L’Alto Cocktail Festival si conferma come uno degli appuntamenti più vivaci e ricercati del calendario estivo italiano. Giunto alla sua quarta edizione, il format indipendente ideato sul rooftop di Alto a Cervia ha consolidato il suo ruolo come hub delle connessioni tra mixology e cucina d’autore, tra grandi interpreti dell’ospitalità italiana e pubblico curioso e competente.
Un festival fluido, fortemente voluto dall’host e barman Niccolò Amadori, a cavallo tra fine dining e comfort food, tra atmosfere lounge e ricerca di contenuti, che racconta l’Italia attraverso il filtro dell’abbinamento cocktail & food. Due anime per ogni serata – cena seduta e formula più dinamica in zona piscina – e un'unica visione: costruire relazioni tra le persone, attraverso il piacere condiviso del bere e del mangiare bene.

Due anime, un solo spirito
Ogni serata è stata strutturata con una doppia proposta, pensata per esaltare diverse esperienze sensoriali e sociali. Da una parte, l’area ristorante ha ospitato cene a quattro mani con menu di alta cucina abbinati a cocktail d’autore, in un percorso di pairing studiato con precisione e creatività. Dall’altra, nella zona piscina, prendeva vita un format più informale ma altrettanto curato, dove la pizza di grandi maestri pizzaioli italiani veniva abbinata ai drink dei bartender ospiti, in un clima di autentica convivialità. Una doppia formula che ha messo in dialogo due icone italiane – pizza e cocktail – dimostrando come l’abbinamento possa essere un terreno fertile di sperimentazione e accoglienza, anche lontano dalle strutture canoniche dell’alta ristorazione.

23 Giugno – Romagna & Dintorni: la forza delle radici
La serata inaugurale ha esaltato le sfumature della Romagna contemporanea, un territorio che sta vivendo un rinascimento gastronomico e culturale. A rappresentarla in cucina, Mariano Guardianelli di Abocar due cucine (Rimini), chef argentino ormai romagnolo d’adozione, capace di unire identità e tecnica in piatti poetici e multisensoriali.

In pairing, il duo Jimmy Bertazzoli e Marco Gennari di Aguardiente (Marina di Ravenna) ha portato sul rooftop l’anima tropicale del rhum, con una miscelazione evocativa, profonda, mai banale, stilisticamente precisa.

Il menu nel dettaglio:
- Pomodoro, cocco e tamarindo
Un antipasto vegetale che gioca sui contrasti dolce-acido con grande equilibrio. In pairing, un cocktail brillante con bollicine francesi e menta, perfetto per aprire le danze con freschezza e aromaticità. - Animella glassata con salvia e dulce de leche
Un piatto audace e carico di suggestioni: il dolce salato del caramello latino incontra la grassezza dell’animella. In abbinamento, un drink sontuoso con Campari, mandarino e Perrier, a fare da ponte tra amaricante e agrumato.

- Tortelli di melanzana, timo limonato e gallina
Eleganza romagnola con un twist orientale, perfettamente esaltata da un cocktail al matcha, curry verde e clorofilla, che ha portato freschezza erbacea e speziatura sottile. - Spaghetti alle cozze
Apparentemente semplice, in realtà stratificato e tecnico: sapidità marina in un boccone pulito, che ha fatto da passaggio ideale verso il piatto principale. - Faraona, albicocca ai tropici
Un secondo pieno di sole, con frutta e volatile in una sinfonia calorica, accompagnata da un cocktail intenso con cocco, ananas, maracuja, mandorla di Corrado Assenza e bergamotto: uno dei pairing più potenti della serata.

Nella zona piscina, Nècessaire ha lavorato a quattro mani con i maestri pizzaioli di O’ Fiore Mio, proponendo una lettura contemporanea della pizza d’autore, in abbinamento a drink capaci di dialogare con impasti complessi, topping inusuali e contaminazioni territoriali.
24 Giugno – Roma & Dintorni: la capitale in versione liquida
La seconda serata ha acceso i riflettori su Roma e sulle sue nuove leve, protagoniste di una rivoluzione silenziosa tra bistrot, cocktail bar e club gastronomici. In cucina, Ciro Cucciniello di Carter Oblio (Roma) ha portato la sua visione rigorosa e minimale. In pairing, Luca Bruni del Depero Club (Rieti), con una miscelazione fatta di costruzione e profondità. Il pairing in zona piscina è stato firmato Mattia Capezzuoli di Starvinskij Bar e Crunch.



Alcuni abbinamenti memorabili:
- “Sambuca con la mosca” reinterpretata
Un drink spiazzante: mezcal, sambuca, acqua di yogurt alla vaniglia, cacao amaro, toffee, genziana, profumo di caffè, servito con un trittico di carote dalle diverse texture e cotture. Un tributo alla memoria, in chiave psichedelica. - Bufalo, bufala e alici + Pickled Americano
Un piatto esplosivo, dove l’animale e il mare si incontrano su un filo salmastro, in perfetto abbinamento con un cocktail denso e sfaccettato: bitter, vermouth, rabarbaro, distillato di capperi, verjus, aceto di sedano, olio di bergamotto. - Corba rossa ai frutti di mare + “Tiki Tonic”
La chiusura in grande stile con una corba profumata di cocco e citronella, abbinata a un drink tiki destrutturato: gin al lemongrass, falernum astratto, passion fruit chiarificato, assenzio.

La forza delle relazioni
Il cuore pulsante di Alto Cocktail Festival è proprio questo: la relazione. Non solo tra chi prepara e chi assaggia, ma tra brand, locali, colleghi che trovano in questo appuntamento un luogo dove confrontarsi senza etichette né competizioni. Un modello di evento dove l’ospitalità diventa linguaggio e le connessioni – autentiche, umane – il vero valore aggiunto.


Verso il futuro
Con la sua quarta edizione, Alto Cocktail Festival si conferma una delle realtà più interessanti e innovative del panorama nazionale degli eventi legati alla mixology. Soprattutto per la capacità di raccontare un’Italia dell’ospitalità che sa ancora stupire, unire e ispirare. L’appuntamento è per il prossimo anno, ma il seme delle connessioni piantato a Cervia continuerà a germogliare in tutta la penisola.