia.


Mario Soldati, Vino al Vino (1969)



Il capolavoro enoico di una delle personalità più eclettiche del Novecento, scrittore, regista, giornalista, sceneggiatore. Disegna con penna leggera una mappa del vino italiano fuori dalle rotte scontate: non solo Piemonte e Toscana, ma le denominazioni a venire della provincia profonda, scovate alla ricerca di genuinità in tempi non sospetti, dall’Umbria alla Sardegna, alla Calabria, ai fiordi aguzzi della Liguria. I viaggi sono tre, svolti nell’autunno del 1968, 1970 e 1975. Folgoranti le conclusioni: “I nostri vini sono schietti e squisiti soltanto quando sono un prodotto artigianale: sono preziosi soltanto quando non sono pregiati”, scriveva Soldati, schierato contro il culto dell’etichetta e del grande vino in favore di una poesia elusiva, che sfugge per definizione alla prova dell’anello dell’avaro di De Sanctis, con cui vagliare l’uovo grosso da comprare.


Hugh Johnson e Jancis Robinson, Atlante mondiale dei vini (1971)



Più volte aggiornato, fino all’ottava edizione di recente pubblicazione, il volume offre una panoramica sui vini del mondo, considerando vitigni, aree di produzione e produttori. È ampiamente corredato di mappe che illustrano le diverse condizioni pedoclimatiche e culturali, tanto da rappresentare un riferimento imprescindibile per tutto il mondo del vino. Si calcola che finora abbia venduto quasi 5 milioni di copie.


Luigi Veronelli, Bere Giusto (1974)



Dalla personalità più carismatica dell’enogastronomia italiana, un libro (fra i tanti) che è qualcosa di più di un manuale per aspiranti sommelier. Vitigni, modalità di vinificazione, bottiglie e bicchieri, tecniche di degustazione, denominazioni raggruppate per regioni, con tanto di cru e di “marche”; ma anche un approccio generale al vino e alla sua essenza. Perché “ogni vino bevuto ha il suo racconto”.


Émile Peynaud, Il Gusto del Vino (1996)



Viene considerato tuttora il libro di riferimento sulla degustazione. Incontournable, direbbero i connazionali di Peynaud, enologo che ha rivoluzionato il settore. Passa in rassegna la pratica e la disciplina della degustazione, il ruolo della memoria e dei sensi, l’esame visivo, olfattivo e gustativo, le tecniche di assaggio, gli errori più comuni, gli equilibri e gli squilibri, gli esercizi e la formazione del degustatore nonché le tecniche di servizio, con tanto di glossario per rispondere finalmente alla domanda delle domande: cosa fa la qualità di un vino?


Sandro Sangiorgi, L’Invenzione della Gioia (2011)



Tutta la poesia del battitore libero del vino italiano. Si compone di quattro parti: “Approccio al vino”, che introduce all’assaggio e alla descrizione; “Le parole del vino”, sorta di dizionario filosofico dei termini utili per fissare le sensazioni senza tecnicismi; “La dispensa”, di carattere più nozionistico, con il contributo di altri autori; “Visioni e letture”, con le illustrazioni di Marcello Spada e una piccola antologia personale.


Armando Castagno, Borgogna, le vigne della Côte d’Or (2017)



È italiana l’opera definitiva sul sogno proibito degli amanti del vino: l’ha scritta Armando Castagno, autore che unisce come raramente accade alle straordinarie doti di degustatore l’eleganza stilistica e la cultura umanistica. Sviscera fin nella più infima parcella un terroir straordinariamente complesso, come non era mai stato fatto in precedenza.

Wine Reporter

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