In Egitto, nella città costiera di El Alamein, è stato portato alla luce un cargo del III secolo a.C. che trasportava vino 2000 anni fa. Proveniva dalla Grecia, ma affondò colpendo uno scoglio.
La scoperta
Una missione archeologica ha riportato in vita i resti di un'antica nave, rinvenuti nelle acque del Mediterraneo al largo della città costiera egiziana di El Alamein. È stato il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano a dare l’annuncio su Facebook sottolineando che il relitto, rivenuto a circa 650 metri dalla costa assieme ad anfore d'argilla, risale al III secolo a.C.
A fare la scoperta è stato Hussein Malik, un ingegnere proprietario di una società privata di rilevamento marino che recentemente ha condotto rilevamenti lungo la costa di El Alamein. Gli archeologi, come ha riferito Mostafa Waziri (segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egiziano) ritengono che la nave fosse utilizzata per il trasporto di vini tra la Grecia e l'Egitto. I primi ad essere individuati sono stati pezzi di fasciame e centinaia di frammenti di ceramica. La maggior parte dei vasi era su un'isola sprofondata sotto il livello del mare, circostanza che ha portato gli archeologi a concludere che l’imbarcazione è probabilmente affondata dopo aver urtato qualche scoglio dell'isola.
"Questa scoperta evidenzia l'importanza commerciale della regione di El Alamein e della costa settentrionale dell'Egitto nel III secolo a.C., un'epoca in cui la zona era ricca di porti commerciali", ha dichiarato Waziri. L’ara includeva alcuni dei porti più trafficati della regione, che ricevevano regolarmente le navi che portavano merci dall'Europa meridionale, poi trasportate verso altri mercati più a sud. Il ministero ha ricordato come tra i prodotti più diffusi nel III secolo a.C. vi fossero vino, olive e cereali.
Con oltre 30 porti commerciali, villaggi e città, la costa settentrionale dell'Egitto era una delle rotte del commercio più trafficate al mondo in quel secolo connotato dagli imperatori Aureliano, Caracalla e Settimio Severo. Il sito del quotidiano emiratino “The National”, nel segnalare la scoperta, sottolinea come le acque del Mediterraneo si confermino tutt’ora un sito archeologico in continuo fermento, con un gran numero di scoperte effettuate dagli archeologi che lavorano lungo i 1.000 km della costa settentrionale dell'Egitto.
Forse uno dei siti più importanti è la Città perduta di Thonis-Heracleon, scoperta dopo anni di ricerche dall'archeologo francese Franck Goddio nel 2000. La città, che è stata trovata straordinariamente ben conservata, era una dei più grandi porti del mondo e controllava tutti i commerci verso l'Egitto. Tra le rovine della città sono state rinvenute 64 navi, 700 ancore, un tesoro di monete d'oro, statue anche di cinque metri e, cosa forse più importante, i resti di un enorme tempio del dio Amon-Gereb.
Foto divulgate dal Ministero del turismo egiziano