I grandi Vini Mondo Vino

Hofstätter: Il Pinot Nero orgoglio italiano

di:
Giovanni Angelucci
|
hosfater 970

La Storia

La storia dei vini Hofstätter


È raro incontrare qualcuno che non conosca Martin Foradori e la sua scuderia Hofstätter. Come sempre, però, chi non abbia avuto la fortuna di bere i suoi vini, o ancor di più l’onore di chiacchierare con lui, esiste. Ed è a loro che bisogna rivolgersi perchè è giusto che sappiano cosa di tanto importante hanno fino ad ora ignorato. Siamo nel centro di Termeno Tramin (BZ), in un’imponente costruzione del XVI secolo dove anni e anni fa s’innescò una storia importante per la viticoltura mondiale, che oggi costituisce uno di quei famosi capisaldi del vino giunto alla quarta generazione, nelle mani di Martin: “nei primi anni del ‘900 l'edificio ospitava la locanda “Schwarzer Adler” (Aquila Nera) di Maria Hofstätter, mia prozia, nella cui cantina il marito Josef iniziò a produrre i suoi primi vini dando vita (nel 1907) alla tenuta J. Hofstätter.


La seconda significativa tappa avvenne nel 1942 quando Konrad Oberhofer e la moglie Luise, nipote di Maria Hofstätter, assunsero la guida dell’azienda rivelando il vero potenziale dei poderi di famiglia e il loro vocatissimo terroir. Fu proprio Konrad Oberhofer che per primo in Alto Adige cominciò a tenere separate le uve per vigneto, sia durante la vendemmia che nella successiva vinificazione, anticipando così con lungimiranza il concetto di “vigna”. Nel 1959 la figlia di Konrad Oberhofer, Sieglinde, sposò Paolo Foradori, la cui famiglia possedeva vigneti vocati sul versante orientale della Valle dell’Adige. I poderi del versante est si unirono a quelli del versante ovest e la tenuta J. Hofstätter divenne l'unica azienda vinicola a conduzione famigliare” (che ancora oggi ha vigneti di proprietà disposti su entrambi i lati della valle, caratterizzati da microclimi completamente diversi gli uni dagli altri), racconta fiero Martin.


È suo papà Paolo Foradori ad esser oggi riconosciuto come il padre del Pinot Nero altoatesino, è tra coloro che hanno contribuito a scrivere la storia recente dell'enologia italiana. Introdusse per primo il Guyot come metodo di coltivazione per il Pinot Nero rompendo gli schemi in valli che fino ad allora avevano conosciuto solo la pergola trentina. Era un viaggiatore e scopritore, lungimirante e perspicace, partì per la Germania e tornò in Italia con alcune barbatelle di Kerner nel baule della sua auto. Da lì in avanti tanto studio, esperimenti, dedizione, grandi vini. Paolo Foradori scelse di farsi interprete di un territorio e del vitigno Pinot Nero con vinificazioni in purezza e classificazioni per gli specifici terroir. Una scelta notevole soprattutto se si pensa che al tempo il Pinot Nero non destava più di tanto interesse. Foradori addirittura pose l’indicazione della “Vigna” di provenienza sull’etichetta, diventata successivamente una menzione del disciplinare.


Ma come detto oggi c’è Martin che alle spalle ha oltre un secolo di lavoro e soprattutto alcuni figli di cui occuparsi: Pinot Nero e Gewürztraminer, punta di diamante della produzione, ma anche le varietà Lagrein, Pinot Bianco e Schiava. I tempi cambiavano e bisognava stare al passo con la modernità (e a volte con i gusti), ma soprattutto con i sogni: Martin ha scelto di dire la sua anche realizzando il sogno (condiviso con il padre Paolo) di produrre un Riesling in Mosella con l’acquisizione della cantina Dr. Fischer – Hofstätter Weis.


Ma tornando in Italia, sono circa 50 gli ettari su entrambi i versanti della valle, suddivisi in cinque diversi masi, alternati su un'altitudine che varia dai 250 e i 750 metri. E bisogna guardare ad est per ammirare i vigneti di Pinot Nero che crescono in salute lungo la tenuta del maso Barthenau, sull’altopiano di Mazon: una posizione di grande pregio per il Pinot Nero, forse la migliore d’Italia, che con il mosaico di microclimi che qui si creano, sviluppa le caratteristiche note energiche di frutto mantenendo la freschezza e l'acidità che lo contraddistinguono. Ogni appezzamento diventa un vero e proprio “cru”, come avviene in Francia, dalla “Vigna S. Urbano” alla “Vigna S. Michele”, dal “Kolbenhof” al “Castello di Rechtenthal”, dallo “Steinraffler” al “Barthenau”, fino a “Cereseto”, “Crozzol”, “Yngram”. Singoli nomi di parcelle vitate da cui vendemmia dopo vendemmia prendono forma e vita gli identitari vini Hofstätter. In un’unica parola: zonazione.


