Da roccaforte medievale a icona dell’ospitalità. Il Borro è un microcosmo dove arte, vino, cucina e natura si incontrano con la visione sostenibile.
Una fortezza toscana trasformata in icona di eleganza
Nascosto tra le colline dolci e rigogliose del Valdarno, Il Borro si presenta come un borgo medievale perfettamente restaurato. Le sue origini sono antichissime: risalgono al XII secolo quando il luogo era una vera e propria roccaforte, posizionata su uno sperone roccioso affacciato su un burrone, da cui il nome “borro”. Le vestigia delle mura antiche e del ponte in pietra raccontano la sua funzione strategica in epoca medievale. Nel corso dei secoli, il borgo passò di mano tra famiglie nobiliari come i Medici, gli Hohenlohe-Waldenburg e infine i Savoia.


Fu il Duca Amedeo di Savoia-Aosta, negli anni ’50 del Novecento, ad acquisirne l’intera tenuta, che si estendeva su circa mille ettari. Ma è nel 1993 che la storia de Il Borro prende una svolta decisiva: Ferruccio Ferragamo, assiduo frequentatore durante i suoi soggiorni e le battute di caccia, affascinato dalla bellezza e dalla potenzialità del luogo, decide di acquistarlo, intraprendendo un profondo lavoro di restauro conservativo che ha dato nuova vita al borgo e alla tenuta circostante. Oggi prosegue con passione questa visione insieme ai figli Salvatore e Vittoria Ferragamo: il primo guida le attività vitivinicole e l’ospitalità, la seconda si dedica ai progetti legati alla sostenibilità e all’agricoltura biologica.



L’Orto Biologico, cuore pulsante del progetto agricolo, si estende su tre ettari coltivati secondo i principi della biodinamica. Oltre agli ortaggi, ospita un allevamento di galline ovaiole e di pecore da latte, da cui si ricavano formaggi freschi e stagionati. Le 72 arnie, invece, garantiscono una produzione di miele biologico in diverse varietà, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità.

Osteria del Borro e Tuscan Bistro: fine dining e tradizione a tavola
Dove un tempo sorgeva la scuola del paese oggi c’è un ristorante gourmet - l’Osteria del Borro - con una cucina di grande ricerca. A guidarla l’executive chef Andrea Campani che propone piatti raffinati, pur affondando le radici nella tradizione contadina, elevandoli con tecniche moderne e ingredienti biologici a km zero. Accanto allo chef Campani, la presenza fondamentale del resident chef Andrea Godi.

Le materie prime arrivano direttamente dall’Orto Biologico della tenuta, dagli allevamenti interni e da piccoli produttori selezionati, come gli allevatori di razza Chianina del Casentino o Laura Peri, custode dei polli del Valdarno. Ogni piatto è pensato come un racconto del territorio: un perfetto equilibrio tra rusticità e raffinatezza. Il ristorante propone tre percorsi di degustazione, oltre alla carta: Espressione del Borro – Il litorale toscano – Creazioni vegetali, secondo il principio “farm to table”.


Qui, dove il turismo porta una clientela quasi tutta internazionale, non si perde l’autenticità toscana. Piatti come il fagiano brasato o il bottone di pasta con ripieno di trota del Casentino convincono rimanendo fedeli alla terra da cui provengono. I main course poi si accompagnano a side che strizzano l’occhio ad un intento quasi da pre dessert. Accanto al morone, una polpettina fritta al nero di seppia ripiena da soffice mousse dei suoi scarti, alla base gel di frutto della passione.



Poi filetto di manzo, coda brasata con schiuma di midollo e declinazione di scalogno. Si accompagna ad una tartelletta con tartare di manzo e sferificazione di acqua di cottura di scalogno, che si schiude in bocca. Il vero pre dessert è però un sorbetto di cetriolo, caviale alla menta e gin del Borro. Il dessert gioca di nuovo tra dolce e salato, quasi a non voler suggerire l’epilogo di una cena perfetta, a tratti fiabesca, complice la vista con un’eccezionale luna piena a vegliare sul Borro: cioccolato e rosmarino si alternano tra crumble, cubi e mousse. La piccola pasticceria è uno scrigno di praline al cioccolato, macaron e bignè alla vaniglia.

“Autenticità e territorio sono i motori che tengono in vita la cucina de Il Borro. I menu degustazione, concentrati in poche portate, valorizzano i singoli ingredienti che produciamo in casa. E poi, una sorpresa per l’ospite fuori menu c’è sempre” spiega lo chef Andrea Campani, col sorriso di chi abita con fierezza la propria casa.

Il Borro Tuscan Bistro è invece il lato più informale e cosmopolita dell’offerta gastronomica. Nato a Il Borro, il format si è espanso a Firenze, Dubai, Elounda e Viesca Toscana. Qui, la tradizione culinaria toscana incontra uno stile conviviale e moderno, con piatti semplici, eleganti e profondamente legati alla stagionalità: carpaccio di barbabietola marinato e ricotta del Borro; pappa al pomodoro; gnudi di ricotta e spinaci con pecorino e tartufo; tagliatella di farro con ragù di scamerita e sanbudello. Infine, i gelati del giorno con i prodotti dell’orto. Piatti da gustare dopo un tuffo nella bella piscina a sfioro.

