È italiano il sommelier di Cut at 45 Park Lane, ristorante londinese dello star chef austriaco Wolfgang Puck. Si chiama Davide Bottoni e ha compiuto esperienze strategiche nella capitale britannica, dal Maze di Gordon Ramsay al Claridge’s. Oggi amministra una cantina unica, per le verticali di grandi Bordeaux e il repertorio originale di referenze americane. “Una scoperta continua”.
Il sommelier
Bisognerebbe fare il censimento dei talenti italiani che stanno conquistando il mondo. Per esempio Davide Bottoni, arrembante sommelier nato a Roma, in una famiglia che non aveva niente a che fare con i métiers de la bouche. Mamma commessa per un brand del lusso, padre impiegato nelle telecomunicazioni, ha saputo farsi largo sulla competitiva scena londinese, dove è diventato un beniamino dei wine lovers inanellando esperienza strategiche per un decennio ottimo e abbondante.
La folgorazione è caduta al Maze by Gordon Ramsay, dove ha compiuto la sua prima esperienza da sommelier in veste di commis e poi di assistente di Arnaud Bardary, mentore che ha modellato la sua forma mentis. È seguito un passaggio da Sky Garden e poi da Hide, dove sono cresciute le sue responsabilità, fino al Claridge’s, albergo leggendario in cui racconta di aver versato Borgogna come se non ci fosse un domani.
Attualmente officia al Cut at 45 Park Lane, sempre a Londra, ristorante del celebrity chef austriaco Wolfgang Puck, la cui cantina vanta verticali prestigiose di Château Mouton Rothschild e Château Lafite-Rothschild, ma anche una straordinaria selezione di vini americani. “Una continua scoperta”. Tutte le referenze sono disponibili nei diversi outlet dell’hotel e anche nel room service, con l’eccezione del sushi corner, dove sono presenti su richiesta. Poi c’è la mescita al Coravin, con sirene quali Sassicaia 2014 e Chambolle-Musigny 2019. E i pairing non scherzano: vedi la costata di wagyu A5 con il Barolo Riserva Rocche dell’Annunziata 1996.
“Wolfgang Puck passa molto spesso”, racconta il sommelier a thedrinkbusiness.com. “C’è un’atmosfera fantastica quando è in giro. E sono sempre sorpreso dal suo livello di conoscenza del vino, qualcosa di raro fra gli chef”. Per quanto riguarda l’executive chef Elliott Grover, invece, la scelta cade perlopiù su Martini e Champagne.
Ma Bottoni ha anche le sue idiosincrasie. Per esempio confessa di poter fare a meno dei pét-nat, mentre vorrebbe portare alla ribalta i vini bianchi del Jura. Capitolo ingredienti, ama carciofi, cicoria, asparagi, agnello, ostriche e basilico; ma preferisce evitare fegato, capperi e menta. E dovendo indicare un bravo collega, fa il nome di Federica Patania, che ha appena aperto ad Avellino il ristorante Il Bulbo insieme al marito chef Alessandro Piantedosi.