La terza generazione, rappresentata da Cristian con la moglie Violetta e Michele Specogna, si è spinta su una produzione qualitativamente sempre più alta: l’evoluzione dell’Azienda Agricola Specogna.
La cantina
La DOC Colli Orientali del Friuli nasce nel 1970, nell’ambito di un territorio che al di là della grande vocazione vinicola, è di una bellezza fuori dal comune. Si parla delle colline a est della provincia di Udine, con i comuni di Tarcento, Nimis, Povoletto, Attimis, Faedis, Torreano, la parte orientale di Cividale, San Pietro al Natisone e Prepotto, per proseguire verso Premariacco, Buttrio, Manzano, S. Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo.
Proprio qui, dove tra 35 e 55 milioni di anni fa c’era il mare, con le coste a lambire le attuali Prealpi Giulie, i depositi di origine eocenica hanno dato vita a strati di marne (argille calcaree) e arenarie (sabbie calcificate) dall'aspetto peculiare, terreni ricchi di minerali e oligoelementi, particolarmente adatti alla coltivazione di uve di alta qualità e definiti con un termine indicativo di questo luogo e noto come ponka. Le Alpi Carniche e le Alpi Giulie a Nord riparano le viti dalle correnti fredde correnti siberiane, mentre l’Adriatico, a Sud, garantisce un afflusso costante di aria mite. È delle colline di Rocca Bernarda, a Corno di Rosazzo, che Leonardo Specogna nel 1963 si innamora, rientrando dalla Svizzera dov’era emigrato: qui investe i suoi risparmi di una vita di lavoro, acquistando un appezzamento di terreno.
Dopo un periodo dedicato a produzioni casearie, cerealicole e viticole, dedicate all’autoconsumo familiare, è il figlio Graziano Specogna che decide di migliorare le tecniche di gestione dei vigneti e di vinificazione, concentrando l’azienda sull’attività attuale. La terza generazione, rappresentata da Cristian con la moglie Violetta e Michele Specogna, si è spinta su una produzione qualitativamente sempre più alta. Attualmente sono circa 30 gli ettari di estensione aziendale: 25 di questi sono vigne, gestite secondo i principi dell'agricoltura biologica, con una produzione indicativa di 120.000 bottiglie all' anno, metà destinate al mercato italiano e distribuite per l’altro 50% in oltre 30 paesi.
C’è molta attenzione allo studio approfondito dei dati, raccolti monitorando costantemente ogni aspetto dei vigneti, con lo scopo di far adattare al meglio le piante a un momento complesso, legato al cambiamento in corso: “Cerchiamo di capire come aiutare le piante ad adeguarsi al meglio. Raccogliamo i dati sulle caratteristiche climatiche dell’annata, sul numero di grappoli per pianta, sul loro peso medio e sul peso medio degli acini, sulle caratteristiche gustative ed analitiche delle uve. Tutto questo per creare nel tempo un insieme di informazioni fornito e dettagliato che ci aiuti ad interpretare l’andamento delle varie annate per una miglior gestione delle varie fasi di lavoro.” Parallelamente è stato avviato un progetto di zonazione e per quel che concerne la gestione si utilizza un approccio che tiene conto dei molteplici aspetti coinvolti .
“La maggiore o minore predisposizione di un’area verso una particolare avversità può essere determinata da un insieme di fattori, naturali e non. Il clima e le peculiarità del luogo sono sicuramente i principali. Al contempo, hanno una forte incidenza anche la disposizione dei vigneti, il modellamento dei versanti e i trattamenti che si mettono in atto. Negli ultimi anni abbiamo catalogato e definito le peculiarità agronomiche di ogni singola pianta, andando inoltre a unire tutto questo ai dati climatici ed alle caratteristiche geologiche di ogni appezzamento. In questo modo abbiamo potuto comprendere le diverse necessità di ciascuna vigna, studiando gestioni ad hoc, sia nella difesa fitosanitaria sia nelle pratiche agronomiche sulla piante e sul suolo. Questo ci ha permesso di diminuire sensibilmente il numero di trattamenti in una stagione ed il quantitativo di prodotto necessario ad ogni passaggio.”
L’azienda è poi molto attiva anche in tema ambientale: “Da parte nostra vuole esserci massimo impegno in questo campo, ed è per questo che abbiamo iniziato un progetto di conservazione della morfologia dei versanti della nostra collina e dei suoi microclimi, attraverso una tutela degli alberi e delle altre specie di piante tipiche del territorio. 3 ettari sono stati lasciati a bosco, fattore molto importante per la regolazione climatica delle zone limitrofe e per un equilibrio della flora e della fauna. Inoltre abbiamo iniziato a mettere a dimora nuove piante di rose, di ulivi, e di ciliegi, i cui apparati radicali aiutano a stabilizzare la tenuta dei pendii collinari della nostra zona, che risultano molto fragili e sensibili a causa della loro facile erosione. Abbiamo anche insediato diverse arnie per la produzione di miele e per il supporto delle api, del tutto fondamentali per l' ecosistema. Quest'ultima iniziativa è nata grazie alla collaborazione con le apicoltrici ideatrici del progetto "ENO BEE - Api in Vigna"”.
I vini
Sono molti i vini di Specogna che ci hanno affascinato, tra questi il notevole Pinot Grigio Ramato e un raro Picolit di grande freschezza, non ultimo un Pignolo di carattere. Ci ha entusiasmato, letteralmente, Identità “Roche Bernarde”2022: si tratta di un vino ottenuto dall’unione di tre vitigni a bacca bianca simbolo del Friuli come Friulano, Malvasia e Ribolla Gialla. Da vigneti impiantati alla fine degli anni ‘40 del secolo scorso, su terreni di marna e arenaria, a un’altezza di 170 metri sul livello del mare a Rocca Bernarda; la vendemmia avviene manualmente in cassette da 10 Kg: si tratta di un vero e proprio uvaggio, dato che le diverse uve vengono raccolte contemporaneamente; dopo aver subito una pressatura soffice a grappolo intero avviene una decantazione statica a freddo. Il mosto fermenta poi con lieviti indigeni in tonneaux, successivamente il vino continua l’affinamento in botti di rovere da 500 litri non tostato per 18 mesi; infine, prima di andare sul mercato, la sosta in bottiglia è di altri sei mesi.
La bellezza di questo vino è data dall’armonia che apporta l’unione dei tre vitigni, ciascuno con il suo fondamentale contributo: il corpo e la struttura arrivano dal Friulano (70%), la Ribolla (15%) contribuisce con la freschezza e la Malvasia (15%) dà carattere e profumi. Il naso ci fa scoprire frutta esotica, note varietali e sentori di erbe aromatiche e spezie, tra cui il pepe bianco; ancora, agrumi e pesca bianca. In bocca è ricco, complesso e potente, ben equilibrato da una notevole spalla acida, una grande persistenza e un finale ammandorlato. Dimenticato in cantina, sarà una sorpresa meravigliosa.
Contatti
Azienda Agricola Specogna
Località Rocca Bernarda, 4, 33040 Corno di Rosazzo UD
Telefono: 0432 755840