La cantina fu concepita con criteri modernissimi per il 1907, su quattro livelli e con un dislivello di 22 metri, in modo da permettere le lavorazioni per gravità e ridurre l’uso delle pompe per preservare l’integrità delle uve. Una concezione allora avveniristica e rimasta fondamentale oggi, legata a una filosofia di rispetto totale per la materia prima e ricerca costante di qualità.
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Rivoluzione sostenibile by BMW

Prosegue la collaborazione tra Reporter Gourmet e BMW Italia per una serie di contenuti incentrati sulla sostenibilità ambientale: con il supporto della piattaforma iFoodies, vi racconteremo l’approccio green di chef, produttori, viticoltori e artigiani che stanno rivoluzionando il mondo del food nel rispetto del territorio. Pronti a partire con noi per questo viaggio gourmet? Allacciate le cinture.
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La storia
Vale una sosta, San Paolo, St Paul se vogliamo usare la lingua originaria dell’Alto Adige, un bel borgo medievale, dominato dall’imponente campanile barocco del suo “duomo di campagna”. I magnifici vigneti che circondano questa zona, tra le correnti fresche che scendono dalla Mendola sul versante meridionale delle Alpi e suoli di ere glaciali, sono riscaldati da 1.800 ore di sole all’anno: avere l’occasione di ammirarli dal loro interno, per esempio percorrendo a Missiano gli scoscesi scalini che portano al cuore delle piante centenarie dalle quali arriva l’uva con cui si produce un grande Pinot Bianco come il Sanctissimus, è un’esperienza emozionante: intorno si respira una bellezza naturale dal fascino straordinario.

Tutto iniziò nel 1907, quando trentasei contadini di San Paolo, Missiano, Monte (Appiano) e Riva di Sotto decisero di unire le loro risorse, fondando la Cantina Produttori San Paolo, cooperativa nata come visione di comunità. Oggi, come allora, il valore fondante è proprio quello, in cui si sono unite tradizione contadina e una contemporanea sensibilità. La cantina fu concepita con criteri modernissimi per il 1907, su quattro livelli e con un dislivello di 22 metri, in modo da permettere le lavorazioni per gravità e ridurre l’uso delle pompe per preservare l’integrità delle uve. Una concezione allora avveniristica e rimasta fondamentale oggi, legata a una filosofia di rispetto totale per la materia prima e ricerca costante di qualità.


Oggi Kellerei Sankt Pauls conta più di duecento soci che si prendono cura di 185 ettari di vigneti tra i 300 e oltre i 700 metri di quota. La loro è una viticoltura integrata e sostenibile, in cui la formazione e il coordinamento sono continui e la ricerca sul campo condivisa. Questo per una produzione di bianchi di grande finezza, minerali e longevi, oltre a rossi di forte impronta territoriale. E ancora spumanti di rara finezza: a questo proposito vale la pena ricordare un particolare decisamente unico.

I vini
Il Praeclarus, tre etichette di metodo classico, viene prodotto e affinato in un bunker del 1937, mai utilizzato come tale e anzi, dopo la seconda guerra mondiale, divenuto addirittura abitazione, vicino al paese di fronte al Paulsner Feld. A partire dal 1979, grazie alla temperatura costante di 12°C e all’umidità ideale presente al suo interno, è utilizzato per la produzione, tra pareti spesse un metro che conservano oltre 70.000 bottiglie delle annate di Praeclarus, con una sosta sui lieviti che non scende sotto i quarantotto mesi.

St Pauls è una cantina innovativa e sostenibile: il fabbisogno energetico è coperto per oltre il 60% da un impianto fotovoltaico; inoltre il calore viene prima recuperato e poi riutilizzato, mentre rifiuti e acque vengono trattati secondo le direttive ambientali europee più avanzate. La produzione, oltre ai già nominati metodo classico Praeclarus, prevede diverse linee: dalla Cuvée Paul, con i suoi vini freschi e immediati, alla ricca gamma Tradizione, fino a Selezione e Alte Reben e a due etichette di punta come il potente Merlot Lona e l’elegantissimo Sanctissimus da vigne piantate alla fine del XIX secolo.

Siamo rimasti affascinati da Schliff, Sauvignon della linea Alte Reben (vecchie viti). Un vino da terreno calcareo e minerale, con un potenziale di invecchiamento decisamente importante. Dopo una breve macerazione in pressa e una fermentazione controllata in acciaio inox e tonneaux, rimane 9 mesi sulle fecce fini. Il 2022 è fine al naso con le sue note di fiori di sambuco, agrumi con il pompelmo in primo piano e cenni di erbe officinali. La sua bella potenza è governata da un’acidità vibrante e il finale è lunghissimo.