Di più, quel bravo ragazzo di Martin di entusiasmo e cultura ne ha da vendere, tanto da decidere di impegnarsi in un altro ambizioso progetto come il Maso Michei: dal 2017 in Trentino la famiglia Foradori ha aggiunto alle sue proprietà una straordinaria area di alta montagna, a quota 823 metri. Siamo al confine con il Veneto e il Parco Naturale dei Lessini, sovrastando la pittoresca cittadina di Ala. È di viticoltura eroica d’alta montagna che parliamo, lì dove la vite cresce lentamente e l’uva matura tardi, dove ogni normale lavoro richiesto dalla vigna si triplica. La realtà del maso è nota per la produzione di Trentodoc ed è particolarmente vocata alla realizzazione di vini bianchi di grande freschezza e longevità. Tra questi un Müller Thurgau, un Sauvignon ma anche un Pinot Nero. Al momento si sta lavorando per riportare le vigne a regime ma ci si aspettano grandi cose, in pieno stile Hofstätter.

I Vini

Nel frattempo assaggiate qualcosa di superbo:


Ludwig Barth Von Barthenau Vigna Roccolo Pinot Nero

Vigne a pergola alcune delle quali hanno più di 70 anni. Figlio prediletto e più talentuoso dei Pinot Nero firmati Hofstätter che, insieme alla S. Urbano rappresenta l'espressione dei migliori terroir del famoso altopiano di Mazon. Ricco e ampio, gioca con uno spettro aromatico di frutti rossi combinati a sfumature eleganti terziarie e di rovere; fresco e intenso, è come una donna matura in piena forma, ha esperienza ma è agile come una ragazza. Il S. Urbano invece matura in piccole botti di rovere e colpisce per l’elegante acidità, tannini morbidi e un bouquet intenso e inebriante. Naso appagante, bocca lunghissima.


Konrad Oberhofer Vigna Pirchschrait Gewürztraminer

Davvero una vincente espressione proveniente dalla particella dello storico maso  Kolbenhof, posizionato nel cuore dei migliori vigneti di Gewürztraminer. Dal 2006 viene vinificata separatamente e lasciata maturare su lieviti fini per 10 anni in botti da 500 litri. È tangibile la grande intensità del profilo gusto olfattivo e conserva una spiccata freschezza.


Joseph Hofstätter Vigna Rechtenthaler Schlossleiten Gewürztraminer

Gewürztraminer frutto dell'incredibile vigneto con esposizione a sud,  Sopra il Rio Inferno che sorge ai piedi del Monte Roen da cui la sera scendono venti freschi. Si tratta di un terroir unico dove il vino viene fatto con la tecnica d’oltralpe Beerenauslese, ovvero selezione di chicchi fatta a mano. È pronunciata la vena aromatica caratterizzata da note speziate e fiori secchi, in bocca è denso e ricco, con una buona acidità. Ad un sorso ne segue sempre un secondo.


Michei Sauvignon

È un’anteprima assoluta e questa è la sua prima annata. Il neonato proveniente dal Maso Oberkerschbaum è vivace e dimostra sin dagli esordi quanto di buono si possa fare con questo vitigno. È freschissimo, ha sentori vegetali e lievemente agrumati, al sorso l’acidità è ben presente ed esprime una continuità con il naso che lo rende particolarmente equilibrato.

Inoltre se volete visitare la tenuta in maniera diversa, l’azienda propone un tour a bordo di uno storico fuoristrada 4x4 appartenuto all’esercito austriaco, così si ha modo di immergersi nella natura di entrambi i versanti della Valle dell’Adige. Insomma non solo vini grandiosi e storia appassionante ma anche contatto con la terra perchè si sa, se non la si calpesta non si può capire fino in fondo il suo valore. Lunga vita ai vignaioli veri.

Indirizzo


  1. Hofstätter


Indirizzo: Piazza Municipio 5, 39100 Termeno-Tramin (BZ)

Telefono: 0471 860161

E-mail: info@hofstatter.com

Sito internet

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