La cantina: un’architettura del vino
Il vino è la seconda anima della Tenuta ed è proprio sotto il borgo che si apre la Cantina de Il Borro, un complesso ipogeo perfettamente integrato nel paesaggio, che fa parte del circuito Toscana Wine Architecture. I sotterranei della cantina conducono ad un tunnel curvilineo di barrique in rovere francese e, nel mezzo, celle contenenti bottiglie storiche e vintage. Tra queste, le primissime bottiglie prodotte nel 1999.

Secondo i più autentici principi di sostenibilità, tutto è pensato in ottica green: l’umidità in cantina, ad esempio, è regolata semplicemente con della ghiaia che viene bagnata più o meno regolarmente a seconda del bisogno. È una passeggiata tra i grandi vini ma è soprattutto una passeggiata nella storia. Basti pensare che la cantina ha il suo cuore in una grande stalla nel 1700 nonchè rifugio dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, grazie anche ai suoi passaggi segreti che conducono tutt’ora alla Villa. I vigneti si estendono per 85 ettari su di un suolo che un tempo ospitava grandi laghi e, quindi, ricco di fossili marini. Sono queste condizioni uniche della zona che donano ai vini una spiccata struttura, mineralità e grande eleganza.

Dal 2015 tutta la produzione è certificata biologica e le etichette raccontano l’essenza del territorio: “Il Borro” IGT Toscana Rosso, blend di Merlot, Cabernet e Syrah; “Alessandro dal Borro”, 100% Syrah; il metodo classico “Bolle di Borro”; il sangiovese in purezza “Petruna”, vinificato in anfora, e molte altre. Ogni bottiglia è frutto di uno studio meticoloso del terroir e di una filosofia produttiva rispettosa della natura. A completare l’esperienza enologica, la Galleria Vino & Arte, situata sopra la cantina, che offre un viaggio culturale attraverso incisioni, oggetti e racconti legati alla storia del vino e della Tenuta.
Accoglienza diffusa e lifestyle toscano

È ben più di un relais di lusso o di un albergo diffuso: è un mondo a sé, un piccolo universo immerso nella campagna, dove ogni dettaglio è curato con passione da una vera e propria catena di montaggio fatta di sorrisi. Il Borro fa parte dell’Associazione Relais & Châteaux e comprende: un borgo medievale interamente restaurato che ospita 38 eleganti e raffinate suites; tre prestigiose ville – Dimora Storica, Villa Mulino e Villa Casetta – e le 20 suites de Le Aie del Borro. Alle soluzioni Relais & Châteaux si aggiungono “I Borrigiani”, tre casali gestiti in formula agrituristica. Ci si ritrova catapultati in un’accoglienza raffinata ma familiare e, naturalmente, bucolica.


Al mattino, il buongiorno arriva con una ricca colazione dolce o salata che spazia dalle verdure fresche dell’orto con i salumi artigianali locali e uova bio, alle soffici torte fatte in casa. Per il benessere del corpo c’è poi la Spa La Corte, un’oasi di benessere rigenerante. Non mancano ben quattro piscine panoramiche, campi da tennis, lounge bar e boutique esclusive. Tra le novità più interessanti, Il Borro Concept: una collezione lifestyle che racchiude l’essenza della vita in campagna reinterpretata in chiave contemporanea. Accessori, abbigliamento e oggetti ispirati all’eleganza sobria e alle tonalità naturali del paesaggio, realizzati con materiali locali e secondo il sapere artigianale toscano.

Esperienze su misura per ogni ospite
L’ospitalità de Il Borro va oltre il semplice soggiorno. Dalle cooking class alle passeggiate a cavallo, dai tour dei vigneti con degustazione alle escursioni in e-bike, fino alla caccia al tartufo e ai laboratori con gli artigiani locali delle botteghe (ricami e pittura ad acquerello). Ogni esperienza è pensata per far vivere il ritmo lento e armonioso della campagna toscana.
Una visione sostenibile che guarda lontano

Tutto a Il Borro è concepito nel rispetto della natura. L’energia è prodotta da fonti rinnovabili, le acque sono recuperate e riutilizzate, e l’intera gestione è orientata alla circolarità e alla conservazione delle risorse. La guida etica dell’azienda è oggi affidata a Vittoria Ferragamo, che promuove un modello di sviluppo incentrato su tutela ambientale, responsabilità sociale e valorizzazione delle tradizioni agricole. Un modello che dimostra come il lusso possa — e debba — essere anche sinonimo di consapevolezza. Il Borro è il frutto di un “atto di fede”, come ama dire Ferruccio Ferragamo, un progetto ambizioso che ha saputo trasformare un borgo dimenticato in una delle eccellenze dell’ospitalità toscana e internazionale. Tra vigneti, uliveti, orti e silenzi lunghi secoli, invita a riscoprire il tempo della bellezza lenta, a immergersi in un’esperienza completa, dove ogni elemento — dal calice di vino al design della suite — racconta una storia vera, radicata nella terra del passato ma più che mai presente.

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Il Borro
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