Mondo Vino

Costa Jels, un unicum da bere: il Metodo Classico affinato in miniera per 60 mesi

di:
Silvia Morstabilini
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Il 12 giugno non è stata solo la data di una presentazione. È stata la fine di un progetto nato più di vent’anni fa e l’inizio di un viaggio unico. Un cammino fisico ed emotivo tra le viscere della Val del Riso, lì dove un tempo si estraevano metalli e oggi si affina uno spumante. Costa Jels, il Metodo Classico biologico firmato Nove Lune, nasce e matura nelle gallerie silenziose dell’ex miniera di Gorno (BG), a 830 metri sul livello del mare. Sessanta mesi sui lieviti in un ambiente che sembra fatto apposta per custodire memoria, silenzio e lentezza.

Dove un tempo si scavava il metallo, oggi si affina poesia

Entrare in miniera è stato come attraversare il tempo. Ogni pietra, ogni gocciolina sospesa nell’umidità sembrava raccontare storie di fatica e umanità. I "minadur", i "galecc", le "taissine": vite dimenticate che oggi tornano a parlare, non più attraverso l’eco dei picconi, ma grazie a bottiglie che riposano lì dove una volta si sudava per sopravvivere. È questo il valore più profondo del progetto Costa Jels: non solo un’idea produttiva innovativa, ma un gesto di memoria attiva, di restituzione. Il mondo esterno si spegne e lascia spazio a una dimensione più profonda, dove le pareti raccontano storie di fatica, di coraggio, di generazioni intere che hanno scavato nel buio per dare un futuro alle loro famiglie. In queste stesse gallerie oggi riposano le bottiglie di Costa Jels: il luogo in cui un tempo si estraeva metallo, oggi custodisce vino.

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Tecnica, natura e rispetto: l’essenza di Costa Jels

Lo spumante Costa Jels nasce da uve resistenti – Bronner, Johanniter, Souvignier Gris – coltivate senza chimica, con un impatto ambientale minimo. Dopo la vinificazione nella cantina di Cenate Sopra, il vino riposa per circa un anno e mezzo tra legno e acciaio, prima di essere imbottigliato e adagiato nel buio della miniera per almeno cinque anni. Qui, la temperatura costante di 10 °C, l’umidità al 95%, l’assenza di luce e vibrazioni creano le condizioni perfette per un affinamento lento e naturale.

Il rispetto per la terra diventa metodo

Nove Lune, con la guida visionaria di Alessandro Sala, ha trasformato un luogo abbandonato in un laboratorio di futuro. Alla base di Costa Jels ci sono uve da vitigni resistenti: Bronner, Johanniter e Souvignier Gris, varietà selezionate proprio per la loro capacità di difendersi naturalmente dalle malattie senza ricorrere a trattamenti chimici. Il risultato? Un prodotto biologico autentico, libero da residui, che riduce quasi a zero l’impatto ambientale fin dal vigneto.

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Dopo una prima fermentazione tra barrique di rovere e acciaio nella cantina di Cenate Sopra, il vino viene imbottigliato e condotto nella miniera per la sua lunga attesa. Un’attesa paziente, in simbiosi con la montagna. Dopo almeno cinque anni, le bottiglie rientrano in cantina per completare le fasi finali – remuage, sboccatura e confezionamento – prima di raggiungere le tavole.

Un prodotto che parla al presente e onora il passato

Degustare Costa Jels significa ascoltare una storia. È sentire nel calice il perlage fine e persistente di un lavoro meticoloso, annusare le note tostate e fruttate che raccontano il tempo, assaporare la freschezza e la cremosità che solo un lungo affinamento può donare. Ma significa anche ricordare. Ricordare le mani che hanno scavato quei cunicoli. Le vite segnate dalla fatica, ma piene di solidarietà. Un popolo del sottosuolo che ora, in un certo senso, continua a donare qualcosa. “Le virtù dei padri potranno essere ricordate continuando a estrarre dalla montagna, certo non più polverosi minerali, ma un prodotto che possa dare gioia e serenità.” Queste parole di Alessandro Sala sintetizzano l’anima del progetto.

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Un progetto che valorizza il territorio

Costa Jels non è solo uno spumante: è il cuore di un progetto culturale ed enologico che vuole restituire valore al territorio. L’antico complesso minerario oggi ospita anche esperienze immersive aperte al pubblico, in collaborazione con l’Ecomuseo della Miniera di Gorno. Visite guidate tra gallerie, racconti dei “minadur” e degustazioni in una delle location più insolite e affascinanti d’Italia.

Un simbolo di rinascita sostenibile

In un tempo in cui la sostenibilità è spesso una parola abusata, Costa Jels ne rappresenta il significato più profondo: il rispetto per il tempo, per la memoria, per la terra. È un vino che affonda le radici nel passato per generare futuro. E che ci ricorda che l’eccellenza, a volte, nasce proprio nei luoghi che il mondo aveva dimenticato.

Costa Jels è disponibile dal 14 giugno sul mercato.

Per info e visite: https://www.nove-lune.com/blog

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