La Champagne è sempre più vicina: Cyril Brun, pluripremiato chef de cave di Charles Heidsieck, è stato ingaggiato dalle Cantine Ferrari. “La possibilità di creare un metodo classico tradizionale dai terroir unici delle montagne trentine rappresenta un privilegio e un’opportunità eccitante”.
La notizia
È sempre con una certa reverenza che il resto del mondo guarda alla Champagne, terra promessa di ogni bollicina. Per questo ha del clamoroso la notizia che un enologo lasci una delle sue storiche maison per lavorare in Italia. Si tratta di Cyril Brun, chef de cave di Charles Heidsieck, arruolato per sostituire alle Cantine Ferrari l’ottimo Ruben Larentis, in via di pensionamento. Ed è la prima volta in assoluto.


Era guardando alla Champagne, battuta con passione, che il fondatore Giulio Ferrari, omaggiato da un monumento dell’enologia italiana, aveva iniziato a vinificare i suoi spumanti a inizio Novecento, portando lo chardonnay sulle montagne del Trentino. Da allora la cantina non ha fatto che crescere, in qualità e in quantità, anche grazie al contributo di Larentis, chef de cave dal 1986, per la bellezza di 37 anni. Il presidente e CEO aziendale Matteo Lunelli ha voluto ringraziarlo per “gli impressionanti risultati raggiunti negli ultimi decenni”, aggiungendo che la squadra è impaziente di accogliere Brun. “Il suo talento nella categoria è senza eguali. Siamo certi che saprà creare Trentodoc eccezionali, fedeli alle tradizioni locali, introducendo nel contempo una nuova prospettiva”.

Nato nel 1969 ad Aÿ, villaggio grand cru della Champagne, Brun ha lavorato nella tenuta di famiglia prima di passare a Veuve Clicquot come enologo nel 2000. Ha quindi guidato il programma sul pinot nero e il dipartimento di ricerca e sviluppo di Moët Hennessy per 15 anni, per poi trasferirsi nel 2015 da Charles Heidsieck, dove si è fermato 8 anni. Qui ha vinto diverse volte il premio quale enologo dell’anno, distinguendosi in special modo per il lavoro sulla storica cuvée Charlie. “Sono convinto della qualità Ferrari e del potenziale del Trentodoc. La possibilità di creare un metodo classico tradizionale dai terroir unici delle montagne trentine rappresenta un privilegio e un’opportunità eccitante per applicare la mia conoscenza ed esperienza a un nuovo contesto. Prima di qualsiasi cambiamento, ci sarà una fase di studio del terroir. L’enologia è fatta di dettagli. Alzeremo il tiro mano a mano, focalizzandoci su piccoli dettagli”, ha dichiarato.

Qualcosa cambierà anche nel ristorante stellato della cantina, la Locanda Margon di Edoardo Fumagalli, che dal principio serve un menu concepito a quattro mani con lo chef de cave, per magnificare le bottiglie della casa. “Ho già incontrato Cyril, lui è passato in Locanda ad assaggiare la mia cucina ed è rimasto molto contento. Sono curiosissimo di iniziare il lavoro su Iridescenze e Bollicine. Qualcosa di nuovo accadrà. Ovviamente per molto tempo avremo i vini di Ruben, ma il confronto porta sempre a nuovi orizzonti”.
Foto: @Cantine Ferrari
Fonte: Decanter