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Gritti Palace, l’hotel più affascinante di Venezia e tra i più belli al mondo

di:
Alessandra Meldolesi
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Una ristrutturazione imponente nel 2011: 18 mesi di restauro e 35 milioni di euro per coniugare storia, atmosfera e massimo comfort. Da quel maggio 2013 il Gritti Palace è forse l’hotel più glamour di Venezia, di sicuro il più affascinante.

La Storia

Per Ernest Hemingway era “il migliore albergo della città in una città di grandi alberghi”: qui trascorse mesi di alacre lavoro e caccia alle anatre, dividendosi con l’Harry’s Bar. Mentre il drammaturgo Somerset Maugham ha lasciato scritto che “poche cose al mondo sono più suggestive che sedere sulla terrazza del Gritti, quando il sole al tramonto inonda di colori vivaci la Basilica della Salute… e quando siedi a colazione… e quando osservi quella bottiglia di Soave che è là nel secchiello del ghiaccio ad attenderti, un anno dopo l’altro, tu non puoi che sentirti molto ‘a casa’”.


Non deve essere stato facile, per chi di dovere, infilare le mani in una tale matassa di storia, sfilandone il bandolo di un comfort contemporaneo. Monumentale, l’edificio in cui ha sede l’hotel fu realizzato dalla famiglia Pisani alla fine del XV secolo in stile gotico e fu poi residenza privata del settantasettesimo Doge di Venezia, Andrea Gritti, che vi ambientò i suoi celebri banchetti. Adornato da affreschi di Giorgione, che sono malauguratamente andati perduti, è stato poi dimora di famiglie aristocratiche, bazzicato da visitatori illustri, fino alla conversione in hotel del 1895 e al passaggio al gruppo CIGA, cui oggi fa capo The Luxury Collection, nel 1947.


Antichi fasti che sono stati rinnovati nel 2011: 18 mesi di restauro e 35 milioni di euro per coniugare storia, atmosfera e massimo comfort. Da quel maggio 2013 il Gritti è forse l’hotel più glamour della Serenissima, di sicuro il più affascinante. Sotto la supervisione della Sovrintendenza, a scrostare la patina del tempo è stato lo studio di interior design Donghia, associato al marchio di tessuti veneziani Rubelli, sotto la guida di Chuck Chewning.


Hanno messo all’opera una squadra di architetti, artigiani, maestranze locali, cosicché a risaltare non sono solo le stoffe damascate Rubelli, su disegno storico dell’archivio della casa, ma anche i sofà in stile rococò, gli specchi girandole fatti a mano, i lampadari e le suppellettili in vetro artistico di Murano. Fra i quali spuntano opere d’arte e mobili antichi. Sotto i velluti però corrono pixel e gigabites: la modernizzazione ha significato riciclaggio delle acque reflue, luci al led, domotica, insonorizzazione.

I Servizi

Diversi magazine internazionali hanno classificato il Gritti fra gli hotel più belli del mondo”, spiega Paolo Lorenzoni, direttore dal 2009. “È speciale perché è giovane, in pratica ha aperto dopo la seconda guerra mondiale e come una casa ha accolto un pubblico eterogeneo di letterati, divi, artisti, capi di stato. Negli anni ’50 era il punto di ritrovo dell’élite mondiale e tuttora il suo fascino sta nella clientela. Sono i frequentatori a farlo grande. Per il 18% sono habitué o comunque ritornano; per il 65%, con riferimento al bar e al ristorante, clienti esterni. Compresi i veneziani di cui i barman conoscono i gusti a menadito. Siamo in pieno centro, a 5 minuti da San Marco e dalla zona dello shopping, ma nascosti: un’isola felice nel Canal Grande”.


Fra i servizi di cui si può usufruire ci sono l’Explorer’s Library, con la sua collezione di libri rari e antichi; la piccola Spa con trattamenti Sisley; la Gritti Epicurean School, che è stata ripensata in chiave paraprofessionale e funge anche da chef’s table per piccoli eventi e degustazioni. I corsi, prenotabili online da tutti, iniziano con una visita al mercato di Rialto. La colazione è fatta in casa: croissanterie e torte da forno, ma anche formaggi locali e mozzarella di bufala di giornata.


Poi c’è il Bar Longhi, che ospita quadri del pittore e una celebre parete lavorata a specchio: serve una succinta carta per il lunch e il dinner, dove risaltano i soufflé. Oltre ai cocktail, naturalmente: il Bellini, solo in stagione di pesche fresche, e il Basilic-a, a base di gin, limone, St. Germain, bitter orange e basilico.


A fianco si stende la Terrazza Riva Lounge, dehors del Club del Doge, ispirata agli yacht anni ’30 con i suoi decori art déco sul teak marino. Il fine settimana ospita dj set rivolti al pubblico più giovane. “Ma la musica del Gritti è il Canal Grande: l’acqua, in gondolieri, i gabbiani”.

Le Camere



Le camere sono 61, le suite 21. Fra cui le Heritage suites dedicate agli habitué del Gritti, da Ernest Hemingway a Peggy Guggenheim, fino a Somerset Maugham. Altre si ispirano a luoghi topici come Punta della Dogana; ma il fiore all’occhiello è la suite del Redentore, che si sviluppa su due piani per un totale di 76 metri quadrati, dispone di un ascensore privato e di una terrazza con vista sulla laguna, fino alle Dolomiti, ed è dotata di minipool. Il prezzo è di 12mila euro.

Indirizzo

The Gritti Palace, a Luxury Collection Hotel, Venezia

Campo Santa Maria del Giglio 2467 - Venezia, 30124 Italia

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