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Non solo ristoranti e vini: ecco quali sono i whisky più sottovalutati del mondo secondo gli esperti

di:
Luca Sessa
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whisky sottovalutati

La Notizia

Pappy Van Winkle, Port Ellen, Yamazaki e naturalmente il Macallan. Nomi noti anche ad un consumatore occasionale di whisky, etichette ambite dagli intenditori e spesso difficili da reperire. L’attuale successo commerciale di questo distillato ha contribuito a far crescere in modo esponenziale la richiesta di alcune bottiglie, ma la tipologia di lavorazione e soprattutto i tempi di invecchiamento non consentono all’offerta di essere al passo con la domanda.


Al tempo stesso, l’ossessiva ricerca di determinati whisky ha messo in ombra altre etichette che invece meriterebbero ben altre attenzioni da parte degli appassionati: per ogni bottiglia di “Pappy 15” esiste infatti un bourbon di qualità comparabile il cui prezzo è notevolmente più basso. Un gruppo di giornalisti e autori di guide e libri del settore hanno quindi voluto segnalare alcune etichette meno conosciute da provare.


Neil Ridley, autore di World of Whiskey consiglia il Glen Scotia (52 dollari), caratterizzato da note sapide che ricordano il mare. Lew Bryson, autore di Whisky Master Class, opta invece per il Speyburn, un whisky scozzese single mail invecchiato 10 anni (34 dollari), mentre la scelta di Fred Minnick, autore di Bourbon Curious, ricade sull’ Evan Williams (12 dollari) “dannatamente economico e sempre disponibile”. Kara Newman, autrice di Cocktails With A Twist non ha dubbi: “Oppidan (40 dollari) è un whisky particolare, un bourbon finito in botti di Islay Scotch, non si adatta a nessuna categoria specifica ma lo amo”.


“Ci sono molte nuove distillerie in Giappone, ma la più sottovalutata, secondo me, è Eigashima Distillery: fanno il whisky come attività secondaria, durante i caldi mesi estivi, quando non sono impegnati a produrre sake e il loro whisky è molto caratteristico. Non è pulito, delicato, armonico ma ruvido, sporco e funky”. Questa la motivazione che ha portato Stefan Van Eycken, autore di Whiskey Rising a scegliere Akashi (47 dollari). Kat Odell, autore di Day Drinking punta su Belle Meade (86 dollari), mentre per Aaron Goldfarb autore di Hacking Whisky, l’etichetta da consigliare è quella dell’Old Forester (60 dollari).


Il Glengoyne, whisky scozzese single malt invecchiato 18 anni (160 dollari) è indicato da Robin Robinson, autore di The Complete Whiskey Course, come uno dei distillati con il miglior rapporto qualità/prezzo, mentre per Amanda Schuster, autrice di New York Cocktails, merita una menzione il Compass Box (60 dollari) dal gusto “pulito e elegante”. “Evan Williams Black Label è tutto ciò che dovrebbe essere il bourbon”, questa la sintetica ma esauriente motivazione data da John McCarthy e Carey Jones, co-autori di Be Your Own Bartender, nell’indicare l’Evan Williams (14 dollari) quale loro etichetta di riferimento. In chiusura la segnalazione di Dan Dunn, autore di American Wino, che parla del The Balvenie – 12 years old (69 dollari) usando queste parole: “Secondo me uno dei migliori whisky scozzesi”.

Wine Reporter

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